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In tal senso torna utile il termine laboratorio utilizzato per descrivere la mostra che vuole simbolicamente indicare il luogo in cui è possibile adottare metodologie differenti, ricercare soluzioni innovative, riscoprire antiche memorie, come è stato per il complesso processo di ricostruzione della città di Messina dopo il terremoto del 1908. La necessità di salvare il salvabile richiamò la presenza in città dell’archeologo Antonio Salinas, Direttore della Regia Soprintendenza ai Monumenti, con sede in Palermo; i materiali recuperati trovarono una prima sistemazione presso la spianata di S. Salvatore dei Greci, destinata poi a Museo. L’architetto Francesco Valenti, inizialmente accanto al Salinas e, successivamente, nella qualità di Direttore dell'Ufficio Monumenti, continuò a seguire i progetti anche dopo il trasferimento a Palermo come Soprintendente. Le testimonianze dei due Soprintendenti evocano ancora oggi, attraverso le citazioni riportate nelle didascalie, lo scenario che si presentò ai loro occhi e che venne descritto nelle ricognizioni “Terremoto di Messina (28 dicembre 1908). Opere d’arte recuperate” e “Ispezione ai resti monumentali della Città di Messina dopo il disastro del 28 dicembre e calcolo sommario dei primi lavori abbisognevoli”.

“Oltre ai responsabili della tutela – precisa la Soprintendente dei Beni culturali di Messina, Mirella Vinci – per la ricostruzione di Messina giunsero in quei giorni architetti provenienti anche da altri ambiti culturali che attuarono un tipo di progettazione raffinata e di alto livello. Di questa produzione, realizzata nel primo quarto del secolo XX da Coppedè, Savoja, Bazzani e tanti altri, vengono esposti alcuni elaborati grafici delle nuove costruzioni”. 

La mostra si articola in cinque Sezioni che raccolgono testimonianze grafiche, fotografiche e documentali che narrano diversi aspetti della ricostruzione; la sezione dedicata ai ritrovamenti e scavi archeologici, mostra i rinvenimenti effettuati in maniera fortuita nei cantieri per le nuove fabbriche e le conseguenziali campagne di scavo. Quella relativa ai Monumenti perduti, descrive la demolizione di chiese e palazzi irrimediabilmente o fortemente danneggiati dal sisma. La sezione dedicata ai Monumenti recuperati mostra gli interventi di restauro conservativo e le innovative ricostruzioni; quella dei Monumenti itineranti, mostra le audaci ricontestualizzazioni di statue e fontane monumentali nelle nuove sistemazioni urbanistiche. Infine la sezione dedicata alle Nuove costruzioni in contesti monumentali, espone i progetti per la costruzione di nuove tipologie architettoniche residenziali in contesti ambientali di rilevanza storica. (segue)

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