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“Serve un cambio di passo per rimettere la cultura al centro del discorso nazionale. Serve un grande patto fra pubblico e privato in cui la cultura non venga più considerata la panacea dei danni economici dell’Italia o che i problemi della cultura possano semplicemente essere risolti con l’aumento dei visitatori nei musei. Bisogna capire che un grande investimento pubblico-privato sul nostro patrimonio culturale è fondamentale per affrontare il presente e programmare il futuro”. Lo ha detto Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, intervenendo a Lucca al panel “I musei e le sfide del post Covid-19” nel corso di Lubec 2020. 

Greco si è anche soffermato sul tema della digitalizzazione. “Si pensa spesso che sia facile trasmettere in maniera digitale la cultura materiale che ci è stata trasmessa dal passato. Invece dobbiamo riflettere su come ogni oggetto abbia una propria biografia e questa vada investigata – ha sottolineato il direttore del Museo Egizio di Torino-. Il digitale ci può aiutare in questa indagine, ma non può sostituirsi al luogo e allo spazio della materia. Può aiutarci a notare dei particolari che altrimenti ci sarebbero sfuggiti”. 

Per Greco è quindi necessaria “la multidisciplinarietà, ovvero che nasca un nuovo umanesimo digitale in cui non solo gli specialisti che conoscono le nuove tecnologie, ma anche gli storici, i filosofi, gli archeologi, gli antropologi e i filologi possano lavorare assieme per creare una nuova modalità di comunicazione”.

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