
Bene ha fatto il governo a presentare un disegno di legge che punisce chi imbratta il patrimonio culturale sull’onda degli ultimi episodi legati, in particolar modo, alle rivendicazioni ambientaliste degli attivisti di Ultima Generazione. Tuttavia, sarebbe stato meglio seguire la via parlamentare visto che da novembre è depositato al Senato un ddl che va a sanzionare (intervenendo sul codice penale) chi compie atti del genere. Ma questo non influenzerà l’appoggio al provvedimento del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e “sicuramente si troverà una sintesi in sede di discussione parlamentare”. Lo assicura – in un’intervista ad AgenziaCULT – il senatore della Lega, Claudio Borghi, primo firmatario di un disegno di legge assegnato alla Commissione Giustizia di Palazzo Madama (relatrice la presidente Giulia Bongiorno) che vuole introdurre un nuovo regime sanzionatorio per le condotte di chi, recandosi nei luoghi della cultura per dimostrazioni propagandistiche e di protesta ponga in essere atti che rischino seriamente di danneggiare beni culturali esposti al pubblico, vandalizzando i siti di esposizione, protezione e conservazione dell’opera, affiancandosi alle pene già previste per chi realizzi un effettivo danno al bene culturale. Inoltre, il disegno di legge inserisce tra le fattispecie di reato per le quali è previsto l’arresto facoltativo in flagranza anche i reati di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici. Borghi, in ogni caso, da una parte si dice “contento” per le misure dell’esecutivo, dall’altra sottolinea che “si sarebbe potuto seguire il percorso parlamentare con la mia proposta depositata in Senato a novembre. Ma – assicura – l’importante è il risultato”.
LE ALTRE PROPOSTE IN CAMPO
PROPOSTA LISEI
Oltre al ddl della Lega, è stato depositato al Senato anche un altro provvedimento. A sottoscriverlo sono i senatori Fdi Marco Lisei, Alberto Balboni e Andrea De Priamo che hanno predisposto il ddl “Misure di prevenzione da atti di vandalismo”. “Il disegno di legge è finalizzato a prevenire la possibilità che avvengano ulteriori gesti che mettano a repentaglio la tutela dei beni architettonici e si articola fondamentalmente su due aspetti”, aveva spiegato Lisei ad AgenziaCULT: “Il primo è allargare quanto già previsto dal reato di danneggiamento, in modo che vengano puniti anche quei fatti che non rappresentano un danneggiamento in senso stretto, quindi, ad esempio, quando vengono utilizzate vernici lavabili. La seconda misura, invece, concerne l’estensione dell’utilizzo del Daspo urbano, attualmente previsto per gli ultrà nel calcio ai quali viene impedito l’ingresso negli stadi se commettono episodi che vanno contro l’ordine pubblico. Con il nostro ddl si estende il Daspo urbano agli ‘eco teppisti’ impedendo loro di avvicinarsi ai monumenti e ai beni architettonici tutelati dal Codice dei beni culturali e del paesaggio”.
DDL SANGIULIANO
Solo qualche giorno fa, poi, il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ha approvato un disegno di legge che introduce disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici. Oltre alle sanzioni penali già previste dalla legislazione vigente, il testo introduce, per chi distrugge, disperde, deteriora o rende in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui, una sanzione amministrativa compresa tra 20.000 e 60.000 euro. Per chi deturpa, imbratta o destina i beni culturali a un uso pregiudizievole o incompatibile con il loro carattere storico o artistico, la sanzione sarà compresa tra 10.000 e 40.000 euro. I proventi saranno devoluti al Ministero della cultura, affinché siano impiegati prioritariamente al ripristino dei beni danneggiati. Un provvedimento su cui il governo intende aprire un canale privilegiato, nel dialogo con le forze parlamentari di maggioranza e di opposizione, per approdare velocemente alla sua approvazione.
IL DDL DEL GOVERNO
Quello indicato dal governo è, quindi, un percorso che prevede sanzioni amministrative, mentre quello del senatore Borghi e quello presentato da Lisei prevedono modifiche al codice penale arrivando fino all’arresto di chi imbratta beni culturali o misure come il daspo urbano nel caso della proposta del senatore di Fratelli d’Italia. “I disegni di legge sono fatti per essere discussi e quando il ddl del governo arriverà in Parlamento ne discuteremo, sicuramente troveremo una sintesi”.
Borghi, all’indomani dell’approvazione in consiglio dei ministri del disegno di legge proposto dal ministro Sangiuliano, aveva rivendicato la misura dell’arresto per chi imbratta il patrimonio culturale e anche ora ne difende il principio ispiratore: la via amministrativa e quella penale “sono due fattori deterrenti allo stesso modo. L’arresto è la modalità perseguita nella maggior parte degli altri Paesi del mondo. Quando si vede qualcuno fare queste bravate, molto semplicemente, vengono presi e portati ‘dentro’”. Ma mette anche in chiaro che “non c’è un gusto particolare nel castigare la gente, semplicemente il contratto sociale prevede da secoli che a un certo punto ci siano delle pene per far rispettare l’ordine e la legge decisa pubblicamente, niente di strano”.
Di sicuro, conclude il senatore leghista, “la mia proposta ha raggiunto un risultato importante: aver dato il via a iniziative legislative in questa materia”.