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Curata dalla Società Dante Alighieri con la direzione scientifica del Prof. Luca Serianni e in collaborazione con il Comune di Oporto, torna la mostra “Dove il sì suona – Viaggio attraverso la lingua italiana”. L’esposizione originariamente allestita presso la Galleria degli Uffizi a Firenze (13 marzo 2003 – 6 gennaio 2004) e il Musée Suisse di Zurigo (15 febbraio – 30 maggio 2005) resterà aperta al pubblico tra 2 giugno e 1° luglio 2017 presso il Palacete dos Viscondes de Balsemão Praça Carlos Alberto a Oporto in Portogallo. In forma itinerante, la mostra ha viaggiato in questi anni in molte città italiane ed europee (Bolzano, Savona, Pordenone, Cosenza, Foggia, Tirana, Berlino, Varsavia, Zara, Spalato, Mosca, Rostov, Togliattigrad) e ha permesso a molti visitatori di conoscere la storia dell’italiano, la definizione della norma, i rapporti con le altre lingue.

“La nuova edizione di Dove il Sì Suona, che riprende l’esposizione fiorentina del 2003, è un modo – sottolinea il Segretario Generale Alessandro Masi che sarà il 3 giugno ad Oporto proprio per inaugurare l’esposizione – per sottolineare i fertili legami di cultura e di crescente amicizia che hanno caratterizzato e caratterizzano i rapporti italo-portoghesi. Si tratta anche di un’occasione per ricordare quanto sia importante ravvivare e sostenere i contatti tra tutte le nostre sedi, perché i Comitati SDA sono punti di contatto aperti al pubblico italofono e italofilo, e qui si incontrano le migliori espressioni dell’Italia e dell’italofonia, praticamente in tutto il mondo”.

L’allestimento portoghese

Nell’allestimento portoghese sono stati inseriti due approfondimenti dedicati alle relazioni tra Italia e Portogallo, curati da Rita Mamoto (Universidade de Coimbra), e utili per verificare l’apporto incrociato delle due culture alle lingue dei due Paesi.

La mostra si avvale, come per le altre edizioni, di un apparato multimediale e di un sistema di giochi interattivi, per mezzo dei quali il visitatore può sperimentare la sua conoscenza della lingua comune e della lingua letteraria, ascoltare la voce dei poeti italiani, scoprire il ruolo di radio e televisione nella definizione dell’italiano parlato o le particolarità della lingua del calcio e infine ripercorrere celebri sequenze cinematografiche dedicate alla lingua italiana: il cinema, infatti, ha permesso a diversi strati della popolazione di entrare in contatto con la lingua italiana e di trovare sia un modello di riferimento, sia, altrettanto efficacemente, una parodia di modi pomposi o antiquati (i fa d’uopo o quisquilie di Totò) o di errori molto comuni, commessi soprattutto dai parlanti meno acculturati (i congiuntivi di Fantozzi, gli svarioni della Elide di C’eravamo tanto amati).

Le pagine del cinema italiano

E così, dalla lettera di Totò e Peppino a quella di Benigni e Troisi in Non ci resta che piangere, da Palombella rossa di Nanni Moretti alla Famiglia di Scola si ripercorrono pagine del cinema italiano che hanno consentito di riflettere sui meccanismi della lingua della propria epoca, scherzando anche su alcune caratteristiche: riderci sopra è stato, in certi casi, il modo migliore per esorcizzare vizi e vezzi linguistici.

Un percorso a vari livelli, da cogliere come un’occasione per riconoscere momenti importanti e già noti della storia dell’italiano, approfondire argomenti appena conosciuti, scoprire nuovi aspetti e particolarità della lingua di Dante.

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