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“La commissione Cultura ha approvato un testo che sarà consegnato all’Aula” dopo un anno di “lavoro molto condiviso, un lavoro di democrazia partecipata e di costruzione del testo”. Un testo “che partiva con il sostegno alle start-up culturali e che invece, con il lavoro di confronto, ha voluto mettere mano a una definizione, in accordo anche con il Mibact, di impresa culturale e creativa”. Lo ha dichiarato la deputata del Pd Irene Manzi, relatrice in commissione Cultura della Camera della proposta di legge “Disciplina e promozione delle imprese culturali e creative”, intervenendo alla conferenza “La cultura fa impresa” organizzata a L’Aquila da Federculture, Agis, Forum del Terzo Settore e Alleanza delle cooperative italiane. “Questa – spiega – è una tappa d’inizio, perché fino ad oggi nella legge italiana mancava una definizione del genere, e il nostro testo è partito proprio da questo, dalla volontà di includere le diverse figure giuridiche”.

“È un lavoro in divenire, non ancora chiuso e irrigidito – ha sottolineato la Manzi – ci sarà la possibilità di confrontarsi molto laicamente. Il lavoro di questi mesi è stato infatti all’insegna della maggiore apertura al contraddittorio possibile. Manca una parte relativa all’aspetto economico, alla fiscalità di vantaggio e all’incentivazione rispetto alle nuove imprese culturali. Il testo infatti all’inizio lo prevedeva ma dopo un confronto con la commissione Bilancio la scelta era: o mantenere il testo nella sua rigidità e ambizione ma rischiare di vederlo bloccato in V commissione, oppure cercare anche di venire a patti e provare ad avviare un processo. Abbiamo quindi messo una prima pietra, un primo riconoscimento, abbiamo dato il segnale che da parte del legislatore c’è attenzione e capacità d’ascolto rispetto a una attività dinamica che si muove attorno a noi. Penso – ha concluso la deputata dem – che sia stato un segnale importante”.

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