Un viaggio nel presente e nel futuro delle periferie urbane, la potenza della cultura che demolisce i muri del degrado rigenerando il capitale sociale per stabilire un nuovo legame tra cittadini. E ancora: approcci innovativi, politiche che scommettano convintamente sulla cultura come pilastro per costruire il rilancio delle città. Se ne discuterà l’8 giugno a Roma al convegno “Futuro Periferie. La cultura rigenera”, organizzato dalla Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane (DGAAP). Con un obiettivo: presentare una proposta che, a normativa vigente, sia in grado di aiutare le pubbliche amministrazioni a promuovere e sostenere anche progettazioni ‘dal basso’. Avendo le associazioni, portatori di interesse delle aree marginali, come interlocutori privilegiati. “Volevamo fare qualcosa di più”, dichiara ad AgCult Federica Galloni, direttore generale della DGAAP, struttura centrale del Ministero dei beni, delle attività culturali e del turismo (Mibact) che si dedica alla contemporaneità. “Quello che dobbiamo fare lo sappiamo, le azioni chiave le conosciamo. Ora si tratta di aprire con queste ‘chiavi’ le porte: trovare buone pratiche per promuovere con le pubbliche amministrazioni, a normativa vigente, un nuovo modo di progettare gli interventi di riqualificazione urbana”.
I seminari preparatori
Il convegno è stato preceduto da tre seminari, parte integrante di esplorazione di spazi trasformati, abilitati, esempi virtuosi di nuovi modelli di urbanità: un percorso a tappe preparatorio dell’evento programmato a giugno, organizzati in tre città, Catania, Parma e Novara, da sud a nord, per condividere e approfondire iniziative capaci di promuovere la rigenerazione delle parti più in difficoltà delle nostre città, con limitate risorse pubbliche. “I seminari preparatori – spiega Federica Galloni – sono stati fatti come ricognizione sul territorio per raccogliere nel giro di sei mesi le esperienze delle macroaree italiane Centro, Sud e Nord. Coinvolgendo amministratori locali, associazioni ed esperti di processi partecipati”. E aggiunge: “Volevamo che il convegno fosse un convegno di proposta: l’obiettivo sarà produrre alcuni statement per cercare di agire a normativa vigente, abilitare le pubbliche amministrazioni per promuovere anche progettazioni che provengono dal basso”. E’ importante, infatti, “avere le associazioni, portatori di interesse delle aree marginali, come interlocutori privilegiati”.
I seminari sono stati inoltre l’occasione per valutare l’attuale organizzazione dei rapporti tra gli attori coinvolti nella rigenerazione urbana, le dinamiche organizzative, i contributi portati allo sviluppo dei processi, dall’alto e dal basso, per individuare con esattezza “chi fa che cosa” e definire modelli operativi standard.
Il programma e i partecipanti
Il convegno parte da domande fondamentali cercando risposte condivise: il valore della cultura nelle periferie, cosa insegnano le più importanti esperienze nazionali in merito? Come potenziare il ruolo dei progetti culturali rispetto alle strategie di rigenerazione delle periferie urbane? Il programma, organizzato in un’unica giornata, prevede la prima parte di saluti istituzionali con la Conferenza delle Regioni, l’Anci, la Regione Lazio e il Comune di Roma. E ancora il vicesegretario generale della Presidenza del Consiglio e il saluto di Roberto Morassut, vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie. L’apertura dei lavori è affidata al direttore generale Federica Galloni.
Nella mattinata sono previsti due approfondimenti con le relative proposte di esperienze e tavole rotonde: ‘Una geografia delle periferie italiane’ e ‘La cultura per la rigenerazione della città’. Successivamente gli interventi istituzionali a cominciare dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni e a seguire il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti e il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini. Nel pomeriggio altri due temi: ‘Rigenerazione culturale: attori, risorse, processi’ e ‘Un’agenda per il futuro delle periferie’.
Le periferie oggi
Troppo spesso i problemi, il degrado fisico e le contestuali criticità sociali, oltre che la scarsa e scadente dotazione di attività economiche e servizi, caratterizzano molte periferie italiane. Intercettare e sfruttare i flussi di risorse di varia natura, stabilire nuove relazioni tra questi luoghi e il resto della città, è prioritario, per tutti. Che fare dunque? Da dove partire per trasformare il contesto esistente? Le esperienze in Europa e in Italia confermano chiaramente come la componente culturale rivesta un ruolo sempre più rilevante delle politiche di sviluppo urbano. Perciò è di particolare interesse valutare con quali modalità si possano riutilizzare gli spazi in chiave progettuale e con quale mix funzionale.
Mettere al centro delle azioni di valorizzazione il capitale sociale e territoriale, anche in chiave multiculturale. Stabilire processi di sviluppo economico locale e modalità di collaborazione tra gli attori e le strutture di governance. Temi all’ordine del giorno che grazie al convegno “Futuro Periferie” troveranno ampio spazio di approfondimento e discussione, tra esperti e amministratori che illustreranno le esperienze più interessanti da sviluppare nelle periferie italiane più in difficoltà.