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"Non si disperda quell’immenso patrimonio di conoscenze specializzate, di tecniche, di veri e propri 'segreti' che rappresentano un grande tesoro nazionale, custodito e mantenuto in vita grazie all’incessante attività, da sostenere in ogni modo, delle antiche botteghe"

Riconoscere il 13 marzo di ciascun anno quale “Giornata nazionale degli antichi mestieri”, al fine di “celebrare il lavoro degli uomini e delle donne impegnati a preservare e a trasmettere alle generazioni future antichi saperi e mestieri”. Questo l’obiettivo della proposta di legge presentata alla Camera da Beatriz Colombo (Fdi) e assegnata negli scorsi giorni in sede referente alla commissione Attività produttive. Per celebrare la Giornata lo Stato, le regioni e gli enti locali organizzano o promuovono mostre, mercatini, iniziative culturali, incontri, momenti comuni di informazione e di riflessione, al fine di diffondere la cultura del made in Italy e il valore dell’artigianato nel nostro Paese. In considerazione dell’alto valore educativo, sociale e culturale della Giornata, gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, nell’ambito della loro autonomia, possono promuovere iniziative per la celebrazione della Giornata medesima.

“L’artigianato italiano – spiega la Colombo – è prezioso non solo per il valore economico prodotto, ma anche perché custodisce antiche e preziose tecniche, tramandate di generazione in generazione, che ha fatto giungere sino a noi antichi ‘segreti’ di lavoro, esaltando la natura della Nazione e della gente che la popola da millenni nonché gli splendidi paesaggi frutto di una sapiente, costante e continua convivenza tra ambiente urbano e rurale. Per questi motivi, per celebrare il nostro artigianato più autentico e genuino, si intende istituire la ‘Giornata nazionale degli antichi mestieri’ perseguendo l’obiettivo della tutela, salvaguardia e valorizzazione degli antichi mestieri, da proteggere facendoli vivere nel circuito produttivo effettivo, senza alcuna musealizzazione che, progressivamente e inevitabilmente, li farebbe cadere nell’oblio. Le antiche botteghe devono essere sostenute sprigionando la vitalità, antica e insopprimibile che da esse promana, garantendo adeguate forme di visibilità diffusa come l’organizzazione di mostre e mercatini e ponendo gli artigiani in una rete di mestieri ‘da mettere in rete’, predisponendo bandi regionali e progetti dedicati. Si tratta di figure che danno lustro al Paese svolgendo lavori solo apparentemente umili, ma che celano tesori di sapienza. Si tratta di calzolai, falegnami, liutai, corniciai, doratori, impagliatori, restauratori, burattinai, vetrai, ramai, fabbri, filatrici, tessitori, pavimentisti, materassai, ricamatori, orafi, argentieri, arrotini, ceramisti, sarti, barbieri, lanai, marmisti, modellisti, impiraresse, conciatori, orologiai, pettinari, cappellai, maestri di maschere veneziane, mosaicisti, incisori, ornatisti, lattonieri, stuccatori, maestri d’ascia e di tutta la tradizione appartenente all’artigianato religioso che raggiunge livelli altissimi nella costruzione e nella manutenzione delle campane e degli organi di chiesa”.

“È importante tutelare questa realtà multiforme, nonostante il naturale e incessante avanzamento tecnologico che ha progressivamente determinato la riduzione di tali mestieri, portando quasi alla loro scomparsa. Anche per essi deve prevalere la tendenza all’aggiornamento, utilizzando con naturale intelligenza l’umana attrazione verso la modernizzazione, facendo in modo che possa essere utilizzata anche per conservare integri i valori e i saperi fondamentali dell’artigianato, affinché non si disperda quell’immenso patrimonio di conoscenze specializzate, di tecniche, di veri e propri ‘segreti’ che rappresentano un grande tesoro nazionale, custodito e mantenuto in vita grazie all’incessante attività, da sostenere in ogni modo, delle antiche botteghe. Questo movimento deve essere sostenuto e rilanciato nonché adattato al futuro attraverso un’apertura intelligente alla contemporaneità, senza alcuna omologazione. In un’ottica contemporanea e con lo sguardo rivolto al futuro, si intende tramandare a tutti, in particolare ai giovani, la coscienza dell’importanza e della necessità di adottare un virtuoso connubio tra traduzione e multimedialità. Ciò è possibile, ad esempio, promuovendo iniziative che, in questa Giornata, facciano conoscere e riconoscere i talenti emergenti e i talenti affermati”.

“L’istituzione della ‘Giornata nazionale degli antichi mestieri’ rappresenta un’occasione di collaborazione tra il settore privato e quello pubblico, consentendo la diffusione della cultura del saper fare, tipica ed emblematica delle botteghe artigiane italiane. La Giornata deve essere un’occasione per la promozione e la valorizzazione dell’artigianato italiano, che costituisce il substrato culturale e valoriale della nascita e della diffusione del moderno made in Italy. Valorizzare e promuovere gli antichi saperi, sapientemente custoditi dagli artigiani italiani, è fondamentale per la sopravvivenza delle botteghe le quali, provenendo da un glorioso passato, devono vivere nel presente per trasferire nel futuro la migliore tradizione manifatturiera, garantendo così la riscoperta del ricchissimo grandissimo patrimonio culturale ed economico connesso. Si pensi al turismo artistico, religioso, ambientale, grazie ai tanti borghi e città colme di tesori architettonici, grazie alla natura varia e ricca del territorio nazionale, grazie anche a un sentimento religioso popolare e ai luoghi religiosi e di culto diffusi in tutto il Paese che attraggono pellegrini da tutto il mondo, giunti in Italia per visitare i luoghi più sacri, godendo dell’arte antica e di quella attuale, prodotta anche da questi artigiani”, conclude la Colombo.

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