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LETTURE LENTE - rubrica mensile di approfondimento
Le Pro Loco rappresentano un punto di riferimento in quasi tutti i comuni d’Italia in termini di coesione sociale e raccontano di un mondo di volontariato, di comunità nelle comunità e per le comunità, di persone che prestano il loro tempo per promuovere il proprio territorio e per rendere vivi i luoghi nei quali operano

Un valore economico e sociale generato pari a 2,1 miliardi di euro, 25 milioni di ore di lavoro, una spesa sostenuta per le iniziative realizzate a livello nazionale pari a 700 milioni di euro in un anno. Sono cifre che sembrano riferirsi a una grande azienda pubblica, a una multinazionale di produzione, a una multiutility, a una banca di discrete dimensioni: niente di tutto ciò. Questi numeri, certificati dall’autorevole CGIA di Mestre, raccontano di un mondo di volontariato, di comunità nelle comunità e per le comunità, di persone che prestano il loro tempo per promuovere il proprio territorio e per rendere vivi i luoghi nei quali operano: parliamo delle Pro Loco e dei loro soci, una rete nazionale fatta di 600mila persone, 6200 associazioni e un sistema, quello dell’UNPLI, che le rappresenta e le assiste in un momento storico, quello che stiamo vivendo, particolarmente intenso per via della riforma del Terzo Settore, ancora in corso e nel quale le Pro Loco sono pienamente coinvolte.

Oggi queste associazioni rappresentano un punto di riferimento in quasi tutti i comuni d’Italia in termini di coesione sociale: con le loro attività di promozione del luogo, tutela delle tradizioni, del patrimonio e del folklore locali, valorizzazione delle tipicità, contribuiscono in maniera decisiva a migliorare la qualità della vita delle comunità locali oltre che per i visitatori, di fatto dando loro la possibilità di sentirsi cittadini temporanei. Mettono in piedi iniziative e azioni più o meno complesse e sono, come detto, diffuse capillarmente, dal mare alla montagna, dai paesi alle aree rurali. Ma quali sono, nel dettaglio, le opportunità che le Pro Loco offrono allo sviluppo a base sociale e culturale delle comunità?

La nascita della prima Pro Loco si fa risalire convenzionalmente al 1881 a Pieve Tesino, in provincia di Trento, nel 1881: un’area interna, quindi. Si chiamava Società di abbellimento ed è interessante notare che, già all’epoca, vi erano due fattori che ancora oggi coesistono nel DNA di queste associazioni: quello turistico, attraverso la promozione della località, migliorando la cura dei luoghi per farla vivere meglio ai visitatori (ma non solo: di conseguenza, anche a chi viveva stabilmente nel paese); quello sociale, attraverso il coinvolgimento della comunità, laddove i cittadini si impegnavano, solidalmente e operativamente, in questo processo di miglioramento, attraverso azioni di cura, tutela e abbellimento del territorio.

Le Pro Loco sono anche uno straordinario generatore di risorse, se si pensa che oltre il 50% delle attività è finanziato autonomamente o con l’apporto delle quote sociali: in un tempo in cui si parla assiduamente di crowdfunding, crowdsourcing e in generale di strumenti innovativi per la ricerca di fondi e finanziamenti, quello delle Pro Loco è senz’altro un modello di sostentamento e di creazione di valore da approfondire.

Da qualche tempo, anche grazie al lavoro dei dirigenti nazionali e regionali, le Pro Loco hanno intrapreso un cammino assimilabile a quello di un riposizionamento competitivo aziendale, senza snaturare anzi rafforzando la loro essenza, quella che appunto è stata pocanzi definita DNA: complici anche la riforma del Terzo Settore e il relativo Codice, oggi queste associazioni gestiscono centri d’informazione turistica, musei, siti storici e archeologici, biblioteche, siti naturalistici e d’interesse ambientale. Segno che c’è un allineamento con le esigenze sociali e culturali, che c’è una maturazione di conoscenze e competenze su cui si sta lavorando sodo, anche a livello territoriale, come l’esperienza Scuolaculture, in provincia di Chieti, dimostra.

UN CASO DALL’ABRUZZO: IL PROGETTO SCUOLACULTURE PER IL TURISMO SOCIALE E DI COMUNITÀ

Scuolaculture è un progetto per la formazione di social travel designer, figure specializzate nello sviluppo e nella progettazione di viaggi e di esperienze turistiche inclusive e a elevato impatto sociale: un ciclo di incontri, workshop, laboratori e camp gratuiti finanziato a valere di un avviso pubblico per enti di Terzo Settore da Ministero del lavoro e delle politiche sociali e Regione Abruzzo, promosso dall’UNPLI Chieti in partenariato con 23 Pro Loco del territorio provinciale.

Si è partiti da una premessa. La pandemia da Covid-19 ha colpito al cuore anche la rete delle Pro Loco che, per più di un anno, sono state completamente ferme, se si esclude qualche sporadica iniziativa svoltasi in linea con le vigenti disposizioni di sicurezza, che comunque non hanno permesso di esprimersi al meglio e di sostenersi. L’emergenza sanitaria ha impedito di realizzare le attività per le quali sono riconosciute (eventi, sagre, appuntamenti culturali, ritrovi e iniziative di socializzazione), contribuendo al fenomeno della disgregazione sociale che la pandemia ha provocato, riducendo al minimo o eliminando rapporti sociali consolidati. Il perdurare di questo stato emergenziale ha evidenziato l’esigenza irrimandabile di attivare azioni orientate alla rigenerazione e al riposizionamento delle attività e la necessità di qualificare le competenze dei soci volontari delle Pro Loco, in modo da rispondere alla crisi legata alla pandemia Covid-19 e ampliare e diversificare il raggio d’azione operativo.

I dirigenti della rete territoriale delle Pro Loco hanno intrapreso un processo di brainstorming per individuare elementi di spunto utili a qualificare un’azione di rigenerazione associativa, al tempo stesso tenendo il focus sull’ambito specifico di intervento: il turismo inclusivo, responsabile, attento alle comunità locali e per tutti. Sono emersi punti chiave sostanziali, qui sotto sintetizzati:

  • le Pro Loco sono riconosciute a livello regionale quali protagonisti di primo piano del sistema turistico: i rappresentanti dell’UNPLI Abruzzo siedono al tavolo regionale del turismo, e le Pro Loco sono tra i soggetti legittimati a fare azione turistica secondo quanto riportato sulle leggi regionali;
  • l’UNPLI, è membro dell’ISTO International Social Tourism Organization, a testimonianza del ruolo che queste organizzazioni hanno nel proporre un turismo e forme di intrattenimento per tutti, senza distinzione economica, sociale, culturale, fisica;
  • le Pro Loco sono comunità nelle comunità e comunità per le comunità: il loro ruolo è migliorare la qualità della vita di chi vive territori e comunità, attivando al loro interno dinamiche di socializzazione e coinvolgendo il più possibile gli abitanti nelle proprie azioni di promozione del luogo, di scoperta e tutela delle tradizioni locali, di valorizzazione dei prodotti e delle bellezze del territorio.

A livello esterno, la riflessione si è concentrata su quanto accaduto con la pandemia: il timore di ritrovarsi in contesti caratterizzati da assembramenti non indicati in quel periodo storico ha spinto i turisti a concentrarsi, anche in provincia di Chieti, in aree tradizionalmente al di fuori delle direttrici principali, che sono quelle tipiche dove operano le Pro Loco, ma non per questo caratterizzate da risorse distintive meno attrattive e affascinanti dei grandi poli turistici. In molti casi, territori e comunità si sono dimostrati non completamente preparati a gestire questi flussi e a valorizzare i propri patrimoni, con il rischio di non cogliere il momento di popolarità e di tornare, a pandemia superata, marginali nel sistema turistico. Gli scenari di settore, peraltro, confermano che la pandemia ha solo accelerato una tendenza, quella della scoperta turistica delle aree “altre”, che era già in corso, e che necessita a maggior ragione preparazione e competenze.

Le dinamiche in atto hanno permesso di rilanciare una delle azioni che caratterizzano l’essenza stessa delle Pro Loco, la promozione del turismo sociale, coinvolgendo direttamente chi vive i territori, ossia le comunità di abitanti, che quindi assumono un ruolo sempre più rilevante e attivo anche grazie alle Pro Loco stesse, con la loro riconosciuta capacità di attivare socialmente queste comunità.

L’idea progettuale di Scuolaculture, in sostanza, si è concretizzata in un’azione di sviluppo dell’offerta di turismo sociale in provincia di Chieti, nei territori in cui operano le Pro Loco che formano il partenariato di progetto, proponendo un approccio che mira a rendere protagoniste direttamente le comunità, per il tramite dei soci volontari delle Pro Loco. Questi sono stati coinvolti in un percorso di formazione, affiancamento, analisi e sperimentazione per acquisire quelle competenze funzionali a diventare strategici nella promozione del territorio e nella definizione dell’offerta di turismo sociale territoriale: si è ragionato sostanzialmente sul social travel design, un’attività per affiancare i visitatori di un luogo nell’elaborare un’esperienza turistica completa, rispettando eventuali fragilità e valorizzando i patrimoni che caratterizzano questi territori. Un intervento, quindi, con un impatto anche in termini di capacity building associativo, in quanto teso all’accrescimento delle competenze della base sociale. Social travel designer non saranno solo le singole persone, ma anche le Pro Loco intese come gruppo di individui che ha cura del luogo, lo promuove, lo vive, lo anima, e aiuta i turisti a costruire la migliore esperienza per vivere i nostri luoghi come se fossero abitanti.

Concluso il progetto, l’obiettivo è ora strutturare questa scuola, renderla un luogo permanente di riflessione, studio, ricerca e formazione per operatori e decisori di oggi e di domani coinvolti nelle dinamiche di sviluppo culturale e turistico: per consolidare il ruolo delle Pro Loco in questo complesso processo e per irrobustire la dote comunitaria con strumenti concettuali e operativi orientati alla crescita sociale. Vengono in aiuto alcuni fatti, due tra tutti: la grande opportunità rappresentata da un rapporto stretto con l’UNESCO. Dal 2012 l’UNPLI è accreditata come consulente del Comitato Intergovernativo previsto dalla Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale del 2003: ciò assicura al mondo UNPLI un ruolo di primo piano nell’educazione al patrimonio e alle identità locali. L’altro fatto riguarda l’essere parte, come detto, del sistema del Terzo Settore, che fa intravedere un’altra interessante occasione offerta dallo strumento dell’impresa sociale. È fondamentale, in un momento di crescenti impegno e responsabilità per il mondo dell’associazionismo, in particolare delle Pro Loco, da una parte assicurare il maggior sostegno possibile al volontario affinché il proprio impegno in favore della comunità non diventi un peso insostenibile, dall’altra dare tutti gli strumenti possibili a quelle persone, specie giovani, che intravedono prospettive di crescita professionale dalla loro attività in Pro Loco, soprattutto in ambito culturale e turistico: è questa la sfida che Scuolaculture si pone per il medio termine.

BIBLIOGRAFIA

D’Angelo C., Carafa S. (a cura di), Salvagente culturale. Un appiglio per comunità intraprendenti, Lanciano, UNPLI Chieti, 2022.

Ghilardi L., Making the most of cultural and creative resources, Culture & Creativity EU-Eastern Partnership Programme, 2017.

Meini M., Paesaggi rurali e turismo: percezioni, rappresentazioni e immaginari, in AA.VV., Atti e memorie dell’Accademia toscana di scienze e lettere La Colombaria: volume LXXXV, nuova serie LXXI, anno 2020: 285° anno dalla fondazione, Firenze, Leo S. Olschki, 2020.

Pazzagli R., Un paese di paesi. Luoghi e voci dell’Italia interna, Pisa, ETS, 2021.

Unione Nazionale Pro Loco d’Italia, Pro Loco risorsa per il territorio, Venezia, Marsilio, 2020.

ABSTRACT

The contribution aims to point out how Pro Loco, typical Italian associations which are intended to socially animate local communities and to promote tourism, contribute to the cultural-based local development, particularly in areas outside the main tourist routes. Starting from a short history of Pro Loco and their national association – UNPLI – it is possible to find out some of the reasons of their crucial role in promoting social tourism and celebrate intangible cultural heritage. They are an extraordinary generator of economic resources, as the 50% of the budget of their initiatives and activities are self-financed. These associations are challenging Third Sector reform: Pro Loco and UNPLI managers and associates are developing and improving their skills to face the challenges of future tourism. In Abruzzo, specifically in the province of Chieti, the local committee has obtained an important non-repayable loan by Ministero del lavoro e delle politiche sociali (Ministry of Social Policies) and Regione Abruzzo for a project called Scuolaculture, which aims to prepare social travel designers, professionals and communities involved in planning the best experiences for people who intend to visit the places where Pro Loco local offices operate.

 

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Carlo D'Angelo

Carlo D'Angelo

Carlo D’Angelo è economista della cultura ed esperto di sviluppo locale a base culturale e di progetti di valorizzazione culturale e turistici. Ha lavorato in enti pubblici, organizzazioni di rappresentanza e società private, in Italia e all’estero. È responsabile del dipartimento progettazione dell’UNPLI Abruzzo e coordina il progetto sperimentale Scuolaculture.

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