La cultura è un “asset strategico dell’Italia e un forte elemento di competitività internazionale. Il Parlamento si appresta in queste settimane a votare un ddl sulla materia che però non possiamo non definire rinunciatario. È una questione politica importante, c’è la necessità di fare qualcosa che possa migliorarlo, occorre superare la definizione unitaria di imprese culturali con quelle creative”. Lo ha detto Andrea Cancellato, nel corso del suo intervento alla Conferenza “La cultura fa impresa”, organizzata a L’Aquila da Federculture, Agis, Alleanza cooperative italiana e Forum Terzo Settore. “Ci sembra un peccato non utilizzare questo momento per definirle meglio, quindi distinguere in modo preciso cos’è una impresa culturale rispetto a cos’è un’impresa creativa. Sarebbe un grave errore non farlo. Sono due attività complementari ma sono anche attività che hanno elementi di diversità. Nel momento in cui si fa una legislazione precisa su questo tema – ha concluso Cancellato – penso si debba varare il tema della fiscalità di settore”.
Un tema, quello economico, che trova conferma anche nei numeri illustrati da Andrea Ferraris, presidente di Alleanza cooperative italiane: “Le Cooperative che operano nei 700 siti – tra musei e luoghi di cultura – intercettano circa 15 milioni di visitatori l’anno. Le Cooperative occupano inoltre il 45% degli impiegati di questo settore”. Il comparto della cultura, aggiunge, “è talmente variegato e ramificato nei territori, che ha bisogno della cooperazione tra soggetti diversi. Il fatto che le imprese pubbliche e private, il volontariato, si riuniscano attorno a un tavolo, può essere un metodo che nel nostro settore è fondamentale”, ha concluso Ferraris.