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La commissione Istruzione e Beni culturali del Senato ha votato il parere favorevole al Dl Banche che prevede disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza Spa e di Veneto Banca Spa. Nel parere la 7a commissione ha però posto due osservazioni relative alla cessione del patrimonio culturale, opere e documenti, in possesso dei due istituti di credito veneti. In particolare, nella procedura di cessione in corso, documenti e opere di interesse prettamente locale devono conservare il rapporto con il territorio di origine. Pertanto viene sollecitato “il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo a promuovere accordi con gli eventuali acquirenti affinché detti documenti e opere possano essere comunque valorizzati dagli enti territoriali coinvolti o dagli Uffici periferici del medesimo Dicastero, qualora essi non siano in grado di poter esercitare il diritto di prelazione di cui agli articoli da 60 a 62 del codice dei beni culturali”. Inoltre, il Mibact è chiamato “ad adoperarsi affinché le suddette opere restino comunque nel territori di riferimento”, come era stato chiesto dal vicepresidente Franco Conte nell’ultima seduta con riferimento al caso specifico di Castelfranco veneto. Si auspica anche “la disponibilità del Dicastero a favorire accordi per la valorizzazione su tutto il territorio nazionale”. Osservazione, quest’ultima, formulata in sede di dibattito dal senatore Pietro Liuzzi di Gal che si era domandato se non fosse il caso “di incoraggiare anche accordi e scambi affinché le opere possano essere godute su tutto il territorio nazionale, proprio in base ai compiti che lo Stato si è assunto”.

La seconda osservazione riguarda la salvaguardia “dell’unitarietà delle opere, evitando eventuali smembramenti che potrebbero influire negativamente sul loro valore”. In Commissione la senatrice M5S Michela Montevecchi aveva proprio chiesto di “scongiurare eventuali smembramenti delle collezioni, altrimenti il patrimonio rischia di perdere il suo valore”. Montevecchi aveva fatto pure notare che “andrebbe compiuta una ricognizione del valore dei beni culturali interessati, tanto più che alcuni di essi sono oggetto di indagini in quanto risultano acquisiti ad un prezzo più alto del dovuto”.

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