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Il direttore della sede IED di Torino, Paola Zini: “I linguaggi creativi sono una risorsa e un’opportunità per le istituzioni culturali nella loro missione di raccontare il patrimonio e nel raggiungere nuovi pubblici attraverso le nuove tecnologie”
Sede IED Torino - Master Sul Digitale
IED Torino - Credits: Andrea Guermani

La cultura e la creatività sono due facce della stessa medaglia, ma oggi più che mai i linguaggi creativi sono una risorsa e una grande opportunità per le istituzioni culturali nella loro missione quotidiana di raccontare il patrimonio culturale, coinvolgere, educare e raggiungere vecchi e nuovi pubblici. In questo percorso creativo è diventato progressivamente sempre più centrale il digitale nella sua accezione più ampia rappresentato anche da nuovi formati e strumenti di comunicazione fino alle innovazioni tecnologiche più avanzate.

Parte da questi stimoli la scelta di IED Torino, che da oltre cinquant’anni forma migliaia di studenti nell’ambito del design a 360 gradi, di attivare un Master in ‘Innovazione e produzione digitale per la culturaper raccogliere la sfida dei prossimi anni di rendere la cultura sempre più accessibile e di trovare nuove forme di coinvolgimento di pubblici molto diversi tra loro attraverso le risorse messe a disposizione dal digitale, che consente modalità inedite di ascolto e di comprensione fornendo immaginari e soluzioni totalmente nuovi.

Paola Zini - Credits: Andrea Guermani
Paola Zini, direttore IED Torino – Credits: Andrea Guermani

In questo scenario, secondo Paola Zini, direttore IED Torino, mancano figure specifiche in grado di collegare e mettere in comunicazione competenze e missioni diverse. E’ qui che il Master, coordinato da Alessandro Bollo, gioca un ruolo strategico e arriva a formare professionalità che, partendo da background eterogenei, in ambito creativo e non, siano capaci di supportare le istituzioni culturali nell’evoluzione legata al digitale.

Zini – con alle spalle diverse esperienze in istituzioni culturali di primo piano – è alla guida della sede torinese di uno dei principali network di alta formazione nell’ambito del design, della moda, delle arti visive e della comunicazione ed è convinta che sempre di più serva alle istituzioni culturali “un dialogo tra professionisti che vengono da mondi propri delle industrie creative. Tuttavia – spiega Zini ad AgenziaCULT – chi opera con le istituzioni culturali possiede strumenti e linguaggi che non sempre dialogano tra loro in modo fluido. Se poi aggiungiamo la sfera del digitale – in questa sua fase di ‘esplosione’ -, ci si rende conto che occorrono conoscenze dirette e figure con competenze in queste tematiche”.

IL MASTER

Il master, quindi, insegna a guidare la transizione digitale per il mondo della cultura grazie a competenze multidisciplinari e interdisciplinari, realizzando progetti innovativi e complessi al fianco di importanti istituzioni. Il master individua questa esigenza e propone un percorso completo e complesso volto a fornire conoscenze e competenze, con un approccio didattico trasversale, legate al mondo dell’innovazione digitale.

I musei, gli archivi, i teatri, i beni e le attività culturali in generale manifestano un forte bisogno di essere accompagnati e supportati nel processo di adozione dell’innovazione digitale all’interno del loro complesso ecosistema. Per rispondere a queste necessità, il nuovo percorso forma figure professionali in grado di fornire una visione sistemica dell’innovazione digitale applicata ai processi di conservazione, valorizzazione, gestione, promozione, commercializzazione e fruizione del patrimonio, dei prodotti e servizi nel mercato dell’arte e della cultura, per facilitare le nuove sfide dell’ecosistema culturale.

A CHI SI RIVOLGE

Le recenti ricerche – ricorda Zini – confermano “un crescente bisogno del mercato di figure con competenze digitali, le stesse di cui necessita il mondo della cultura che finora si è avvalso di esperti provenienti da altri settori (comunicatori, divulgatori, professionisti del mondo dell’animazione e del virtuale), ma non sempre inseriti o in dialogo costante con le realtà medesime”.

Le figure in entrata arrivano dal mondo del design, delle arti visive, della comunicazione, della grafica, dei new media e della curatela. “Non è un ingresso ‘omogeneo’ – spiega il direttore -, ma si crea un’aula interdisciplinare proprio perché è necessario avere di partenza profili con competenze diverse ma che poi, una volta concluso il master, siano in grado di capire il mondo della cultura e di muoversi in esso con strumenti nuovi”.

SCUOLA DI CREATIVITÀ, NON DI MANAGEMENT

Le istituzioni culturali sono consapevoli di aver bisogno di competenze digitali, ma è un mondo complesso ed è spesso difficile fare scelte coerenti con i propri bisogni. Avere delle figure di riferimento preparate diventa, dunque, strategico in termini temporali, di contenuto ed economici.

Il professionista in uscita dal Master avrà gli strumenti culturali e tecnologici fondamentali per accompagnare le realtà culturali nella costruzione di progetti e prodotti di natura digitale. Usciranno professionisti dell’innovazione digitale in grado di strutturare progetti per attrarre nuovi pubblici; operare alla digitalizzazione di un archivio; costruire “altre” modalità di fruizione delle mostre; rendere sempre più inclusiva la fruizione del patrimonio, utilizzare nuovi linguaggi per i siti web; progettare soluzioni immersive e interattive; definire strategie social e digital.

INFORMAZIONI

ied.it

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