Durante gli incontri regionali in vista del Congresso nazionale di CulTurMedia “si è parlato meno dei danni della crisi e più di quello che la crisi ha fatto emergere rispetto al nostro settore in termini di criticità ma anche di potenzialità”. Lo ha detto Giovanna Barni, presidente di CulTurMedia Legacoop, nel corso della sua relazione al Secondo Congresso nazionale che si è tenuto presso l’Edificio Marco Polo di Sapienza Università di Roma. “Sono emersi bisogni culturali diversi, messi in secondo piano dalla corrente narrazione della cultura come grande bellezza, autocelebrativa e concentrata nei grandi attrattori: bisogni invece di una cultura plurale, articolata e multidisciplinare (non certo catalogabile negli oltre 50 antiquati codici ATECO che coprono il settore); di una cultura di prossimità vicina quindi diffusa e radicata anche nei territori marginalizzati ma ricchi di arte, storia , natura; di una cultura accessibile e partecipata e non solo fruita passivamente, che cura dal distanziamento sociale e contribuisce tanto al benessere quanto all’attivismo civico. Bisogni quindi che ci somigliano e che invece rischiano di esser di nuovo sommersi se non prendono presto forma in modelli nuovi, inclusivi e sostenibili in grado di soddisfarli. I modelli cooperativi – non a caso la cooperativa è per definizione impresa di persone nata per soddisfare insieme bisogni economici, sociali e culturali – possono offrire soluzioni che siano al contempo efficaci, sostenibili sotto il profilo dei contesti, ma anche più eque rispetto ai divari sociali, di lavoro, e territoriali del Paese”.
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