
L’impact investing offre un supporto finanziario con l’intenzione di generare un impatto sociale positivo e misurabile, insieme ad un ritorno finanziario. Gli investitori d’impatto si inseriscono in quella zona grigia tra i filantropi, i quali donano ricevendo in cambio un ritorno emotivo e sociale, ma nessun ritorno in conto capitale, e gli investitori tradizionali, le cui decisioni si concentrano prevalentemente su considerazioni di natura finanziaria. Oltre al sostegno finanziario, gli investitori d’impatto offrono molto spesso anche opportunità aggiuntive, come coaching, mentoring e supporto nello sviluppo di competenze.
In un mondo che sta tentando di riprendersi dagli effetti senza precedenti di una pandemia globale, nuovi conflitti ed una crisi energetica, la creatività e la cultura sono riconosciute come essenziali per favorire il dialogo e la comprensione tra i popoli e guidare un cambiamento sistemico che sia inclusivo e sostenibile. In questo contesto, gli investitori d’impatto hanno un grande potenziale: essi, infatti, decidono di investire nei settori culturali e creativi perché convinti del potere delle arti e della cultura di generare un cambiamento sociale e trasformare la vita delle persone e delle comunità.
Un esempio virtuoso ci viene fornito dai vicini d’oltremanica. L’Arts Impact Fund lanciato da NESTA (UK), ad esempio, è un’iniziativa pilota che ha riunito finanziamenti pubblici, privati e filantropici a supporto di organizzazioni con l’ambizione di generare un impatto positivo sulla società. Il fondo è stato il primo nel suo genere ed il suo portfolio ad oggi è degno di nota. In ambito italiano, invece, il fondo Impact4Art, nato in pieno periodo pandemico dalla comune visione di Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore e Fondazione Cariplo, ha supportato modelli di attività (sia in fase di nascita che di crescita) capaci di generare impatto sociale.
SFIDE
Varie barriere impediscono la crescita dell’impact investing in ambito culturale in Europa. Innanzitutto, in molti casi, i sussidi pubblici e la filantropia sono (ancora) considerati come le uniche opzioni di finanziamento possibili per i settori culturali e creativi. Sebbene sia innegabile il loro ruolo nel garantire la sostenibilità economica di tali settori, si ignora però spesso l’importanza di garantire un mix finanziario virtuoso che permetta alle organizzazioni cultuali e creative di combinare varie fonti di finanziamento e limitare la dipendenza da un singolo finanziatore. Un mix finanziario in cui l’impact investing ha grandi potenzialità e che è ancora poco esplorato a causa della generale frammentazione delle fonti informative. A ciò va aggiunta la natura (spesso) fragile e poco sostenibile dei business plan delle organizzazioni culturali e creative, generando insidie in termini di accountability.
Un altro scoglio sembra essere rappresentato dal fatto che i settori culturali e creativi non sono stati ancora ben compresi dagli investitori d’impatto e non sono ancora visti (o sono visti parzialmente) come ambiti d’investimento che garantiscono un ritorno tanto sociale quanto finanziario. Gli investitori d’impatto sono infatti solitamente alla ricerca di investimenti che siano misurabili ed in linea con gli SDG e, nonostante le crescenti iniziative nazionali ed internazionali sul tema, la cultura e la creatività al momento non fanno formalmente parte dei 17 obiettivi, pur essendo presente trasversalmente (ed informalmente) in molti di essi (si vedano ad esempio, Implementing Culture within the SDGs e Culture in the Sustainable Development Goals: A Guide for Local Action).
Inoltre, seppur esistenti ed in via di consolidazione, le metodologie di definizione e misurazione dell’impatto sociale dei settori culturali e creativi non sono ancora ampiamente diffuse, né sono ancora state fatte proprie dagli stessi professionisti della cultura, ai quali molto spesso mancano tempo e risorse da dedicare alla formazione interna e al rafforzamento delle competenze in materia di misurazione d’impatto. Si tratta, infatti, di un terreno difficile, reso ancora più insidioso dalla natura a lungo termine (e quindi difficile da accertare) dell’impatto sociale di tali settori. Sforzi interessanti in questa direzione sono rappresentati dai recenti lavori dell’OECD (OECD 2021) e dai risultati del progetto europeo ‘MESOC – Measuring the social dimension of culture’, per citarne alcuni.
PIATTAFORME DI INFORMAZIONE SULL’IMPACT INVESTING PER LA CULTURA
Esempi di iniziative che cercano di colmare il gap informativo relativo all’impact investing in ambito culturale e creativo e a diffondere il concetto di mix finanziario sono le piattaforme Creativity Culture & Capital e So You Need Money.
Creativity, Culture & Capital è un progetto nato da una partnership informale tra Arts & Culture Finance, Upstart Co-Lab e Fundación Compromiso, tre organizzazioni convinte che l’investimento d’impatto sarà uno strumento vitale per sostenere la crescita dell’economia creativa globale. Con l’obiettivo di creare una ricca mappa geografica, la piattaforma presenta una serie di articoli e casi studio sul modo in cui i fondi di impatto stanno investendo nelle industrie creative a livello globale. Al momento, sono scarsi i contributi su casi di studio ed esperienze italiane. In quanto piattaforma comunitaria, è possibile però contribuire direttamente cliccando su ‘Submit your insights’ e inviare contributi che offrano esempi di come la cultura e la creatività creino impatti positivi sugli individui, le comunità e il pianeta intero, e come gli investimenti d’impatto stiano trasformando e stimolando l’economia creativa.
La So You Need Money Tool (SYNMT) è uno strumento sviluppato nell’ambito del progetto europeo Creative FLIP – Finance, Learning, Innovation, Patenting in CCIs, un’azione preparatoria cofinanziata dall’UE finalizzata a rafforzare l’ecosistema di supporto ai settori e industrie culturali e creative. La piattaforma ha l’obiettivo di guidare i professionisti della cultura verso le fonti di finanziamento più adatte a loro a livello nazionale, diffondendo allo stesso tempo il concetto di financing mix. Cerca di riuscire in questo obiettivo fornendo una panoramica delle opportunità di finanziamento adatte ai bisogni finanziari e alle caratteristiche dell’utente ed una serie di consigli, casi studio e sezioni di approfondimento sulle diverse opportunità. L’impact investing è una delle dieci categorie incluse nella piattaforma. Attualmente SYNMT include otto opportunità di investimento d’impatto in Italia, ma è possibile contribuire direttamente alla crescita della piattaforma cliccando sul pulsante ‘Contribuisci’ in alto a destra.
PROSPETTIVE FUTURE
C’è un ottimismo crescente sulle prospettive dell’investimento d’impatto in ambito culturale e creativo. Tuttavia, varie azioni sono necessarie per liberare questo potenziale e permettere ai settori culturali e creativi di avere voce in capitolo e competere con ambiti notoriamente molto forti in termini di impact investing (in primis, il settore ambientale). Nella lista delle cose da fare ci sono sia azioni volte a rafforzare la sostenibilità interna delle organizzazioni culturali e creative sia iniziative che agiscano sul rafforzamento dell’ecosistema finanziario.
Tra le prime, vi sono sicuramente iniziative volte a diffondere buone pratiche di mix finanziario. Sarebbe auspicabile incrementare a livello regionale e locale le iniziative volte a supportare le organizzazioni culturali e creative (for profit, non profit ed ibride) nella progettazione di solidi business plan che incorporino il concetto di mix finanziario e prevedano un’equilibrata varietà di fonti di finanziamento. I vantaggi sono molteplici; tra questi, la partecipazione di vari finanziatori al financing mix di un’organizzazione (nel caso dei settori culturali e creativi, ad esempio, filantropi e finanziatori pubblici) crea molto spesso un effetto a cascata e spinge altri investitori (ad esempio, nel campo dell’impact investing) a contribuire. Sono ugualmente prioritarie iniziative di capacity building volte a diffondere metodologie esistenti di misurazione dell’impatto sociale all’interno delle organizzazioni culturali e creative stesse. Investire a livello organizzativo in indicatori chiari e in una metodologia di misurazione è un punto cardine nel processo di avvicinamento (e convincimento) degli investitori d’impatto.
A livello di ecosistema, invece, la priorità è sicuramente su azioni che mirino a colmare l’asimmetria informativa. Questo include la creazione sia di piattaforme di incontro (virtuali e/o fisiche) tra organizzazioni culturali e creative ed impact investor, sia di spazi informativi mirati che diffondano informazioni sulle opportunità di investimento d’impatto e su come accedervi.
Entrambe le linee di azione implicano uno sforzo a livello di ecosistema che coinvolga responsabili politici locali, regionali e nazionali, finanziatori pubblici e privati, filantropi, istituti ed enti di formazione e, naturalmente, le stesse organizzazioni culturali e creative.
Non secondario resta il, bisogno di nuove narrazioni e politiche che abbandonino una volta per tutte una visione limitata e limitante della cultura come petrolio e che veicolino l’importanza di quella componente sociale della cultura capace di “produrre, scambiare e ridistribuire valori, così da promuovere e stimolare uguaglianza, inclusione sociale e forza critica” (L’investimento d’impatto nel settore culturale, articolo a cura di Silvia Angeli e Marco Ratti, tratto da Il Giornale dell’Arte, 1° marzo 2021.).
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
- Alessandra Gariboldi e Sara Marconi, Valutare gli impatti delle organizzazioni culturali, Settembre 2021.
- Culture Action Europe, Implementing Culture within the SDGs.
- MONDIACULT 2022: Declaration for Culture.
- Fiorenza Lipparini and Francesca Medda, Impact Investment for Urban Cultural Heritage, Institute of Finance and Technology, University College London.
- L’investimento d’impatto nel settore culturale, articolo a cura di Silvia Angeli e Marco Ratti, tratto da Il Giornale dell’Arte, 1° marzo 2021.
- NESTA, Theory of change guide and template.
- Is There a Place for Culture in Impact Investments?, articolo a cura di Immaterial Future Association.
- NESTA, Why social impact investment?.
- OECD (2022), The Culture Fix: Creative People, Places and Industries, Local Economic and Employment Development (LEED), OECD Publishing, Paris, https://doi.org/10.1787/991bb520-en.
- Pier Luigi Sacco et al., From Culture 1.0 to Culture 3.0: Three Socio-Technical Regimes of Social and Economic Value Creation through Culture, and Their Impact on European Cohesion Policies, Sustainability2018, 10(11), 3923; https://doi.org/10.3390/su10113923.
- So You Need Money Guide, sviluppata nell’ambito del progetto europeo FLIP – Finance, Learning, Innovation, Patenting in CCIs.
- REPORT FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONS on the cultural dimension of sustainable development in EU actions, available at: https://culture.ec.europa.eu/news/commission-publishes-new-report-on-culture-for-sustainable-development-in-eu-actions.
ABSTRACT
Impact investing as a source of financing for cultural and creative sectors is a rather recent phenomenon, which is (fortunately) growing. Virtuous examples show how impact investing can be a valid ally of traditional funding sources (e.g., public subsidies and philanthropy, just to name a few), but various barriers still prevent the diffusion of impact investing in the cultural and creative field, including a general fragmentation of information sources and difficulties to access information itself. This article briefly presents two platforms that seek to fill this information gap and shares some initial thoughts on possible avenues to take. A reflection to be continued and deepened, possibly together with cultural and creative actors, policy makers and investors.