La cooperazione in ambito culturale è “un settore agile, che ha saputo reagire progettando il proprio futuro: vedi il bando Viviamo Cultura, vedi l’Osservatorio sul partenariato pubblico privato con Anci e il terzo Settore, vedi la collaborazione sempre più frequente con le altre filiere territoriali, le agricole e quelle dell’abitare sociale. Il congresso intende restituire questa capacità trasformativa raccontandola sia sotto il profilo dei territori sia sotto il profilo umano: un presidio culturale cooperativo cura e fa rinascere un pezzo di paese, sia esso un sito storico di un piccolo comune, un quartiere urbano, un parco appenninico o una terra sottratta alla mafia, all’incuria o alla illegalità, e cura e sottrae un pezzo di umanità alla disoccupazione e alla barbarie”. Lo ha detto Giovanna Barni, presidente di CulTurMedia Legacoop, nel corso della sua relazione al Secondo Congresso nazionale che si è tenuto presso l’Edificio Marco Polo di Sapienza Università di Roma.
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