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Gualtieri: “Un luogo che reinterpreta il passato e lo fa rivivere in una città che ha bisogno di essere più verde, più inclusiva e più sostenibile”. Barni: “Un nuovo corridoio verde che dal centro della città arriva fino all’agro romano. Un luogo di connessione in una città troppo concentrata sul centro storico”
Casale Dei Cedrati Roma

Riapre a Roma il Casale dei Cedrati, nel cuore di Villa Pamphili a Monteverde. Casale dei Cedrati sarà uno spazio dedicato all’arte, alla cultura e alla natura, che torna a vivere con un ricco programma partecipato, attento anche alle tematiche ambientali e di sostenibilità. Dopo anni di abbandono oggi il Casale diventa un luogo con la vocazione di hub del territorio, di un nuovo corridoio verde che dal centro della città arriva fino all’agro romano attraverso l’Orto botanico, il Gianicolo e Villa Pamphili. Un luogo di connessione – ha spiegato Giovanna Barni che ha voluto e curato questo progetto fin dai suoi primi passi – in una città troppo concentrata sul centro storico. Vogliamo costruire un asse che dal centro va alla periferia, magari attraverso una mobilità sostenibile e coinvolgendo flussi turistici che possano scoprire in modo più consapevole altre aree della città”.

A inaugurare la nuova apertura il sindaco Roberto Gualtieri, l’assessora all’Agricoltura, Ambiente e ciclo dei Rifiuti Sabrina Alfonsi, il presidente del XII Municipio Elio Tomassetti, oltre all’assessora alla Politiche culturali del Municipio Gioia Farnocchia e delle Politiche educative e scolastiche Stella Squillace. Per il sindaco “è stato fatto un lavoro bellissimo e adesso il Casale dei Cedrati è fruibile. C’è questo modello molto bello di coprogettazione con soggetti del privato sociale e del mondo cooperativo con una vocazione di animare un luogo culturale e naturalistico che reinventa e reinterpreta il passato e lo fa rivivere in un nuovo contesto di una città che ha bisogno di essere più verde, più inclusiva e più sostenibile. Questo è parte di un progetto molto ambizioso sulle nostre ville storiche: solo su Villa Pamphili ci sono 15 milioni di euro sulla parte ambientale e sui casali. Questi investimenti devono trasformarsi in capacità di far vivere questo patrimonio. E questo richiede un ruolo della cittadinanza attiva”.

LA STORIA RECENTE DEL CASALE

La storia degli ultimi dieci anni di Casale dei Cedrati rappresenta un “esempio di resilienza e della volontà di restituire alla cittadinanza un posto da vivere”. Nel 2013 la Società consortile Casale dei Cedrati (tra le due cooperative Culture e Linea d’Arte) vince un bando pubblico della Sovrintendenza Capitolina con un progetto di valorizzazione del territorio a partire dal recupero dell’antico Casale; solo a fine 2015, ultimati i lunghi iter burocratici e i lavori di ripristino dopo anni di chiusura, si avvia la gestione del Casale e dei suoi servizi al pubblico; ma, dopo soli 2 mesi dall’apertura, il Casale viene messo sotto sequestro e resta chiuso e abbandonato per 7 anni, nonostante i numerosi appelli della cittadinanza; finalmente, qualche mese fa, tutte le vicende giudiziarie si concludono positivamente e si conferma la concessione al Consorzio, che può così procedere nuovamente ai lavori di riqualificazione e alla riapertura dello spazio.

ALFONSI

“Era un luogo a cui la cittadinanza aveva guardato con grande attenzione e attesa ma poi il percorso si è interrotto – ha detto l’assessora all’Ambiente di Roma Capitale -. Con oggi però la storia vecchia non c’è più. A noi interessa soprattutto che questa collaborazione tra pubblico e privato sociale e cooperative possa diventare un modello. Abbiamo tanti immobili che in questi giorni stiamo assegnando e molti di questi potranno beneficiare di fondi importanti con le risorse Pnrr, ma non vogliamo fare l’errore di sistemare gli immobili senza una vocazione. Questo vuol dire buttare i soldi”. Questo spazio, ha aggiunto Alfonsi, “diventerà uno spazio ambientale ma anche agricolo perché le ville storiche avevano una vocazione agricola che noi vogliamo riprendere. Al Casale dei Cedrati si potrebbe allestire una biblioteca degli alberi e degli agrumi. Questo è il nuovo modo di vita che vogliamo dare: un utilizzo serio dei nostri beni comuni.

TOMASSETTI

Di “grande risultato” parla il presidente del Municipio XII Elio Tomassetti. “Questa era una ferita aperta, il lavoro fatto a stretto contatto, è stato continuo e attento e ha permesso di riaprire una pagina importante diventando anche un volano per l’utilizzo degli altri casali. Per questi l’Amministrazione ha fatto una scelta importante destinando fondi Pnrr al recupero di ben sette casali della Villa. Questo rende la villa al centro del dibattito cittadino e del nostro lavoro”.

BARNI

Visibile la soddisfazione di Giovanna Barni per un cerchio che si chiude. “Un progetto di comunità, collettivo. Ci sono tante persone che si sono messe insieme per il bene comune per restituire questi spazi alla pubblica fruizione in questo luogo così strategico per la città. Uno spazio ibrido, uno spazio di incontro, di scambio e che costruisce reti e relazioni tra cittadini e nel territorio”. Barni ha sottolineato l’intenzione di “contaminare tra di loro temi artistici, culturali, ambientali e temi legati alla sostenibilità, oggi ancora più attuali di sette anni fa. Lo facciamo contaminando gli spazi e lo facciamo contaminando la storia col contemporaneo. Saranno ospitate residenze artistiche, spazi per i giovani, mostre. Promuoviamo la co progettazione con le associazioni del territorio e con le istituzioni. Questo vuole essere uno spazio comune, per tutti, aperto”.

Questo, ha evidenziato, “è quello che è e fa il modello cooperativo. La proposta e tutta la realizzazione di questo progetto è cooperativa, c’è una sussidiarietà col terzo settore e con i cittadini che ci sostengono. Vuole essere di stimolo anche a quei tanti progetti che purtroppo sono ancora fermi”. Ma questo, ha concluso, “è anche un progetto di resilienza femminile, a maggioranza femminile. Da sottolineare specialmente in questi giorni così tristi in cui la forza delle donne viene costantemente minacciata”.

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