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“Estendere al più alto numero di ragazzi, bambini e famiglie l’accesso libero e gratuito alla musica”, propone il senatore Udc con un disegno di legge che istituisce in Italia la “Fondazione nazionale per il sistema delle orchestre giovanili e infantili”, sul modello ideato e promosso in Venezuela da José Antonio Abreu
Orchestra

“Nonostante una tradizione musicale eccelsa, l’Italia risulta tra i Paesi europei più arretrati sotto il profilo dell’educazione musicale”. Gli investimenti pubblici nel settore, soprattutto per gli aspetti educativi, “sono praticamente inesistenti”, per cui “lo Stato deve farsi promotore di un’iniziativa volta all’attuazione di un ampio progetto che veda la musica come veicolo per un’opportunità di riscatto delle generazioni più giovani e sfortunate”. L’Italia “dovrebbe trarre spunto dall’emblematica esperienza del modello venezuelano per dare inizio a una nuova stagione di rinnovo sociale basato sulla fondamentale esperienza della musica, in grado di attivare un vero e proprio sistema integrato di formazione musicale che allontani i giovani dalla strada, dalla criminalità e dalla droga, offrendo loro un’occasione di riscatto esistenziale, la possibilità gratuita di farsi una cultura cioè una vita”. Così il senatore Antonio De Poli (Udc) nel presentare il suo disegno di legge “Istituzione della Fondazione nazionale per il sistema delle orchestre giovanili e infantili in Italia”.

“Il nostro Paese, pur essendo la culla dell’arte e della cultura, non riconosce espressamente la musica come elemento essenziale dell’educazione – osserva De Poli -. La formazione in questa disciplina, infatti, versa in un cattivo stato di salute, essenzialmente per le carenze in ambito didattico e per l’inadeguatezza dei programmi ministeriali nelle scuole di ogni ordine e grado, negli istituti pareggiati, nelle scuole professionali e nelle accademie. Inoltre, a causa delle varie riforme dell’organizzazione scolastica, la musica riveste un molo sempre più marginale tra le materie di insegnamento, fino a non accompagnare più il processo di crescita dei giovani”. E ancora: “L’insegnamento di qualità è riservato all’ambito dei conservatori che offrono professionalità tecniche soltanto per un numero ristretto di ragazzi. Ma la musica non deve essere elitaria, anzi la sua capacità di raffigurare un mondo simbolico e di utilizzare un linguaggio universale può costituire un veicolo per raggiungere tutti i segmenti della popolazione e in primo luogo le fasce d’età dei bambini e degli adolescenti”.

De Poli cita quindi l’“esemplare” modello adottato da decenni in Venezuela: il “Sistema nazionale di orchestre giovanili e infantili”, nato nel 1975 su iniziativa del maestro José Antonio Abreu, direttore d’orchestra ed ex ministro della Cultura nel paese sudamericano. Questo progetto, ricorda il senatore Udc, “coinvolge oggi 250.000 bambini e ragazzi, tutti provenienti dai quartieri più poveri e squallidi di Caracas e dell’intero Venezuela, riuniti in 140 compagini giovanili (da dodici a ventisei anni di età), 125 infantili (da sette a dodici anni di età) e le nuove orchestre pre-infantili (da quattro a sette anni di età) oltre a 300.000 coristi”. In Italia, invece, “le orchestre e cori giovanili sono, attualmente, iniziative locali (ad esempio l’Orchestra giovanile italiana di Fiesole e la JuniOrchestra dell’Accademia di Santa Cecilia), e, nonostante realizzino eventi musicali di eccezione, rischiano di essere vanificati in assenza di un disegno complessivo di sviluppo sociale della gioventù”, avverte De Poli che ritiene “indispensabile che il nostro Parlamento si attivi per un’azione di sistema volta a offrire a livello nazionale opportunità di accesso gratuito alla musica a un numero sempre maggiore di ragazzi”.

Per De Poli “è indispensabile l’istituzione di una fondazione senza scopo di lucro, ovvero di un ente ad hoc che faccia propri gli obiettivi del sistema musicale venezuelano, quale unico punto di riferimento nazionale sul quale far convergere gli sforzi per garantire l’avvio di un processo duraturo, con obiettivi precisi e risultati misurabili. Obiettivo principale di tale fondazione deve essere quello di stabilire e di affermare un nuovo modello educativo musicale con metodologie appropriate a ciascuna realtà sociale per estendere al più alto numero di ragazzi, bambini e famiglie l’accesso libero e gratuito alla musica e alle espressioni dell’arte al fine di sviluppare la personalità dei singoli attraverso la pratica costante della disciplina, del rispetto e della passione”. La fondazione dovrà definire, d’intesa con le regioni, “un piano strategico-operativo per coordinare le iniziative e per sostenere la creazione di orchestre giovanili nelle situazioni più disagiate delle città italiane. Occorrerà, peraltro, fare perno sui comuni affinché, garantendo l’utilizzo delle loro strutture, essi si rivelino le fucine per la diffusione capillare del sistema delle orchestre e dei cori giovanili in tutto il territorio nazionale, ma allo stesso tempo promuovendo e consolidando le specificità culturali delle diverse aree del Paese”.

La fondazione, inoltre, aggiunge De Poli, “avrà lo scopo di creare occasioni di dibattito e di confronto nazionali sulle tematiche legate allo sviluppo socio-culturale tramite attività educative basate sulla musica. Sarà, dunque, necessario elaborare progetti per la richiesta di finanziamenti presso l’Unione europea, i Ministeri competenti, le regioni, gli enti locali e i privati nonché predisporre un piano di comunicazione adeguato per la diffusione di esperienze e progetti. Infine, dovrà essere assicurata la piattaforma operativa e amministrativa per la formazione delle risorse umane. È prevista, inoltre, l’adesione al progetto delle realtà musicali dei territori competenti e delle associazioni nazionali di settore, quali Federculture e Associazione nazionale dei comuni italiani. Le prime sperimentazioni di orchestre giovanili – afferma il senatore Udc – potranno essere avviate in città italiane che geograficamente rappresentano tutto il territorio peninsulare e che storicamente hanno provato esperienze simili votate alla musica e ai giovani disagiati: ad esempio Napoli, Roma e Milano. In seguito potranno essere individuate altre città nelle quali avviare ulteriori sperimentazioni”.

IL DDL

Il primo articolo del ddl De Poli stabilisce che la Repubblica riconosce e promuove la musica lirica, sinfonica e cameristica, quali componenti fondamentali del patrimonio culturale, artistico, sociale ed economico del Paese, nonché elementi qualificanti per la formazione e per la crescita socio-culturale dei cittadini e in particolare delle categorie meno abbienti. Lo Stato, in collaborazione con le regioni e con gli enti locali, favorisce il riscatto sociale degli adolescenti e dei giovani più a rischio sul piano socio-economico, attraverso l’insegnamento gratuito e la pratica collettiva della musica. L’accesso a titolo gratuito alle attività formative è garantito ai bambini, agli adolescenti e ai giovani senza distinzioni di sesso, età o confessione religiosa, che risiedono stabilmente sul territorio nazionale.

A questo scopo viene istituita la “Fondazione nazionale per il sistema delle orchestre giovanili e infantili in Italia”, sottoposta alla vigilanza del ministro della Cultura e composta dai seguenti organi: presidente onorario, presidente, Consiglio di amministrazione, direttore e Collegio dei revisori dei conti. Questi gli obiettivi che deve perseguire la Fondazione: coordinare le iniziative e sostenere la creazione di orchestre giovanili nelle città italiane garantendo l’applicazione dei principi previsti dall’articolo 1; sollecitare i comuni e gli altri enti locali, tramite l’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) e l’Unione delle province d’Italia (Upi) ai fini della diffusione del sistema delle orchestre e dei cori giovanili in Italia, anche attraverso la concessione in uso gratuito di adeguate strutture pubbliche; stabilire e affermare un nuovo modello educativo musicale con metodologie adatte a ciascuna realtà sociale, anche in collaborazione con soggetti senza scopo di lucro; promuovere e consolidare, anche attraverso la musica, le specificità culturali delle regioni; estendere al più alto numero di giovani, di adolescenti, di bambini e di famiglie l’accesso libero e gratuito alla musica e alle espressioni dell’arte; sviluppare la personalità dei singoli attraverso la pratica costante della disciplina, del rispetto e della passione della pratica musicale; creare occasioni di dibattito e di confronto nazionali sulle tematiche legate allo sviluppo socio-culturale tramite attività educative basate sulla musica.

La Fondazione svolge i seguenti compiti: definisce un piano strategico operativo triennale per la diffusione capillare e per lo sviluppo sul territorio nazionale di orchestre giovanili e dell’infanzia, attraverso la rete delle amministrazioni locali; coordina l’istituzione delle orchestre tramite la stipula di convenzioni con gli enti locali; coordina l’attività delle singole orchestre individuando standard comuni e uniformi di svolgimento delle attività; vigila sulle attività svolte dalle orchestre affinché venga rispettato il principio della gratuità della prestazione; verifica che le attività delle orchestre siano svolte al fine di assicurare economie delle risorse di gestione e una maggiore offerta di spettacoli; cura e diffonde un piano di comunicazione adeguato per la diffusione di esperienze, progetti e significati; elabora progetti per la richiesta di finanziamenti presso l’Unione europea e le altre istituzioni.

Il ddl De Poli assegna inoltre alla Fondazione l’obbligo di garantire: la gestione delle attività per il conseguimento degli scopi assegnati; l’acquisizione dei finanziamenti pubblici e privati per la realizzazione del progetto; l’utilizzazione di personale qualificato e in numero adeguato ad assicurare obiettivi di efficienza e di efficacia, attraverso la presenza di musicisti di orchestre professionali con funzioni di docenza; la disponibilità e l’organizzazione, anche mediante convenzioni e accordi con gli enti locali, di strutture pubbliche adeguate ad assicurare il costante funzionamento delle orchestre; l’aggiornamento delle metodologie didattiche; la distinzione di percorsi formativi in relazione alle diverse attitudini degli allievi; la documentazione dell’intera attività formativa, anche a mezzo di supporti audiovisivi; la promozione di iniziative, scambi e ospitalità reciproci con orchestre di altri Paesi.

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