
Ci sono stati anni in cui il settore Culturale, accusato di essere solo una mera voce di spesa, si è affannato a dimostrare quanto PIL fosse capace di generare, perpetuando una logica estrattiva rispetto alle sue ben più ampie possibilità. La pandemia ha invece sottolineato con evidenza quanto la Cultura è necessaria e integrata con la società, quanto sia piattaforma per costruire welfare, coesione sociale, spazio pubblico, allineandosi agli indicatori del BES (benessere equo e sostenibile). In molti territori e amministrazioni locali, le agende si stanno contaminando grazie alle iniziative di più stakeholder che propongono un dialogo sempre più serrato e virtuoso fra welfare e salute e cultura, per costruire un programma politico dove l’accesso alle arti, non solo arricchisce, ma include socialmente e genera benessere.
Firenze. Il capoluogo della Toscana è la culla della civiltà umanistica e rinascimentale, un’eredità amata in tutto il mondo, ma anche un portato ingombrante per chi la gestisce e tutela nel renderla viva, attualizzarla, promuoverla.
Portare pubblico nei musei storici fiorentini è una delle maggiori sfide di queste istituzioni, che si è amplificata con le chiusure imposte durante lo stato di emergenza legato alla pandemia Covid-19.
Ma le restrizioni hanno anche permesso di far emergere nuovi bisogni, sperimentare format e soluzioni, con partnership multi-stakeholder, articolando istanze che vanno oltre la sola necessità di attirare fruitori, declinando obiettivi più trasversali come l’idea che la cultura sia un bene inclusivo comune, fruibile da tutti e accessibile da tutti.
LA FONDAZIONE
Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze (FCRF) è in prima linea da qualche anno con l’obiettivo di educare alla cultura e favorire l’inclusione sociale: “Avevamo intorno alla Fondazione competenze ed esperienze, ma non eravamo ancora consapevoli dell’importanza di queste ibridazioni settoriali. Abbiamo quindi intrapreso un percorso per comprendere meglio come generare e misurare l’impatto sociale degli investimenti in progetti culturali destinati alle comunità in cui viviamo, insieme a tutti gli attori presenti sul territorio. Gli operatori sociali ci hanno supportato e coinvolto nello sperimentare nuovi approcci fra tematiche di valorizzazione, benessere, cura, inclusione, lavorando con noi per sistematizzare le esperienze. Un particolare aiuto è pervenuto dal CCW_ Cultural Welfare Center, che ci ha fornito specifici strumenti di misurazione e modelli tecnici di allestimento delle progettazioni. Del resto, veniamo da una tradizione lungimirante, che già secoli fa ha visto la nascita dell’Ospedale di Santa Maria Nuova, fra gli ospedali più antichi del mondo, ricco di bellezza e opere per allietare la degenza. Così anche lo Spedale degli Innocenti, su progetto di Brunelleschi”, dichiara Barbara Tosti, Responsabile Settore Arte, Attività e Beni Culturali e Gestione Patrimonio Artistico della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.
La cultura disinnesca le disuguaglianze, riduce gli strappi della società e favorisce la coesione: “La pandemia ha reso evidente che bisogna prenderci cura collettivamente, non solo quando le malattie sono manifeste, ma anche sulla prevenzione e sulle dimensioni private della propria intimità. E in questo senso la cultura è strumento di relazione e condivisione, solidarietà, una vera e propria medicina. “, prosegue Tosti.
Circa il 20% del budget di area è dedicato alle progettualità legate a Cultura e Welfare.
I PROGETTI CULTURALI CHE INCLUDONO
Come la Fondazione ha declinato concretamente progetti inclusivi?
Una prima esperienza è quella delle “Passeggiate fiorentine”, programma di visite guidate nei principali musei fiorentini dedicate a categorie fragili, famiglie e alla comunità, nato nell’estate del 2020 e rilanciato nell’autunno 2021. Grazie alla collaborazione di partner sociali come ARCI Firenze e ACLI Firenze, nel 2021 sono stati coinvolti 1822 partecipanti di cui 771 appartenenti a categorie fragili (bambini dai 3 ai 18 anni, stranieri e immigrati, soggetti con difficoltà linguistiche, cognitive o con disabilità fisiche), con il supporto di 30 guide turistiche specializzate, per un investimento di 70mila Euro. Attraverso la somministrazione di 900 questionari, la Fondazione ha indagato dimensioni come l’apprendimento e nuove competenze, l’aumento della conoscenza del territorio e lo stimolo alla partecipazione culturale e incoraggiamento a cogliere opportunità educative, raccogliendo ottimi riscontri: l’88% delle categorie fragili dichiara che la visita al museo ha contribuito a migliorare le loro conoscenze, mentre l’84% dichiara di essere stato stimolato a partecipare ad altre attività.
Con questa impostazione è nato anche il progetto “Dante per tutti”, un laboratorio didattico gratuito per bambini dai 7 ai 13 anni e le loro famiglie, in occasione dei 700 anni dalla nascita del sommo Poeta, al Museo Nazionale del Bargello. Una combinazione fra contenuti storici, attualizzazione, necessità di rivitalizzare le visite ad uno dei musei più importanti della scultura italiana e stimolo dell’orgoglio per il proprio patrimonio con un turismo di prossimità, più sostenibile di quello di massa, unito a un approccio inclusivo, grazie agli accessi gratuiti a favore di famiglie svantaggiate. Per questa iniziativa la Fondazione ha investito 100mila Euro, coinvolgendo da maggio 2021 a gennaio 2022, 1300 bambini, 1000 adulti accompagnatori e ha attivato 153 laboratori gratuiti coinvolgendo 9 mediatori culturali. Il monitoraggio degli impatti generati ha evidenziato l’ottima resa dell’iniziativa: il 90% dei bambini dichiara che la partecipazione al progetto lo ha stimolato a partecipare ad altre attività culturali e laboratori. Il 33% dichiara di essere felice di essere entrato in un luogo bello e importante della propria città. Dopo questa prima esperienza, il Museo del Bargello sta cercando di organizzare un evento di restituzione della prima edizione.
LE PROSSIME INIZIATIVE
Il programma per l’anno in corso è molto ricco ed articolato: “Siamo diventati una sorta di hub, un punto di riferimento per molte organizzazioni culturali cittadine, che ci chiedono di co-progettare altre iniziative. Ci siamo anche resi conto di aver in qualche modo contribuito a sensibilizzare la società civile con questo approccio progettuale, perché le organizzazioni partecipanti al nostro Bando annuale, propongono idee che vanno in quella direzione”, aggiunge Barbara Tosti.
Si prosegue con “All’opera”, un progetto dell’Associazione VENTI LUCENTI in collaborazione con il Maggio Musicale Fiorentino, il Teatro della Pergola e il Comune di Firenze.
Un percorso formativo teatrale e musicale che coinvolge ogni anno circa 600 tra bambini e ragazzi delle scuole primarie e secondarie del territorio, grazie alla realizzazione di lezioni in aula e laboratori didattici sulla musica e sul teatro. Trasformandosi in protagonisti degli spettacoli, ospitati dal Maggio Musicale Fiorentino e dal Teatro della Pergola, i ragazzi si avvicinano in modo coinvolgente alla conoscenza del mondo della lirica, della musica e del teatro. Nelle 15 edizioni del progetto, sono 10,2 mila bambini in palcoscenico, 344 istituti scolastici coinvolti e 1.184 classi partecipanti e 2.063 insegnanti coinvolti, 60 alzate di sipario e 74,5 mila spettatori.
Sulla scia musicale, anche il progetto “Maggio popolare” che prevede l’accesso “calmierato” a una recita per ciascuna opera prevista dal programma del Festival del Maggio Fiorentino di categorie fragili a livello economico.
“La cultura cura” è l’iniziativa che nel 2021, in collaborazione con Caritas Firenze, ha coinvolto 58 minori in situazioni di disagio per favorire il loro benessere attraverso la pratica artistica, di cui l’85% è rappresentato da bambini e ragazzi immigrati di seconda generazione.
“La cultura cura” nel 2022, in partenariato con Fondazione Fresco Parkinson Institute, Associazione L’immaginario, Associazione Dance Well, Associazione un gancio al Parkinson, svilupperà il programma previsto da maggio a dicembre 2022, con azioni per favorire il benessere delle persone appartenenti alle categorie più fragili tramite la pratica artistica. Quest’anno sono attese attività specificamente ideate (laboratori di danza e boxe e incontri nei principali musei cittadini) e dedicate agli anziani, ai malati di Parkinson e alle persone affette da autismo per contrastare l’isolamento e la decadenza cognitiva.
MONITORARE L’IMPATTO
Dedicare del tempo per misurare i propri risultati, verificare se gli obiettivi progettuali sono stati raggiunti e mettersi in ascolto dei propri target è una prassi ricorrente dell’Area Cultura di FCRF: “Abbiamo fatto un percorso di apprendimento per capire quali indicatori potessero meglio descrivere le dimensioni sociali che vogliamo migliorare” – ci spiega Barbara Tosti – “e siamo molto soddisfatti dei primi riscontri. Monitorare le nostre performance, serve per migliorarci in primis, ma anche per restituire alle nostre comunità i risultati delle iniziative, diffondendo una cultura dell’accountability che è importante nelle agende politiche e per la costruzione di sostenibilità futura del settore, nonché è necessario per restituire la concretezza dei nostri raggiungimenti con gli stakeholder interni, il nostro Board, che vuole verificare l’efficacia del nostro impegno a favore delle comunità”.
Attraverso questo percorso, la Fondazione sta costruendo una nuova rete di collaborazioni a beneficio del proprio territorio di riferimento, con anche l’ambizione di costruire buone pratiche da diffondere più ampliamente in altri territori, per massimizzare la fondamentale funzione sociale della cultura e delle arti.
ABSTRACT
We spoke with Barbara Tosti, Head of the Art, Cultural Activities and Heritage Management Sector of the Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, which for several years has been promoting initiatives in favor of the well-being of its territory. Their experience shows how the pandemic has allowed new needs to emerge, experimenting with formats and solutions, with multi-stakeholder partnerships, articulating instances that go beyond the mere need to attract users, declining more transversal objectives such as the idea that culture is an inclusive common good, usable by all and accessible to all.