skip to Main Content
Per alberghi e ristoranti una flessione complessiva che raggiunge addirittura il 37 per cento, pari a 41,6 mld

Oltre dieci miliardi di perdita rispetto al 2019 per i servizi culturali e ricreativi, libri e giornali nel 2020 a causa delle misure di contrasto all’emergenza da Covid-19 (numeri che corrispondono a una flessione del 26,5%). Per alberghi e ristoranti una perdita complessiva che raggiunge addirittura il 37 per cento rispetto all’anno scorso in una previsione ancora ottimistica con una ripartenza totale dal 1 ottobre. Sono le stime aggiornate, in peggioramento, dell’Ufficio Studi Confcommercio sugli effetti del lockdown a causa del coronavirus. 

Nella prima stima realizzata dall’ufficio studi lo scorso 26 marzo, al macrosettore ‘ricreazione, cultura e istruzione’ era stata assegnata una perdita di circa 8,5 miliardi, ma di questi, 6,5 (con un calo del 17%) erano a carico dei servizi culturali e ricreativi, dei libri e dei giornali. Il settore maggiormente colpito, anche nella prima rilevazione, con un calo di oltre 23 miliardi di euro, era quello degli alberghi e della ristorazione con un decremento a carico dei servizi di alloggio di quasi 6 mld (con un calo del 22,5%).

Alberghi, bar e ristoranti, in particolare – prosegue Confcommercio –, sono i comparti che registrano le cadute più pesanti: -48,5% per i servizi di alloggio e -33,3% per bar e ristoranti. Per questi due importanti settori le stime sono molto prudenziali: le cadute potrebbero risultare a consuntivo decisamente più gravi se il ritorno alla “nuova” normalità sarà particolarmente lento.

“E’ evidente che con un crollo della domanda così pesante la sopravvivenza stessa di questi comparti di attività economica è messa a serio rischio – commenta Confcommercio -. Molto dipenderà dall’efficacia dei provvedimenti del Governo di sostegno alla produzione e al consumo, sia quelli già adottati sia quelli futuri. La strategia più logica e immediata di sostegno si riassume nella trasformazione delle perdite di reddito del settore privato, causate dalla chiusura forzata per il lockdown, in maggiore debito pubblico. Questo pilastro dei trasferimenti a fondo perduto a famiglie e imprese sembra in via di rafforzamento, e ciò offre qualche speranza per la ripresa”.

In base alle nuove ipotesi di progressiva e graduale riapertura delle attività economiche, e mantenendo la data del primo ottobre come la più realistica per il ritorno a una fase di totale normalità, seppure con l’attivazione di protocolli di sicurezza che modificheranno i comportamenti di famiglie e imprese, si stima per il 2020 un crollo complessivo dei consumi pari a quasi 84 miliardi di euro (-8% rispetto al 2019), valutazione prudenziale che, non si esclude, potrebbe anche peggiorare.

© AgenziaCULT - Riproduzione riservata

Back To Top