skip to Main Content

Franceschini Delrio Armani - Autostrada del MediterraneoDa fanalino di coda del sistema autostradale italiano a prima smart road in Europa con l’implementazione di tecnologie di ultima generazione applicate alla mobilità e alla sicurezza di chi viaggia. È il destino della Salerno-Reggio Calabria da oggi ribattezzata Autostrada del Mediterraneo. Il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, quello dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini e il presidente di Anas Vittorio Armani hanno presentato la nuova campagna di comunicazione dell’autostrada che attraversa tre regioni (Campania, Basilicata e Calabria) e che vede in Giancarlo Giannini e nella sua voce un testimonial d’eccezione.

Il progetto è un invito a rivedere l’idea di autostrada e di infrastruttura. Anas vuole proporre una visione della A2 diversa rispetto al passato: non solo un luogo di passaggio, ma anche un’opera attraverso la quale accedere, apprezzare e riscoprire i territori del Sud Italia attraversati dal tracciato. Sarà la prima autostrada ad avere un piano di valorizzazione che promuove l’offerta turistica, declinandola sotto ogni aspetto: culturale, spirituale, artistico ed enogastronomico.

L’A2 rappresenta anche la naturale prosecuzione dell’itinerario che collega il Nord e il Sud Italia e che nasce a Milano con la A1. Il nuovo tracciato – che ora si estende per 432 km con 52 svincoli – inizia da Fisciano, sede dell’Università di Salerno, per poi terminare a Villa San Giovanni, porta d’accesso verso la Sicilia e il Mediterraneo. “La nuova A2 – ha spiegato Armani – ha permesso di ridurre i tempi di percorrenza: è adesso possibile viaggiare da Fisciano fino a Villa San Giovanni impiegando un’ora in meno rispetto al passato”.

Da immagine di insuccesso a smart road

L’autostrada “che per lunghi anni è stata l’immagine di insuccesso”, ha detto Armani introducendo la conferenza, diventa “un’avanguardia a livello mondiale”. Questa autostrada non servirà per raggiungere una meta, ma “per unire luoghi”. Dovrà essere un volano per la crescita turistica del Mezzogiorno e una connessione per lo sviluppo economico della regione. “Senza connessioni non c’è sviluppo – ha infatti spiegato Delrio nel suo intervento -. E quindi il grande investimento sul Mezzogiorno che è stato fatto ha questo significato”. Non è solo costruendo strade che si porta lavoro ma, ha aggiunto il ministro dei Trasporti, “è soprattutto puntando sulle connessioni che consentono una fruizione dei luoghi differenti. Gli aeroporti della regione, ad esempio, stanno crescendo in maniera esponenziale, pensate che Catania ha fatto meglio di Barcellona quest’anno. C’è grande voglia di Mezzogiorno”.

Il futuro tecnologico dell’Autostrada del Mediterraneo

L’autostrada verrà interamente cablata e dotata di hot spot Wi-Fi ogni 300 metri per dare e ricevere informazioni e creare una connessione unica. Così gli utenti potranno usufruire di info-viabilità, condizioni meteo, segnalazione congestione, percorsi alternativi e sistemi di sicurezza innovativi come l’SOS On Board. L’Azienda potrà invece contare su un flusso continuo di dati che consentiranno la gestione intelligente degli accessi in autostrada e l’osservazione dei flussi di traffico.

L’utilizzo dell’Internet of things permetterà di incrementare il controllo delle condizioni di tutta l’infrastruttura, che sarà provvista di green island ogni 30 km: delle ‘isole’ autostradali utili per fornire energia rinnovabile e dotate di droni per monitoraggio e soccorso. Infine, grazie all’utilizzo di sistemi che consentono il dialogo tra i veicoli e l’infrastruttura, in futuro l’Autostrada del Mediterraneo sarà la prima ad essere predisposta per accogliere le auto a guida autonoma.

Un’infrastruttura al servizio del turismo

L’obiettivo di Anas è di proporre un nuovo, dinamico e moderno modello di sviluppo, trainato dalla sinergia tra tutte le realtà locali interessate: Campania, Basilicata, Calabria. Mettere in campo iniziative concrete di sviluppo, di conoscenza e di fruizione del territorio in grado di definire, nel loro insieme, la forza e il valore del Meridione. Un percorso teso a trasformare l’immenso patrimonio di beni culturali, di risorse paesaggistiche, di tradizioni culturali, enogastronomiche e artigianali in economia moderna e globale. “Valorizzare una grande infrastruttura come l’autostrada del Mediterraneo per far conoscere il Sud e i luoghi ‘minori’ – ha detto Franceschini – è una scelta condivisibile e da valorizzare perché può aiutare a distribuire turismo. E’ un primo passo per la valorizzazione delle potenzialità enormi del Mezzogiorno per crescita turistica”.

Distribuire il turismo è infatti uno dei pilastri del Piano strategico del Turismo. “Da qualche mese – ha raccontato il ministro dei Beni culturali – è operativo un piano strategico scritto insieme agli operatori del settore, un quadro condiviso. Quel piano parte da una considerazione: mentre in molti settori il tema è uscire da una crisi, nel turismo il tema è governare la crescita. Una crescita enorme. Ci sono paesi che non immettevano turisti nel mercato globale e ora invece ne immettono milioni. Pensiamo alla Cina: sono state 140 milioni le persone che sono uscite almeno una volta nel 2016 dal Paese e la previsione è di arrivare al mezzo miliardo in 5 anni. E in Cina, come in tutti i paesi del mondo, la meta più desiderata è sempre l’Italia”.

Il Piano strategico del Turismo

La prima direttrice del Piano è “puntare a un turismo sostenibile, non solo nel senso ambientale ma un turismo che cerca eccellenza, qualità, un turismo che viene a spendere, un turismo rispettoso della fragilità del nostro paesaggio, delle nostre città d’arte. Non il modello mordi e fuggi”. Franceschini, che dice di non avere “nulla contro le grandi navi”, mette in guardia da un modello che punta a “prendere seimila viaggiatori, farli scendere dalla nave, far visitare loro piazzale Roma, Rialto, San Marco e farli tornare indietro senza neanche prendere un caffè”, Ecco, “dobbiamo inventarci qualcosa di più alto, dobbiamo fare delle scelte”.

Il secondo pilastro del piano strategico, ha spiegato ancora Franceschini, “è ‘l’Italia museo diffuso’, cercare cioè di utilizzare l’Italia intera. E’ il tema della concentrazione di turisti negli stessi luoghi che va gestito. Il tema del sovraffollamento di alcuni luoghi diventa paradossale quando a poche centinaia di metri o di chilometri ci sono luoghi che in altri paesi potrebbero essere dei grandi attrattori di turismo internazionale e invece non richiamano i numeri che meriterebbero. Dobbiamo utilizzare l’Italia intera”.

Gli itinerari

Il piano di valorizzazione del Mezzogiorno ha individuato dieci “Vie”, una proposta di itinerari turistici che saranno richiamati dalla cartellonistica autostradale, in fase di allestimento: 1) La Via dei Castelli; 2) La Via dell’Archeologia; 3) La Via Del Mito; 4) La Via del Mare; 5) La Via dei Parchi; 6) La Via della Storia; 7) La Via Della Fede; 8) La Via del Caffè; 9) La Via dello Sport; 10) Sulle orme di Bacco e Cerere.

© AgenziaCULT - Riproduzione riservata

Back To Top