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Va avanti il riconoscimento da parte della legge italiana delle imprese culturali e creative, si fermano invece le agevolazioni fiscali e l’attenzione economica al settore. Ma gli obiettivi iniziali non sono archiviati, anzi. L’appuntamento è solo rimandato alla Legge di Bilancio. Anna Ascani, deputata Pd della Commissione Cultura della Camera e firmataria della proposta di legge “Disciplina e promozione delle imprese culturali e creative”, dichiara ad AgCult di essere “soddisfatta solo al 50 per cento” per il via libera condizionato della Commissione Bilancio alla sua proposta di legge. Una pdl che ha avuto un percorso assai accidentato a Montecitorio e che nel suo iter ha perso più di un pezzo importante rispetto al testo iniziale. Ma l’esponente dem non si arrende e studia soluzioni alternative.

“Il nostro intento era avere una legge con due gambe – dichiara ad AgCult -. Da un lato il riconoscimento dal punto di vista definitorio: cioè raccontare all’Italia che esistono le imprese culturali e creative, che producono un valore aggiunto per l’economia nazionale pari a 90 miliardi di euro e che non hanno ancora un riconoscimento da parte della legge italiana. Dall’altro lato dovevano esserci gli incentivi fiscali e l’attenzione anche economica a questo mondo. Quando abbiamo definito il testo in commissione sembrava dovessimo andare a votare a breve e abbiamo dovuto accelerare. Adesso che l’ipotesi del voto si è allontanata, varrà la pena riprendere il discorso economico in sede di legge di Bilancio”.

Lo stallo in commissione Bilancio

La V Commissione della Camera nell’ultima seduta ha dato parere positivo al testo ‘chiedendo’ tuttavia di recepire alcune correzioni. In particolare, l’ultimo stallo – che aveva determinato un nuovo stop in commissione Bilancio – era rappresentato dalle problematiche relative alla concessione di immobili pubblici alle imprese culturali e creative. La commissione, d’accordo col governo, ha chiesto di “sopprimere il riferimento all’acquisizione della sede da parte delle imprese culturali e creative”; inoltre di “prevedere che non solo gli oneri di manutenzione ordinaria, ma anche quelli di manutenzione straordinaria, fossero a carico del concessionario” e, infine, di “sopprimere il riferimento all’eventuale subconcessione del bene”. E così ora la Commissione Cultura, a cui il provvedimento è affidato in sede referente, dovrà fare.

L’Art bonus corre in soccorso

Nonostante questo Anna Ascani appare fiduciosa. “Sugli immobili – dice – vedremo se si trova una soluzione diversa. Stiamo valutando di collegare le disposizioni all’Art Bonus in modo da poter inserire anche le imprese culturali e creative tra quei soggetti che possono avere le agevolazioni previste dalla Legge”. In questo modo si potrebbero superare le condizioni poste dalla Commissione Bilancio. “Le condizioni della Bilancio vanno ovviamente recepite – chiarisce Ascani -, ma uscendo dal perimetro stretto del demanio forse riusciamo a trovare una soluzione accettabile anche per le imprese culturali e creative. Resta comunque il fatto che la parte più importante della legge non è più quella economica, ma quella di definizione”.

Impresa culturale o creativa?

Il dibattito sulle imprese culturali e creative è al momento molto attuale e c’è chi vorrebbe che questa legge prevedesse una distinzione tra le due tipologie di imprese. “Personalmente – dice l’esponente dem – non credo che sia utile una distinzione tra imprese culturali e creative. Quando parliamo di cultura noi dobbiamo includere non escludere. Quindi è necessario immaginare la cultura come un mondo molto ampio che produce quasi 90 miliardi di euro di valore aggiunto. Se cominciamo a mettere paletti dentro il mondo della cultura, invece di aiutare lo sviluppo di questo settore rischiamo di produrre uno scontro tra realtà che vanno nella stessa direzione”.

In dirittura d’arrivo il sostegno all’Umbria Jazz

Anna Ascani, oltre ad aver firmato il testo sulle imprese culturali e creative è anche relatrice della legge, al momento all’esame dell’Aula di Montecitorio, che prevede il sostegno e la valorizzazione, con un milione di euro l’anno, dell’Umbria Jazz Festival. “La prossima settimana dovremmo riuscire a riportare in Aula il provvedimento. Sono stati presentati solo due emendamenti quindi i tempi di approvazione dovrebbero essere rapidi”. Poi al Senato dovranno essere altrettanto bravi. “Essendoci le firme di tutti i gruppi politici e un accordo generale, spero si riesca, non dico prima dell’inizio dell’edizione 2017, ma almeno durante l’edizione 2017, ad approvare questo strumento molto importante, quasi dovuto”.

 

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