E’ ripreso in commissione Affari costituzionali della Camera l’esame della proposte di legge di Umberto D’Ottavio (abbinata a una pdl analoga presentata da Nastri) che mira al “Riconoscimento dell’inno di Mameli ’Fratelli d’Italia’ quale inno ufficiale della Repubblica”. Sì, perché il Canto degli Italiani è, per la legge italiana, ancora provvisorio. Nel corso della seduta sono stati illustrati i tre emendamenti presentati e il presidente della commissione, Andrea Mazziotti Di Celso, ha rinviato il seguito dell’esame ad altra seduta come richiesto dalla relatrice Daniela Matilde Maria Gasparini (Pd) “a fronte dell’esigenza di svolgere taluni approfondimenti”.
Dei tre emendamenti, in particolare, l’1.2 presentato da Gigli chiede di bandire un concorso nazionale “per la composizione del testo e dello spartito musicale di un brano da riconoscere quale inno ufficiale della Repubblica”. La selezione del brano musicale “sarà effettuata da una commissione composta dal direttore della Orchestra e Coro del Teatro alla Scala di Milano, dal direttore dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale Santa Cecilia di Roma e dal direttore dell’Orchestra sinfonica nazionale della RAI di Torino”.
Francesco Paolo Sisto (FI-PdL) ha presentato invece un emendamento, a sua prima firma, con il quale chiede di sostituire le parole “inno ufficiale” con le parole “inno nazionale”. Il deputato ha infatti sottolineato nel corso della seduta “che la scelta di utilizzare l’espressione ‘inno nazionale’ risponde, più che a ragioni lessicali, all’esigenza di sottolineare il valore storico e costituzionale della Nazione a cui tale inno inevitabilmente rimanda”.