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Il presidente della Fondazione in audizione alla Camera: "Ogni persona di responsabilità si interpelli sulla necessità di regolamentare e di conoscere in profondità i presupposti e gli effetti dell'interazione tra l'umano e il digitale"

“Il Maxxi è al centro da anni di una transizione digitale che coinvolge professionisti e dipendenti attraverso formazione e acquisizione e sviluppo di nuove competenze digitali, utenti e visitatori per il miglioramento dell’esperienza di visita, artisti e creativi attraverso l’uso di tecnologie innovative al servizio della creazione artistica”. Lo ha detto Alessandro Giuli, Presidente della Fondazione Maxxi-Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, intervenendo in audizione di fronte alla Commissione Cultura della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’impatto della digitalizzazione e dell’innovazione tecnologica sui settori culturali.

REGOLAMENTARE L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Dopo un excursus sui progetti del Maxxi (frutto del lavoro pregresso e di quello in divenire) che mettono al centro il digitale, Giuli ha sottolineato come “contestualmente al processo di transizione digitale nel quale il Maxxi è incardinato già da tempo, stiamo cercando di mettere a tema – anche in maniera critica – la presenza urgente, irrefutabile ma anche ambivalente dell’intelligenza artificiale all’interno della cultura museale e della cultura educativa in generale. Lo sguardo sul rapporto tra l’educazione e la formazione e l’offerta museale e la cultura in generale e l’intelligenza artificiale va posta in termini attivi e riflessivi e non passivi”.

Poste le esigenze a cui il Maxxi va incontro sollecitato dal MiC e dal Parlamento, “il Maxxi ha inaugurato già una serie di riflessioni pubbliche sull’idea che sia necessario un dibattito approfondito sul tema di un umanesimo digitale. In sostanza, ci stiamo ponendo il problema se non sia necessario scrivere una ‘dialettica dell’illuminismo artificiale’. Ogni persona di responsabilità si interpelli sulla necessità di regolamentare e di conoscere in profondità i presupposti e gli effetti dell’interazione tra l’umano e il digitale. In particolare, sulla possibilità che l’AI rappresenti ancora un’incognita di un’equazione contemporanea non ancora ben definita”.

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