
Con un tasso di adesione del +36% rispetto all’edizione dello scorso anno, la partecipazione di 951 organizzazioni in Italia e all’estero, tra musei, istituzioni e altre realtà legate all’arte contemporanea, la proposta di 1.065 eventi in Italia di cui 60 iniziative all’estero, si è celebrata l’8 ottobre la diciottesima Giornata del Contemporaneo, promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, con il sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e con la collaborazione della Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Bologna. Dopo due anni di pandemia e di crisi per il comparto culturale, com’è andata questa edizione?
Finalmente ci siamo nuovamente incontrati. Venivamo da due edizioni digitali da remoto, che ci hanno permesso di sperimentate nuovi formati ibridi, ma tornare in presenza rimane una bella soddisfazione ed emozione per i nostri musei. Siamo ritornati alle origini, con l’inclusione dell’ampio pubblico, non solo di appassionati e cultori, ma anche di curiosi.
Si tratta di un’edizione di “non ritorno”, perché grazie alla nostra capacità reattiva e propositiva, attraverso l’uso del digitale ci siamo messi in connessione con gli Istituti di cultura italiana all’estero, con i quali proseguiremo il lavoro di collaborazione.
Abbiamo compiuto anche la maggiore età e con questo simbolico raggiungimento, abbiamo voluto pensare in particolare ai giovani. Gli adolescenti sono un target molto sfidante per noi, difficilmente coinvolgibile, eppure i risultati di interazione sui social ci hanno dimostrato che, con le formule opportune, si può dialogare con loro: sono infatti oltre 2.000 i contenuti digitali prodotti con hashtag #GiornataDelContemporaneo e 480.000 visualizzazioni sugli account AMACI durante il mese che ha preceduto l’iniziativa.
La scelta di promuovere temi urgenti per questa generazione, come il cambiamento climatico, la sostenibilità, ha creato un terreno comune, espresso anche attraverso l’immagine guida di questa edizione a cura dell’artista Giorgio Andreotta Calò. Tratto dall’articolato progetto Icarus (cominciato nel 2019), si tratta di uno steel di video, dove si riconosce un giovane che con gesto perentorio mette in primo piano una falena bianca, stabilendo con essa un dialogo uomo/natura, come ad invitare a non procrastinare oltre la riflessione del nostro impatto sull’ecosistema.
Come declinate la riflessione sulla sostenibilità ecologica?
Come tutte le organizzazioni, anche noi ci siamo messi in discussione sugli impatti che generiamo sull’ambiente, in particolare sul controllo delle emissioni CO2 e consumi energetici, flussi di personale e pubblico, sulla mobilità correlata, non solo nei nostri progetti, ma anche sugli impatti strutturali. Abbiamo aperto una collaborazione con Gallery Climate Coalition Italia per maturare la nostra consapevolezza sul tema e studiare un piano per diminuire le nostre emissioni. Anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Ministero della Cultura si inserisce nella Missione 1 (Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo), Componente 3 (Turismo e Cultura 4.0) mette a disposizione fondi per introdurre una profonda riflessione sulla transizione necessaria nei contesti museali e degli eventi culturali.
Cosa comporta essere maggiorenni?
AMACI è nata con il preciso intento di mettere in rete, ma soprattutto di rappresentare un sistema che non era allora percepito. In questi anni siamo diventati oltre 20 musei diffusi in tutto il Paese, di diverse dimensioni e modelli di governance (statali, civici, privati, fondazioni). La nostra forza è la diversità, l’eterogeneità che costituisce la nostra piattaforma di dialogo, il nostro dinamismo, caratteristiche che abbiamo voluto rappresentare con il nostro nuovo logo dinamico.
Abbiamo costruito autorevolezza e ci siamo trasformati da meri luoghi di custodia a spazi di progettualità e sperimentazione e soprattutto in una comunità di professionisti e produttori culturali. Siamo indiscutibilmente interlocutori privilegiati con il Ministero della Cultura, sui temi dei bandi come l’Italian Council sulla produzione di arti visive contemporanee. Grazie a questo proficuo dialogo, siamo riusciti ad essere valorizzati per gli outcome che generiamo, non solo per i biglietti staccati e il numero di visitatori, ma per la quantità e qualità di produzioni supportate, mostre proposte. Si tratta di una nostra piccola vittoria.
Inoltre, siamo diventati garanti delle professionalità legate all’arte contemporanea, lavorando in collaborazione con associazioni di artisti come AWI, per tracciare linee guida che possano tutelare i lavoratori culturali. Il nostro obiettivo è promuovere anche conoscenza, attraverso dibattiti altamente specializzati con giornate di studio, convegni, campagne. Per il 2023 vogliamo proporre due importanti progetti dedicati ai temi dell’ecologia: oltre alla terza edizione della giornata di studi anche la seconda edizione della piattaforma convegnistica Museo Ventuno, ideata da AMACI nel 2017 e realizzata nella sua prima edizione alle OGR di Torino con Museums at the Post-Digital Turn, i cui atti editi da Mousse Publishing sono andati subito sold out. Siamo infine antenne sui territori per comprendere le evoluzioni della società, intercettare i temi più urgenti di riflessione: per questo la collaborazione con i privati e le altre istituzioni è ineludibile, per creare una comunità più ampia rispetto alle nostre mura. La Giornata del Contemporaneo in questo senso vuole celebrare la nostra apertura verso tutti in modo indiscriminato.
Quali riscontri sulla Giornata?
Gli artisti sono molto positivi perché beneficiano della visibilità e della circolazione delle loro opere indotta dalla Giornata, aprendo le porte dei loro studi per mostrare il loro lavoro a un pubblico che diversamente non intercetterebbero, perché l’associazione spinge sul pubblico generico con il messaggio di frequentare gli spazi del contemporaneo, come stimolo, ricorso, abitudine.
Questa giornata è una festa che genera aspettative, curiosità e sorpresa.
Abbiamo dei numeri, ma c’è anche molto “non contato” che fa la differenza: molti si attivano senza per forza aderire formalmente. E questo coinvolgimento per noi è un successo.
Riscontriamo anche delle fragilità, come il rischio dell’assuefazione, ovvero il ripetere certi format ad ogni edizione. C’è sempre bisogno di un refresh perché ci siamo accorti, dopo due anni di pandemia che non possiamo proporre modelli fissi, e che modularsi sulla situazione del momento, alla realtà in continua evoluzione, ripaga.
Il valore della vista internazionale.
La collaborazione con Ministero Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) si ripete da quattro anni. C’è uno scambio reciproco. Gli artisti italiani hanno una vetrina all’estero e viceversa gli istituti di cultura ci segnalano artisti italiani dall’estero da ospitare nel circuito della nostra associazione. I bandi (come il Premio Vivo d’Arte) hanno giocato un ruolo importante. Una specifica linea di finanziamento è stata accesa per le residenze e il loro sviluppo con la proposta di viaggi di studio. Non vogliamo limitarci alla mera visibilità, ma potenziare i progetti di residenza sul lungo periodo per dare stabilità.
ABSTRACT
Celebrated last Oct. 8, the 18th Day of the Contemporary returns to its dynamic, inclusive format, open to the general public after two years of forced closure. The collaboration with the Ministry of Foreign Affairs has allowed the extension to other countries, enhancing the quality of our most avant-garde artistic production. Special attention to young people, with initiatives through their languages and to the themes of ecology. We talked about this with the President of the promoting association AMACI, Lorenzo Balbi.