Il deputato Simone Valente (M5S) è il primo firmatario di un’interrogazione (a risposta in commissione) indirizzata al Mibact nella quale si chiede quali iniziative siano state adottate negli ultimi anni “per custodire e tutelare la copiosa quantità di opere” (circa 700mila) presenti nella sede originaria della biblioteca di Genova, “sottoposta al costante pericolo di muffe”.
Nella sua interrogazione, il deputato pentastellato ricorda che “la biblioteca universitaria di Genova trova origine nella libreria del Collegio dei Gesuiti; nel 1801 viene dichiarata pubblica biblioteca nazionale e nel 1975 diviene istituto periferico del Ministero dei beni e delle attività culturali. Poiché la sede originaria della biblioteca, sita in Genova via Balbi 3, non riusciva a garantire spazi adeguati ad accogliere i circa 700 mila volumi che costituiscono la collezione libraria, nel 2002 il Ministero acquista l’edificio dell’ex hotel Colombia Excelsior da anni in stato di abbandono; nell’ambito del programma di spesa 2001-2003 dei fondi derivanti dal gioco del lotto viene stanziato uno specifico finanziamento per realizzare la nuova sede, affidando la delega di stazione appaltante dapprima al provveditorato opere pubbliche per la Liguria e, dal 2003, alla Soprintendenza per i beni architettonici della Liguria; successivamente, sono stati stanziati ulteriori fondi per far fronte ai diversi progetti di variante e alle numerose richieste di proroga proposte sull’opera in conseguenza di alcune mutate esigenze della direzione generale per i beni librari”.
Il 28 maggio 2012 viene emesso il certificato di collaudo e, dall’autunno 2013, prende avvio la fase di trasferimento di uffici, servizi e materiali della biblioteca dalle sedi originarie alla sede attuale. “Gravi difetti di esecuzione – sottolinea Valente – hanno comportato una dilazione dei tempi di messa in sicurezza e la necessità di molti lavori di rifacimento; ricorsi amministrativi e varianti in corso d’opera hanno protratto ben al di là delle previsioni il completamento dei lavori; permangono forti criticità strutturali ed impiantistiche, quali disfunzioni del sistema di climatizzazione con esondazione di acqua e assenza di adeguati impianti di videosorveglianza e sicurezza che impediscono l’accurata custodia del pregevole patrimonio librario; a quanto consta agli interroganti, si aggiungono altresì ulteriori questioni amministrative, quali criticità relative alla disciplina antincendio nonché all’esperimento delle procedure di gara; la biblioteca, che da anni doveva aprire in tutti i suoi spazi, è parzialmente funzionante, e la fase realizzativa si discosta dal progetto originario che affidava all’Istituto il ruolo di polo di attrazione culturale”.
“Ad oggi – prosegue – risulta che sia stata affrontata una spesa di circa 40 milioni di euro e non è chiaro quante risorse finanziarie serviranno ancora, considerato che circa 400 mila volumi si trovano nella sede originaria in attesa di essere trasferiti e non ricevono adeguata tutela; inoltre, esiste un problema legato all’insufficienza della dotazione organica: uno studio di fattibilità, commissionato nel 2006 dalla direzione della biblioteca e costato circa 45 mila euro, ha individuato il fabbisogno di personale per l’intera struttura in 101 unità; attualmente, ne sono in servizio 47, destinate a rapida diminuzione per gli imminenti pensionamenti; i ritardi nell’ultimare i lavori stanno comportando un ingente impiego di denaro pubblico”.
Per questo, il Movimento 5 Stelle chiede al Mibact “quali iniziative siano state adottate negli ultimi anni per custodire e tutelare la copiosa quantità di opere presenti nella sede originaria della biblioteca sottoposta al costante pericolo di muffe; quali ragioni abbiano causato un rallentamento nell’ultimazione dei lavori necessari al potenziamento della capienza dei magazzini librari per ospitare il materiale librario ancora nella sede originaria; quali siano le risultanze degli incarichi affidati per realizzare un piano di efficientamento energetico per ridurre le elevate spese di gestione; quali chiarimenti intenda fornire circa le procedure di affidamento dei servizi aggiuntivi in origine destinati a far fronte a tali gravosi costi; se i lavori effettuati garantiscano certezza di sicurezza, salubrità e benessere lavorativo e quali lavori siano ancora necessari; se non ritenga opportuno assumere iniziative per risolvere in tempi brevi le anomalie suindicate e ovviare alla carenza di personale per aprire la biblioteca assicurandone tutte le funzioni”.