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Sessantatré aspiranti dirigenti, selezionati su 3791 candidati, inizieranno un percorso di alta formazione della durata di sette mesi. Al termine saranno selezionati i 50 dirigenti previsti dal bando

Giovedì 1 giugno, a Roma, nella Sala Regia di Palazzo Venezia, si è svolta la cerimonia di inaugurazione della prima edizione del Corso-Concorso per i nuovi dirigenti tecnici del Ministero della cultura, bandito a dicembre 2021 dalla Scuola Nazionale dell’Amministrazione e curato dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali. Sessantatre aspiranti dirigenti, selezionati su 3791 candidati, inizieranno un percorso di alta formazione della durata di sette mesi: in programma quattro moduli formativi, suddivisi tra lezioni quadro e laboratori, ai quali si aggiungono seminari, tavole rotonde e visite di studio. L’obiettivo è facilitare, nei futuri dirigenti, lo sviluppo di specifiche competenze tecniche che risulteranno fondamentali rispetto al contesto lavorativo nel quale si troveranno ad operare. Al termine del Corso-Concorso saranno quindi selezionati i 50 dirigenti previsti dal bando. Alla cerimonia sono intervenuti il Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, la Presidente della Scuola Nazionale dell’Amministrazione Paola Severino e il Presidente della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali Vincenzo Trione; il Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano. Durante i lavori, il professor Gerardo Villanacci, Presidente del Consiglio superiore Beni culturali e paesaggistici, ha tenuto una lectio magistralis su “Il patrimonio culturale nella legislazione italiana”.

IL CONCORSO

Per la prima volta nella sua storia il Ministero della Cultura, con decreto-legge n. 104 del 2020, ha affidato ad un Corso-Concorso la formazione e la selezione di nuovi 50 dirigenti tecnici attesi su tutto il territorio nazionale per la cura e la gestione del patrimonio culturale e del paesaggio. Il concorso pubblico, bandito a dicembre 2021 dalla Scuola Nazionale dell’Amministrazione e curato dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, ha raccolto 3.791 candidature di aspiranti dirigenti, suddivise come di seguito nelle tre aree di competenza: Archivi e biblioteche: 639 candidature; Soprintendenze archeologia, belle arti e paesaggio: 2.210 candidature; Musei: 942 candidature. Superata la prova preselettiva, due prove scritte e una prova orale, sono 63 i vincitori del concorso pubblico che hanno accesso al percorso di formazione e alla successiva selezione di 50 dirigenti. Una classe dirigente peculiare, composta da profili tecnici, cui viene dedicata una procedura di assunzione ad hoc: un percorso innovativo, al contempo selettivo e formativo, per immettere nei ruoli figure in grado di rispondere alle esigenze di un settore in costante trasformazione. L’intero processo vede coinvolti in una virtuosa collaborazione il Ministero della cultura, la Scuola Nazionale dell’Amministrazione e la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali.

IL CORSO

L’approccio metodologico del Corso è costruito sul modello dell’apprendimento significativo, basato su una didattica costruttivista, nel quale il focus è posto sull’allievo, sulle sue esperienze e conoscenze pregresse, tenendo conto della specifica provenienza professionale della maggior parte dei partecipanti al Corso-Concorso. L’approccio prevede una integrazione tra il livello generale e teorico e una applicazione puntuale e concreta, tesa a facilitare lo sviluppo di competenze di problem setting e di problem solving nei futuri dirigenti rispetto al contesto operativo di azione nel quale si troveranno ad operare. Una particolare attenzione è dedicata allo sviluppo delle soft skills anche attraverso momento formativi dedicati.

Le attività didattiche del I° Corso-concorso per dirigenti tecnici del MiC sono articolate in due fasi: una Fase generale e in una Fase specialistica. Dopo l’inaugurazione ufficiale del 1° giugno a Palazzo Venezia, il Corso prevede lo svolgimento di 4 moduli formativi in presenza, i cui temi sono proposti sotto il duplice profilo giuridico-amministrativo e tecnico scientifico. I titoli dei 4 moduli sono: 1. I contesti e le politiche (giugno 2023) 2. Organizzare le persone e le attività (luglio 2023) 3. L’azione amministrativa e le relazioni (settembre 2023) 4. Le risorse finanziarie (ottobre e novembre 2023). Ciascun modulo è composto da una o più Lezioni quadro (teoria) e da un numero cospicuo di Laboratori (pratica). Le tematiche trattate sono traversali alle tre aree concorsuali: Archivi e Biblioteche; Soprintendenze Archeologia Belle Arti e Paesaggio e Musei. Nei laboratori i corsisti sono suddivisi per gruppi classe e organizzati per aree concorsuali, tuttavia, in virtù del principio che contraddistingue il Corso della interdisciplinarità, sono previste sessioni laboratoriali trasversali a tutte le aree. Alle attività di aula sono associate visite di studio, tavole rotonde e/o conferenze. Il 9 giugno è prevista la prima visita di studio al Quirinale, un luogo simbolo del patrimonio culturale italiano, posto al crocevia tra tutela e valorizzazione. La visita di studio permetterà ai corsisti di approcciare il tema della gestione della complessità a partire dal caso concreto delle collezioni del Quirinale, dall’equilibrio tra necessità conservative, istituzionali e di valorizzazione all’eterogeneità delle collezioni. Fase specialistica È costituita da un periodo di tirocinio della durata di 1 mese presso il Ministero della Cultura. Sono previste valutazioni intermedie e una valutazione finale da cui discenderà la graduatoria di merito per l’esito finale del Corso-Concorso.

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