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La grande architettura internazionale protagonista al museo Maxxi di Roma grazie a due mostre che rendono omaggio a Zaha Hadid e Yona Friedman. “Oggi inauguriamo una vera festa dell’architettura”, ha sottolineato la presidente della Fondazione Maxxi, Giovanna Melandri, presentando le esposizioni “L’Italia di Zaha Hadid” e “Yona Friedman. Mobile Architecture, People’s Architecture”. “Questa è una giornata un po’ commovente per tutti noi, per tanti significati. C’è un po’ di malinconia a inaugurare questa mostra senza Zaha Hadid, ci rattrista non averla con noi ma allo stesso tempo ci carica anche di responsabilità. Questo è più che un omaggio che abbiamo voluto fare, è un pezzo della storia dei nostri giorni”, ha spiegato la Melandri.

Presenti alla conferenza stampa, tra gli altri, Hou Hanru, Direttore artistico Maxxi e curatore della mostra, Patrik Schumacher, Principal Zaha Hadid Architects, Woody Yao curatore di L’Italia di Zaha Hadid, Elena Motisi, curatrice di Yona Friedman. Mobile Architecture, People’s Architecture, Pippo Ciorra, curatore di L’effimero in scena, e gli architetti Yona Friedman e Franco Purini

“Ho avuto il privilegio di lavorare con Zaha e il suo studio”, ha dichiarata Margherita Guccione, direttrice Maxxi Architettura. “Quello che presentiamo oggi è un tributo ma è anche l’avvio di un percorso sul pensiero di Zaha. La mostra non è solo una celebrazione ma l’avvio di un ragionamento critico, è l’occasione per avviare un percorso e per capire cosa significa il suo lavoro per l’architettura del futuro”.

E’ stato inoltre presentato il progetto “L’Effimero in scena. Omaggio al Teatrino Scientifico dell’Estate Romana” che riporta sulla piazza del Maxxi il teatro temporaneo pensato nel 1979 da Franco Purini e Laura Thermes, che accoglierà il programma estivo del museo. “Noi vogliamo offrire uno spazio di riflessione per la città” ha commentato la Melandri. “Sono felice della ricostruzione del Teatrino Scientifico, perché il passato contiene molte risorse per il futuro”, ha commentato l’architetto Franco Purini.

L’Italia di Zaha Hadid

Considerata come uno degli architetti più influenti e visionari del nostro tempo, Zaha Hadid ha ridefinito l’architettura del XXI secolo e catturato l’immaginazione di tutto il mondo. Un anno dopo la sua improvvisa scomparsa, il MAXXI ospita dal 23 giugno 2017 al 14 gennaio 2018 L’ITALIA DI ZAHA HADID a cura di Margherita Guccione (Direttore MAXXI Architettura) e Woody Yao (Direttore Zaha Hadid Design). Organizzata in collaborazione con Zaha Hadid Design, Zaha Hadid Architects e la Fondazione Zaha Hadid, la mostra intende evidenziare l’intenso e duraturo rapporto dell’architetto con il nostro paese a partire da progetti come il Terminal Marittimo di Salerno, il Messner Mountain Museum a Plan de Corones, City Life a Milano e, naturalmente, il MAXXI.

Allestita negli spazi della più spettacolare galleria del museo, la Galleria 5 con la grande vetrata che si proietta sulla piazza, la mostra esplora a 360 gradi l’opera e il pensiero di Hadid: dai bozzetti pittorici e concettuali ai modelli tridimensionali, dalle rappresentazioni virtuali agli studi interdisciplinari, insieme a oggetti, video, fotografie capaci di rivelare lo sforzo costante di ricerca pionieristica e sperimentale.

Un’ampia sezione è dedicata al rapporto di Zaha con il design made in Italy, con cui ha stretto interessanti e ripetuti sodalizi creativi e produttivi. Anche quando disegna oggetti e arredi, Zaha rimane sempre e prima di tutto un architetto: I suoi oggetti occupano lo spazio come vere e proprie architetture. Dai divani per B&B Italia e Cassina alle sedie, le panche, i tavoli per Sawaya & Moroni; dalle lampade per Slamp, ai vasi e i centrotavola per Alessi e le librerie componibili per Magis, con incursioni nel mondo dell’alta gioielleria con l’anello B.zero1 e della moda con l’esclusiva borsa disegnata per un evento charity di Fendi.

Yona Friedman. Mobile Architecture, People’s Architecture

A Yona Friedman (Budapest 1923), architetto visionario, figura dirompente e creativa al di fuori di ogni confine disciplinare, dal pensiero straordinariamente attuale, è dedicata la mostra YONA FRIEDMAN. Mobile Architecture, People’s Architecture a cura di Gong Yan e Elena Motisi, dal 23 giugno al 29 ottobre 2017. Organizzata da Power Station of Art, Shanghai – dove è stata presentata nel 2015 – questa grande mostra arriva al MAXXI in una nuova veste, pensata appositamente insieme all’architetto.

Per Friedman – che nel 2016 ha realizzato per la Serpentine Gallery di Londra una struttura modulare che sembra disegnata nell’aria – chiunque può progettare e realizzare la propria architettura attraverso strutture mobili semplici e flessibili, dalla casa alle “città spaziali” che fluttuano al di sopra delle città reali. Per questa mostra, la sua celebre Ville Spatiale (1958 – 62), tema centrale dell’opera di Friedman, si sposta su Roma: una griglia aerea sul territorio, con corridoi e abitazioni progettati da chi le abita, riprodotta in un grande modello di 9 metri di lunghezza in dialogo con alcune visioni inedite dedicate alla città di Roma e al MAXXI realizzate per questa occasione.

E ancora lo Street Museum (2017). Accanto a questo, disegni inediti degli anni Sessanta, le sue strutture mobili e “improvvisate” insieme alle istruzioni per realizzarle, fotomontaggi, video e una selezione di film d’animazione. E siccome per lui il museo contemporaneo deve esporre ciò che è davvero importante per le persone, ha realizzato per il MAXXI uno Street Museum temporaneo, pensato per accogliere 16 oggetti dei cittadini, scelti perché significativi per loro e che, esposti nelle teche della struttura, diventano “opera”.

L’effimero in scena. Omaggio al Teatrino Scientifico dell’Estate Romana

In occasione dei suoi 40 anni, l’Estate Romana ideata e promossa da Renato Nicolini, che negli anni Settanta portò le iniziative culturali nello spazio pubblico, fuori dalle sedi tradizionali, rivive al MAXXI con la ricostruzione parziale di uno dei luoghi più iconici della sua storia: il Teatrino Scientifico di Franco Purini e Laura Thermes del 1979. Un progetto a cura di Pippo Ciorra, con una serie di spettacoli, conferenze e workshop dedicati a discutere l’eredità e l’attualità di quel progetto e una mostra di progetti di giovani architetti selezionati con il bando europeo Future Architecture Platform, che presentano una serie di progetti per spazi pubblici di Roma.

Il museo in collaborazione con lo studio Purini Thermes, ricostruisce nella piazza parte del teatrino originale, riproponendo idealmente ciò che Nicolini amava chiamare il Meraviglioso Urbano e offrendo un palcoscenico d’eccezione al ricco programma di eventi offerto dal Museo per una nuova estate romana.

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