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Nel corso del XIII Convegno AIES a Napoli dal 14 al 16 dicembre si discuterà del futuro di queste persone estremamente qualificate ma che non riescono a trovare uno sbocco lavorativo adeguato al loro percorso di studi

Da anni viene evidenziata la carenza di funzionari tecnici della diagnosi, della conservazione, del restauro, ovvero chimici, fisici, biologi, negli istituti del Ministero della Cultura. In principio, il Ministero della Cultura prevedeva il profilo di funzionario diagnosta, profilo residuale istituito per tecnici non laureati le cui caratteristiche mansioni erano parzialmente sovrapponibili con quelle di un funzionario chimico o fisico o geologo. Riferisce Luca Tortora, chimico inorganico dell’Università Roma Tre: “In realtà uno scienziato che si occupa di diagnostica nei Beni Culturali ha bisogno di conoscenze molto approfondite su più ambiti che vanno dalla fisica dei materiali, alla chimica organica ed inorganica passando dalla biologia fino ad arrivare alla geologia. Queste conoscenze così ampie sono richieste proprio perché il Conservation Scientist si può trovare ad effettuare indagini scientifiche sui materiali più disparati (dal materiale cartaceo al lapideo o al biologico). In più, tutte queste competenze dovrebbero essere affiancate da una conoscenza del contesto storico-artistico in cui ci si muove. Ciò permette di poter analizzare un’opera d’arte o in generale un manufatto con la consapevolezza dei materiali e delle tecniche di realizzazione utilizzate in quel periodo o da quel determinato artista”.

La figura del diagnosta di vecchia concezione è in realtà una figura meramente tecnica volta ad un’analisi strumentale di facile interpretazione. “Il problema – continua Tortora – è che le tecniche di diagnostica in questo ambito diventano sempre più complesse e sofisticate ed il personale tecnico di vecchia concezione non è qualificato abbastanza per svolgere le misure e per interpretarle”.

All’inizio degli anni 2000 è stato istituito un percorso di laurea per la formazione di esperti scientifici dei Beni Culturali. All’interno di questi corsi di laurea i ragazzi studiano differenti materie da quelle di base quali fisica, chimica, biologia, matematica a quelle più di indirizzo quali archeometria, paleobiologia, geochimica, museologia, restauro e storia dell’arte. Purtroppo in concomitanza con l’istituzione di questo corso di laurea non è stato adeguata la normativa del settore Beni Culturali che consentisse l’inserimento lavorativo di questi professionisti collocandoli nel mansionario dei funzionari del ministero della cultura o nel quadro delle attività previste in materia del codice degli appalti. Insomma, lo Stato ha creato una figura professionale di cui avrebbe estremo bisogno ma non ne prevede il reclutamento nei concorsi né ne ha riconosciuto nel tempo la figura ufficiale. Solo più tardi nel 2014 è stata assegnata un’etichetta ufficiale condivisa come categoria professionale ovvero quella degli esperti scientifici dei Beni Culturali che prima non esisteva.

Migliaia di ragazzi che hanno già completato questo percorso di studi, si trovano oggi in un limbo: non trovano lavoro nei beni culturali nonostante si siano formati esclusivamente per quello, non possono iscriversi all’ordine dei chimici e dei fisici e quindi non possono esercitare da liberi professionisti, hanno una laurea altamente specifica e profilata ma non sanno che farsene.

Nel corso del XIII Convegno AIES “Diagnosi, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale”, che si svolgerà a Napoli dal 14 al 16 dicembre prossimi, presso l’auditorium del MANN-Museo Archeologico Nazionale di Napoli, è prevista una tavola rotonda dove si discuterà con soggetti pubblici e privati del futuro di queste persone estremamente qualificate ma che non riescono a trovare uno sbocco lavorativo adeguato al loro percorso di studi. La tavola rotonda si terrà il 15 dicembre dalle 12:00 alle 13:00. Moderata dal prof. Luca Tortora. Partecipanti: Istituto Centrale per il Restauro (D.ssa Marcella Ioele); Fondazione Scuola Beni e Attività Culturali (D.ssa Marzia Piccininno); Università di Roma La Sapienza (Prof Luigi Campanella e Prof Giovanni E. Gigante); ANED BC (D.ssa Carlotta Sasso Perasso).

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