Raddoppiare le risorse da destinare alla cultura “perché i fondi si possono trovare” e affidare la gestione dei luoghi della cultura a giovani professionisti del settore. Ma anche la speranza che l’Italia diventi un paese più maturo, colto, che legge di più. E l’auspicio che la cultura riesca progressivamente a permeare la vita quotidiana degli italiani. Bruno Murgia, deputato nuorese di Fratelli d’Italia e membro della VII Commissione Cultura della Camera, rivendica con decisione uno spazio importante per la destra italiana nella costruzione di una visione culturale del Paese. “Abbiamo una idea dell’economia più sostenibile – spiega ad AgCult -, vediamo le città, l’innovazione tecnologica, l’ambiente. Siamo contrari al consumo del suolo, siamo per concetti molto semplici: ricostruire, ristrutturare, rigenerare”.
Le risorse per la cultura
“Occorre creare un sistema che si rivolga all’industria culturale in generale – spiega Murgia, presidente del Cda dell’Istituto superiore regionale etnografico (Isre) di Nuoro -. L’Italia è la cenerentola in Europa sui fondi destinati alla cultura. Raddoppiare gli investimenti significa avere la possibilità di occuparsi della cultura di base: biblioteche, le associazioni, le scuole, le soprintendenze”.
Certo, occorre dedicarsi anche alla grande cultura, ai grandi eventi. “Lo ha fatto meritoriamente anche il ministro Franceschini creando dei grandi poli di eccellenza che possono comunicare all’estero. Ma questo da solo non basta. La cultura deve entrare nella vita delle persone. Andare al museo deve diventare come andare dal medico di base. Deve entrare nella quotidianità”.
Ma per fare questo è necessario reperire e attrarre risorse aggiuntive. “Quando abbiamo necessità di risorse, improvvisamente escono fuori – spiega il deputato di Fratelli d’Italia -. Non si capisce perché i tagli si fanno sempre prima alla cultura. Investire un miliardo in più in cultura non è la fine del mondo, le risorse si trovano ma bisogna averne la volontà. Bisogna tagliare gli sprechi, gestire meglio la sanità e eliminando i grandi centri di clientela”.
I professionisti della cultura
Secondo Murgia (che oggi sarà nelle Marche per visitare i luoghi del terremoto), la gestione dei beni culturali va fatta dai professionisti. “Bisogna prevedere per le istituzioni pubbliche il personale migliore possibile: non si vive con i volontari, non si vive con il servizio civile. Il personale deve essere qualificato. Va bene anche il percorso intrapreso con la Riforma del sistema museale e i direttori scelti con una selezione internazionale. Ma, ripeto, non basta: va bene il grande direttore, ma affianco deve esserci anche un gruppo di giovani preparato e professionale”.
In Parlamento
In ambito culturale ci sono ora molti provvedimenti all’attenzione del Parlamento, ma su tutti incombe il rischio elezioni anticipate che potrebbe impedirne l’approvazione. “Ce ne sono alcuni interessanti – spiega -. Ad esempio la delega al governo per i reati contro il patrimonio culturale e soprattutto quello sul cinema che io stesso ho votato pur avendo la mia visione personale. Sono tuttora convinto che sia una legge che penalizzi i piccoli, le case di produzione indipendenti ma certamente ha molti profili buoni: la visione del cinema che entra nella società, le sale cinematografiche e comunque un investimento nella realtà dell’audiovisivo sicuramente meritorio”.
Non dà molto peso alla manovrina ora al vaglio della commissione Bilancio della Camera per concentrarsi sulla Manovra di fine anno, sempre che le elezioni anticipate che aleggiano nell’aria consentano di arrivarci. “Un grosso sforzo lo faremo nella manovra di bilancio di fine anno. Lì cercheremo di fare emendamenti di sostanza, soprattutto sulle risorse cercando di riorientare i fondi. Estende l’art bonus, abbassare le cifre per far lavorare non solo le grandi aziende, ma anche chi è più piccolo. Riuscire a finanziare piccoli progetti”.
Bonus cultura per i diciottenni
Se da un lato riconosce al governo di aver adottato misure condivisibili, dall’altro Murgia si dice contrario al bonus per i diciottenni. “Nella mia esperienza al museo antropologico ed etnografico ho visto come realtà come l’Isre hanno bisogno di fondi ogni giorno e poi bisogno vedere che queste risorse vanno via per il diciottenne. Il giovane ci arriverà a fare il consumo culturale, non è necessario ‘drogarlo’”.
La destra italiana e la cultura
Non solo immigrati e sicurezza (anche se per il deputato nuorese restano temi validi e importanti). “Anche la destra può occuparsi di queste cose, anche noi abbiamo dei contenuti culturali: abbiamo una visione dell’economia più sostenibile, vediamo le città, l’innovazione tecnologica, l’ambiente. Io sono contrario al consumo del suolo, siamo per concetti molto semplici: ricostruire, ristrutturare, rigenerare. Questa è la nostra bussola in una visione tradizionale della società e un punto dell’agenda della nostra proposta di governo”.