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LETTURE LENTE - rubrica mensile di approfondimento
La lettura è potenzialmente molto ricca di benefici, a breve, medio e lungo termine, per la promozione della salute psicologica con impatti biologici

Secondo lo studio di tre ricercatori di Yale intitolato “A chapter a day: Association of book reading with longevity”, pubblicato nel 2016 sulla rivista scientifica Social Science & Medicine, su un campione di oltre 3.000 volontari over 50 anni, chi legge almeno un capitolo al giorno, matura due anni di vita in più rispetto a chi non legge. La lettura maturerebbe un vantaggio di sopravvivenza.

Un lavoro che segue di un anno “The impact of reading for pleasure and empowerment”, una revisione della letteratura condotta da Reading Agency, agenzia di promozione della lettura per tutta la popolazione con BOP Consulting e la Peter Sowerby Foundation, che ha costruito una solida base di evidenze e outcome per informare e orientare le politiche di promozione della lettura in Inghilterra.

La lettura è potenzialmente molto ricca di benefici, a breve, medio e lungo termine, per la promozione della salute psicologica con impatti biologici.

Non è difficile crederlo, visto che leggere aumenta la conoscenza del mondo, ma anche di sé e degli altri, favorisce la memoria e la concentrazione, stimola l’immaginazione e la capacità critica, arricchisce il linguaggio, aumenta l’alfabetizzazione emotiva e riduce lo stress.

I vantaggi della lettura sono attestati fin dai primi mille giorni, periodo nel quale il cervello umano ha la maggiore plasticità e le connessioni neurale si formano a un ritmo irripetibile. La comunità scientifica internazionale concorda sull’investire sui primi periodi di vita, in quanto è dimostrato che sono le esperienze precoci a influire in modo preponderante sul nostro modo di pensare, di relazionarci, sulle nostre competenze e abilità di adulti. Già la lettura ad alta voce dei genitori al bambino in grembo, come nei primi mesi, ha impatti sulla litterazione.

Va in questa direzione il progetto europeo ELiNet, coordinato dall’Università di Colonia, al quale hanno partecipato 27 paesi europei, con 79 organizzazioni partner, che ha creato una rete di buone pratiche per la promozione della literacy fin dalla prima infanzia, al fine di innalzarne i livelli. Ne fa parte Nati per leggere, progettualità voluta dall’Associazione Culturale Pediatri, insieme all’Associazione Italiana Biblioteche e il Centro per la Salute del Bambino, che la coordina da vent’anni in tutte le regioni d’Italia. Attraverso la rete delle biblioteche vengono promosse da personale e volontari preparati allo scopo, attività di lettura in famiglia che costituiscono un’esperienza importante per lo sviluppo cognitivo dei bambini e per lo sviluppo delle capacità dei genitori di crescere con i loro figli.

Ma i vantaggi della lettura non fanno leva solo su aspetti medici e cognitivi, ma si spingono fino alle dimensioni relazionali, psicologiche.

C’è una bellissima storia nata nel regno Unito, di un’ampia comunità che ha fatto della lettura ad alta voce uno strumento di inclusione e coesione sociale, ma anche di cura dall’emarginazione e dall’isolamento della malattia mentale. Si chiama The Reader e vanta 700 gruppi in tutto il Paese, 1000 volontari e oltre 11.000 lettori all’anno. Dal loro punto di vista, maturato sul campo, la lettura crea una maggiore connessione fra le persone, produce una sensazione di benessere, fornisce un chiaro scopo di quello che si sta vivendo, oltre ad aumentare la familiarità delle persone con la lettura in generale, portando benefici anche culturali.

Secondo le feedback sessions che ciclicamente la onlus eroga sui suoi beneficiari, le risposte riportano percentuali molto alte di gradimento. Ad esempio, durante i gruppi di lettura condivisa nelle carceri, negli ospedali psichiatrici, l’82% dei lettori ha dichiarato che sentire il punto di vista degli altri tramite i libri, li aiuta a pensare in modo diverso alle cose e maturare una prospettiva nuova verso la vita. I volontari stessi riscontrano importanti impatti positivi: il 94% dichiara di avere raggiunto un senso di realizzazione, l’86% di aver accresciuto il divertimento nel leggere, l’84% ha aumentato il proprio benessere.

La biblioterapia è una vera disciplina che risale agli Anni ‘30 del Novecento, nata nell’alveo della psichiatria e psicologia clinica, grazie allo psichiatra William C. Menninger, che insieme al fratello Karl, inizia a prescrivere ai pazienti della sua clinica privata la lettura di libri. Menninger è il primo a pubblicare un articolo scientifico in cui descrive il metodo d'applicazione e i risultati dell'utilizzo di libri come mezzo di cura, applicato principalmente agli esordi come metodo di riabilitazione dei soldati che presentavano disturbi post-traumatici causati dalle battaglie della prima guerra mondiale. Ma di cosa si tratta esattamente? È una metodologia che favorisce l’uso creativo e ragionato della lettura e del materiale letterario, a partire da un progetto e attraverso la guida di un facilitatore, con l’obiettivo di promuovere benessere, sviluppo, confronto e autoconoscenza.

La biblioterapia è ormai riconosciuta a livello internazionale e la sua applicazione non è rimasta limitata agli Stati Uniti – dove è ampiamente diffusa e utilizzata nelle sue diverse declinazioni, trovando spazi di accoglienza dalle scuole ai centri di aiuto medico e psicologico, fino ai contesti di aiuto spirituale – ma si è diffusa anche in Europa e in particolar modo nel Regno Unito grazie a una serie di progetti che ne hanno valorizzato l’applicazione.

Ma non in tutti i paesi è maturato un supporto istituzionale rispetto agli effetti positivi della biblioterapia come pratica di medicina complementare e le esperienze, come quelle italiane, sono ancora legate a singoli esperti. Sul piano dell’attivazione civica dal basso, sta però sorgendo un movimento per promuovere la lettura grazie ad alleanze a livello territoriale fra pubbliche amministrazioni e biblioteche, attraverso il Manifesto dei Patti per la lettura.

Lo scopo è sottolineare come la lettura sia uno strumento capace di rilanciare i territori, di costruire una società aperta e inclusiva, di promuovere la costruzione di reti tra i Comuni, Regioni, entità pubbliche, biblioteche, scuole, associazioni, librerie, case editrici, fondazioni, ospedali al fine di sostenere e incentivare la collaborazione permanente sui territori. L’azione del movimento punta a rendere la lettura accessibile, senza lasciare indietro le categorie più fragili: allargare la base dei lettori e delle lettrici abituali e consolidare le abitudini di lettura, rivolgendo un'attenzione particolare agli ambiti in cui si registra un basso livello di partecipazione culturale.

L’Inghilterra è apripista. Il Governo Britannico con la citata the Reading Agency, ha creato un ente che nella sua missione chiarisce questa prospettiva di grandi potenzialità. “In The Reading Agency lavoriamo ogni giorno per un mondo in cui tutti leggono la loro strada verso una vita migliore. Intendiamo tutti – dai neonati ai bambini ai giovani adulti, ai carcerati e agli anziani – indipendentemente dall'età o dal contesto economico. Crediamo che la lettura possa contribuire ad affrontare le grandi sfide della vita, dalla mobilità sociale alla salute mentale – e siamo determinati affinché nessuno sia lasciato indietro mentre ci sforziamo di realizzare la nostra visione. Nel 2019-20, The Reading Agency ha raggiunto oltre 1,8 milioni di persone in tutto il Regno Unito, compresi più di 950.000 bambini e oltre 900.000 adulti e giovani. Come organizzazione crediamo che non importa cosa leggi, basta che tu legga. Qualunque sia la tua fantasia o necessità, crediamo che ci sia un libro per te e i nostri programmi sono progettati per aiutare a sbloccare il valore e il beneficio della lettura”.

Intorno a questa dichiarazione sono nate innumerevoli iniziative, fra le quali quella del portale Reading Well, che fornisce consulenza a cura di esperti medici in tanti ambiti, per aiutare a capire e a gestire la salute e il benessere delle persone usando letture utili.

I libri di Reading Well sono tutti raccomandati da esperti di salute, così come da persone con esperienza diretta delle condizioni e degli argomenti trattati e dai loro parenti e assistenti. 2,6 milioni di libri di Reading Well sono stati presi in prestito dalle biblioteche e il 91% delle persone intervistate ha trovato il loro libro utile.

La strada è aperta.

ABSTRACT

In the field of health promotion, reading is an activity full of benefits. Indeed, reading increases the knowledge of the world, the self and other, improves memory and concentration, inspires imagination and critical thinking, enriches language skills, raises emotional competence, and reduces stress. In addition, reading can tackle life's big challenges, from social mobility to mental health. To this extent, the article presents a variety of national and international projects, networks and initiatives, which aim both at promoting the importance of reading as well as at reaching larger audiences, from toddlers to children to young adults, and older people

Neve Mazzoleni

Neve Mazzoleni

Background di storica dell’arte e filosofa, perfezionata in management dell’arte e della cultura e anche in innovazione sociale, business sociale e project innovation. Per anni è stata curatrice ed exhibition manager della collezione corporate internazionale di UniCredit all’interno del progetto UniCredit&Art; attualmente ricopre il ruolo di communication & stakeholder manager del programma UniCredit Social Impact Banking. Ha scritto per diverse testate di settore sulle fondazioni e imprese private impegnate nello sviluppo di progetti culturali, di centri di produzione culturale dal basso, di arte contemporanea. I suoi maggiori interessi sono l’innovazione sociale a base culturale, le forme di ibridazione fra i settori pubblico e privato a favore della cultura, i dibattiti sulla sostenibilità sociale e ambientale che fanno leva sulla cultura.

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