È stato firmato presso la Camera dei deputati l’accordo quadro tra la scuola “a rete” Digital Cultural Heritage e Dariah-IT, il nodo italiano della Digital Research Infrastructure for the Arts and Humanities. La collaborazione, che si avvia oggi in modo ufficiale, vuole dare, nell’ambito delle digital humanities, un senso più profondo alle infrastrutture della conoscenza con l’obiettivo di “sensibilizzare, formare, trasformare i risultati della ricerca, promuovere servizi e buone prassi avanzate” all’interno di una visione per migliorare la qualità della vita di tanti. La firma è avvenuta alla presenza della presidentessa della Commissione Cultura della Camera Flavia Piccoli Nardelli che, in apertura della conferenza di presentazione, ha voluto sottolineare il ruolo della Commissione di favorire il sistema tra le risorse migliori e che la stessa commissione segue con grande attenzione i problemi del digitale. Sono intervenuti alla presentazione dell’accordo Gilberto Corbellini, Direttore Dipartimento scienze umane e sociali Cnr, Germani Paini, dell’Università di Torino come rappresentante della Presidenza di DiCultHer. Hanno siglato l’accordo Emiliano Degli Innocenti, coordinatore nazionale Dariah.it e Carmine Marinucci, segretario generale di DiCultHer.
Per la presidentessa della Commissione Cultura è “importante che queste due realtà si mettano insieme per ottimizzare il lavoro reciproco. Mettere a sistema è uno degli obiettivi che la nostra commissione persegue perché i problemi che abbiamo sempre di fronte sono quelli della frammentazione e dell’incapacità di fare sistema. Il compito che una commissione Cultura può svolgere è anche questo: mettere insieme le risorse migliori che abbiamo”.
Piccoli Nardelli ha ricordato, poi, “la battaglia fatta già tanti anni fa, quando si tentò di sostenere la ricerca umanistica in ambito scientifico. Allora fu una battaglia persa. Le cose sono andate avanti e questo è rimasto un ambito abbastanza soffocato e ristretto. Invece oggi, l’Europa spinge fortissimamente per la ripresa di questi temi”. La rivoluzione digitale, ha aggiunto la presidentessa della VII Commissione, “sta contribuendo a trasformare in maniera sostanziale anche il settore dei beni culturali imponendo un modo nuovo di affrontare tematiche tradizionali”.
Questa novità solleva questioni importanti: la responsabilità, l’identità culturale, la privacy, la proprietà intellettuale, la protezione e la sicurezza dei dati. “Sono tutti aspetti su cui la Commissione viene chiamata di volta in volta a intervenire. Con la preoccupazione, a volte, di dover normare su temi che cambiano a grande velocità”. Il passaggio al digitale consente però potenzialità “sempre più ampie e importanti nella gestione del patrimonio culturale ma anche nella prevenzione dei danni al patrimonio”.
L’Europa ha sostenuto moltissimi progetti che vengono applicati alla valorizzazione, alla promozione e alla tutela del patrimonio culturale. “Penso alla gestione degli archivi e biblioteche – ha detto Piccoli Nardelli -, la gestione rinnovata dei grandi musei nazionali, penso poi alle prassi virtuose che stanno legando il mondo dei beni culturali al mondo dell’istruzione e della ricerca. Penso alla legge 107 in cui molte risorse, un miliardo, sono state investite nella scuola digitale. Penso anche alle 35 azioni che interessano Miur e Mibact. Sono i temi su cui si sta concentrando il lavoro della Commissione”. Ma sono anche i temi su cui DiCultHer sta lavorando, ha concluso Piccoli Nardelli, “per cercare di portare a termine l’obiettivo nato con la sua formazione: accompagnare, cioè, una serie di processi, di aiutarli a realizzarsi e di coinvolgere in questa cultura digitale quanto più possibile un mondo ampio”.
Leggi anche:
Camera, martedì sarà illustrato l’Accordo quadro fra la Scuola a rete DiCultHer e DARIAH.it