“La distruzione deliberata del patrimonio è un crimine di guerra, è diventata una tattica di guerra per straziare una società nel lungo periodo, in una strategia di pulizia culturale. Questo è il motivo per cui difendere il patrimonio è molto più di una questione culturale, si tratta di un imperativo di sicurezza, inscindibile da quello di difendere le vite umane”. Lo ha detto il direttore generale dell’Unesco, Irina Bokova, commentando l’approvazione all’unanimità con 15 voti su 15 da parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu della risoluzione 2347 italo francese sulla protezione del patrimonio culturale negli eventi bellici. Presente il direttore esecutivo dell’UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime), Youri Fedotov, e il comandante dei Carabinieri Fabrizio Parrulli. “Le armi non sono sufficienti per sconfiggere l’estremismo violento. Costruire la pace richiede anche la cultura. Ma richiede educazione, prevenzione e trasmissione del patrimonio. Questo è il messaggio di questa risoluzione storica”, ha aggiunto.
Bokova ha continuato spiegando che dopo l’adozione della risoluzione 2199 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel 2015, che proibisce il commercio di beni culturali dall’Iraq e dalla Siria, sforzi sono in corso per interrompere il finanziamento del terrorismo attraverso il traffico illecito di antichità. “Circa 50 Stati hanno rafforzato le loro leggi in materia e stanno condividendo informazioni e dati, smantellando rotte del traffico e facilitando le restituzioni. Il comandante dei Carabinieri, Fabrizio Parulli, e la task force Unite4heritage hanno condiviso gli ultimi dati sul traffico illecito di manufatti, ricordando che oltre 800mila reperti sono stati sequestrati dal 1969 da parte delle forze italiane nella lotta contro il finanziamento delle attività criminali. La risoluzione 2347 è la prima risoluzione mai adottata dal Consiglio di sicurezza a focalizzarsi sul patrimonio culturale. Il sostegno unanime alla risoluzione riflette un nuovo riconoscimento dell’importanza della tutela del patrimonio per la pace e la sicurezza.
Fedotov ha dal canto suo sottolineato che “la risoluzione adottata dal Consiglio di Sicurezza affronta la questione fondamentale del traffico di beni culturali come fonte di finanziamento del terrorismo, e stabilisce le modalità di protezione del patrimonio in caso di conflitto armato, quando è più vulnerabile. Questo rafforza senza dubbio la capacità della comunità internazionale nell’affrontare questo problema”. La distruzione di punti di riferimento come i Buddha di Bamiyan, i monumenti romani a Palmyra, o santuari e moschee in Tikrit e Mosul sono “tentativi riprovevoli di cancellare la storia”, ha aggiunto. “Questi crimini non possono più continuare”.