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LETTURE LENTE - rubrica mensile di approfondimento
Visioni, pratiche, alleanze e strumenti per la trasformazione

In questi giorni abbiamo letto del lavoro che Antonella Di Bartolo, dirigente dell’Istituto scolastico comprensivo Sperone-Pertini di Palermo, insieme ai colleghi e alle comunità del territorio, ha compiuto portando nell’arco di 10 anni alla riduzione della dispersione scolastica dal 27,3% all’1%.

Una delle prime denominazioni che la direttrice scelse, alcuni anni fa e che tuttora rappresenta in modo molto significativo il lavoro condotto, è “Percorsi di partecipazione verso nuovi immaginari” in quanto, dice sempre la responsabile dell’istituto “crediamo che l’educazione sia un fatto pubblico. Dobbiamo contribuire a costruire competenze e consapevolezze, per creare immaginari di futuro possibile e realizzabile. Non favole, ma qualcosa a cui poter tendere” [1].

Comunità, rete, territorio, cura, tempi, luoghi, persone, alleanze sono i fattori attraverso i quali il lavoro si è sviluppato e ha ottenuto importanti risultati. Ciò che questa esperienza e molte altre presenti in più ambiti nel Paese, indicano è la necessità di Ri-mediare e le strade del come “Si può fare”.

 

Ri-mediare contiene sia una valutazione sia un’intenzione.
Il Progetto Laboratorio Ri-mediare [2] esprime una valutazione critica sul nostro modello di sviluppo e la volontà di attivarsi per cercare altre strade e altre risposte per trasformarlo.

Il progetto nasce e si sviluppa come:

uno spazio di confronto e apprendimento,
una comunità di pratiche,
una piattaforma per delle alleanze,
un luogo per l’elaborazione di visioni, pratiche, strumenti transdisciplinari, transettoriali e transprofessionali,
un ambiente per la costruzione di dialoghi con decisori pubblici e privati locali e nazionali.

Abbiamo ritenuto fondamentale, a causa dei recenti scenari socio-economici, porre l’attenzione in modo particolare sui i temi e i luoghi della cura, della cultura e dell’apprendimento, ritenendoli gli snodi centrali su cui riflettere e agire per attivare percorsi di cambiamento.

Su tali temi abbiamo organizzato diversi momenti di riflessione e confronto, in alcune città italiane, con organizzazioni e singoli professionisti [3] che agiscono negli ambiti su indicati in tutto il Paese. Hanno partecipato ai Forum, alle call e ai seminari: medici, psicologi, urbanisti, giuristi, docenti, educatori, psicoterapeuti, economisti, curatori, attori, architetti, artisti, pedagogisti, amministratori, bibliotecari, funzionari pubblici, designer, comunicatori, massmediologi, sociologi, formatori, informatici, che hanno elaborato, in ambiente transdisciplinare e transettoriale possibili direzioni di sviluppo, raccomandazioni, proposte sia per il sostegno e la trasformazione di luoghi e dei servizi, sia per la progettazione e la gestione di alcune future infrastrutture previste dal PNRR e in altri piani e programmi (case di comunità, asili, aree sportive, centri, ecc.).

Vi sono stati anche specifici approfondimenti, denominati “Si può fare” su alcune delle caratteristiche di tipo architettonico, urbanistico, relativo ai servizi, al personale, alle metodologie, al lavoro, che alcuni luoghi sia esistenti che di prossima realizzazione dovrebbero assumere per rispondere in modo adeguato alle esigenze e alle diffuse fragilità odierne.

Si tratta di analisi e proposte riguardanti percorsi e strumenti di tipo progettuale, normativo, economico e gestionale, avanzati con la consapevolezza che solo con politiche concertate ed elaborati piani strategici di scala nazionale e locale si possa costruire un efficace welfare di comunità, valorizzare e sviluppare quanto di efficace è stato sperimentato, produrre innovazione sociale per agire in ambienti complessi.

Dai dialoghi, svolti in questi ultimi anni, sono nati:

La Carta Ri-mediare. Cura, cultura, apprendimento. Visioni, strumenti e alleanze per la trasformazione [4]

La carta esprime la consapevolezza e sottolinea la necessità di porre come motore centrale per la trasformazione di città e territori del Paese i luoghi in quanto snodi essenziali per la costruzione di ecosistemi abilitanti e per lo sviluppo di pratiche di accompagnamento.

I luoghi, considerati nel loro insieme come ecosistemi aperti di persone e natura, sono contemporaneamente infrastrutture fisiche e infrastrutture immateriali dove si svolgono le forme e le pratiche del lavoro, della cura, dell’apprendimento, della cultura, della democrazia, della generazione, della rigenerazione.

Sono antenne, presidi, reti che necessitano di essere ripensati e costruiti con visioni, progettazioni e competenze adeguate agli scenari odierni, per rispondere efficacemente a bisogni di accoglienza, solidarietà, benessere, convivenza, uguaglianza nelle opportunità, superando concezioni e relazioni con i cittadini improntate alle logiche del consumatore e del fruitore.

Sono sistemi aperti di incontro, emersione di necessità, di idee e di risposte individuali e collettive. Individui e comunità che li abitano non sono solo portatori di bisogni che devono essere soddisfatti, ma anche attori capaci di individuare scelte progettuali che ne determinano evoluzioni e trasformazioni.

Una piattaforma di alleanze

In un contesto in cui la frammentazione, le diseguaglianze e la disintermediazione accentuano fenomeni di chiusura in ambiti sempre più ristretti da parte sia delle forme associate, sia dei singoli e dove le tradizionali forme di rappresentanza si sono indebolite o sono venute sempre meno nella loro funzione democratica, la Carta Ri-mediare, le iniziative e i confronti intrapresi, rappresentano anche il tentativo di dar vita ad una piattaforma di interazione collaborativa grazie a cui sia possibile contribuire a delineare ed approfondire:

  • un sistema di valori orientato a trasformare una realtà che appare da ri-mediare unitamente alla consapevolezza che la responsabilità di progettare e trasformare il Paese debba essere condivisa tra attori politici, attori sociali ed economici, i/le cittadini/e delle diverse età;
  • percorsi di trasformazione mediante visioni, obiettivi, metodi e linguaggi;
  • relazioni reciproche che hanno costruito o rafforzato, tra le persone e le organizzazioni coinvolte, un capitale sociale costituito da esperienze, saperi, capacità, competenze e pratiche fondate sulla fiducia, la mutualità e la cooperazione.

La piattaforma aperta che si è così originata è, e vuole essere, uno spazio di apprendimento, una comunità di pratiche, di socializzazione, di elaborazione di proposte, nella diversità e complementarità delle singole specificità.

Il blog Ri-mediare

II 1° novembre abbiamo reso pubblico il blog rimediare, uno strumento sia per informare e comunicare le iniziative che le diverse organizzazioni progettano e realizzano nei territori sia per dialogare e condividere riflessioni.

Un elemento evidenziato da tutti coloro che hanno partecipato ai lavori è stata la necessità di costruire un dialogo più strutturato e stabile con i decisori pubblici e privati siano essi amministratori, sindaci, fondazioni bancarie, aziende, attraverso strumenti maggiormente improntati alla co-programmazione e alla coprogettazione.

Stiamo quindi promuovendo la carta presso altre reti, altre organizzazioni, altre persone. Stiamo partecipando a festival, commissioni ed eventi vari, dialogando con amministratori, cittadini, operatori, cercando di capire che cosa sta accadendo nei diversi territori, quali sono le azioni messe in campo e le criticità che anche i decisori incontrano nel portare avanti programmi e progetti.

Una Carta, una piattaforma, un blog, ma anche forum, seminari, convegni, sperimentazioni e testi. Il progetto laboratorio Ri-mediare vuole essere quindi una community di conoscenze, saperi, pratiche e azioni.
Un crocevia che come accade nella città degli scambi di Eufemia, raccontata da Italo Calvino  nelle Città Invisibili, si va non solo a vendere e a comprare “ma anche perché la notte accanto ai fuochi tutt’intorno al mercato, seduti sui sacchi o sui barili, o sdraiati sui mucchi di tappeti, a ogni parola che uno dice- come “lupo”, “sorella”, “tesoro nascosto”, “battaglia”, “scabbia”, “amanti”-gli altri raccontano ognuno la sua storia di lupi, di sorelle, di tesori, di scabbia, di amanti, di battaglie. E tu sai che nel lungo viaggio che ti attende, quando per restare sveglio al dondolio del cammello o della giunca ci si mette a ripensare tutti i propri ricordi a uno a uno, il tuo lupo sarà diventato un altro lupo, tua sorella una sorella diversa, la tua battaglia altre battaglie, al ritorno da Eufemia, la città in cui ci si scambia la memoria a ogni solstizio e a ogni equinozio” [5].

Nei prossimi mesi continueremo con:

– l’analisi degli scenari socio-economici che sono in continua trasformazione (guerre, energia, ambiente, sanità, scuola, cultura, ecc.)

– gli incontri con sindaci, assessori, dipartimenti, fondazioni, ministeri, aziende,

– l’approfondimento dei temi e dei luoghi della cura, della cultura, dell’apprendimento, con il monitoraggio e il confronto con esperienze di progettazione, realizzazione e gestione in atto in alcune aree del Paese,

– il sostegno e la verifica delle modalità di utilizzo di alcuni strumenti e istituti: patti educativi, patti di collaborazione, co-programmazione, beni comuni, coprogettazione,

– la partecipazione e la programmazione di forum, convegni, seminari inerenti politiche, processi e strumenti per le transizioni, la trasformazione dei luoghi e dei servizi, la crescita e lo sviluppo di appropriate competenze

– la pubblicazione di testi su pratiche e iniziative di innovazione con la collana Pubblico, Professioni e Luoghi della Cultura, edizioni FrancoAngeli.

Questo e quanto altro verrà elaborato insieme con tutti coloro che hanno preso parte alle iniziative di Ri-mediare e altri che vorranno unirsi.

Ci porremo altre domande necessarie a cui cercare di rispondere, cercheremo di incrementare alleanze e cooperazioni e di rafforzare il nostro “laboratorio” per sviluppare, rimanendo In dialogo: scambi, relazioni, sperimentazioni che aiutino a tras-formare noi e il Paese.

NOTE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

[1] Dal 27% all’1% di dispersione scolastica. Lo splendido esempio della scuola Sperone-Pertini di Palermo. La dirigente Di Bartolo: “Così ci siamo riusciti”, intervista di Andrea Carlino 7 settembre 2023 www.orizzontescuola.it

[2] Il Gruppo Ri-mediare è composto da Giulia Allegrini, Simone Arcagni, Lucio Argano, Annalisa Cicerchia, Francesco De Biase, Saura Fornero, Aldo Garbarini, Alma Gentinetta, Maurizio Grandi, Francesco Maltese, Ezio Manzini, Arianna Ballati, Alessandro Bollo, Roberta Paltrinieri, Loredana Perissinotto, Renato Quaglia, Riccardo Balestra, Laura Bigoni, Monica Marcasciano, Debora Pierri, Matteo Serra.

[3] L’elenco delle organizzazioni e degli esperti che hanno preso parte all’elaborazione della Carta e di coloro che vi hanno aderito è presente nel Blog rimediare.org

[4] La Carta è consultabile e scaricabile anche nella versione inglese nel blog rimediare.org

[5] Italo Calvino, Le Città invisibili-La città e gli scambi 1, pag.35, ediz. 2022 ristampa

ABSTRACT

The necessity of thoughts and actions to guide the transformation of our nation has led the group Ri-mediare, together with many organizations and professionals who work in the fields of care, culture, and training, to the idea of activating a working platform for dialogue and debate. A community of knowledge, know-how, and practices is thus born that is trans-sectorial and transdisciplinary. The community has elaborated a charter, organized seminars and forums, written texts, and promoted experimental initiatives, and a blog intended as a tool for discussion, in-depth analysis, and communications.

 

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Francesco De Biase

Francesco De Biase

Francesco De Biase, Gruppo Ri-mediare, già dirigente dell’Area Attività Culturali della Città di Torino. Svolge attività di consulenza per enti pubblici e privati. Ha diretto la collana “Professioni Culturali”, Utet Libreria. Ha pubblicato: L’attore culturale, l’animazione nella città, alla prova dell’esperienza (La Nuova Italia), Manuale delle professioni culturali (Utet), Il nuovo manuale delle professioni culturali (Utet), High Tech High Touch, Professioni culturali emergenti tra nuove tecnologie e relazioni sociali (FrancoAngeli), Visto per il teatro (ETI, AGITA), L’arte dello spettatore. Il pubblico della cultura tra bisogni, consumi e tendenze (FrancoAngeli), Grazie alla cultura (FrancoAngeli), I pubblici della cultura, audience development audience engagement (FrancoAngeli), Cultura e partecipazione, le professioni dell’audience (FrancoAngeli), Rimediare, Ri-mediare, saperi, tecnologie, culture, comunità, persone (FrancoAngeli). È direttore della collana “Pubblico, Professioni e Luoghi della cultura”, FrancoAngeli editore.

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