Incentivare l’utilizzo del Bonus cultura nei musei e nei teatri, aumentare il numero di librerie sul territorio e arrivare a una legge che fissi in maniera univoca il prezzo del libro. Sono alcune delle richieste avanzate da Cristina Giussani, presidente del Sindacato librai italiani (Sil), nel corso di un’audizione in commissione Cultura del Senato sul Bonus cultura.
ALLARGARE LA PLATEA DEI LETTORI
“Il settore della cultura in Italia versa in situazioni critiche”, ha dichiarato Giussani snocciolando alcuni dati: “Solo il 40 per cento degli italiani legge almeno un libro all’anno, con una dinamica in costante decremento da anni. La media europea è invece del 75 per cento, con punte vicino al 90 per cento nei paesi nordici”. In Italia, “stiamo vivendo un periodo di analfabetismo di ritorno, segnale molto grave per un paese fra i più industrializzati al mondo” e “un popolo che non legge, è un popolo senza capacità critica e soprattutto senza preparazione alla partecipazione nella vita attiva e istituzionale del paese”.
“La stagnazione della nostra economia – afferma Giussani- è molto legata a questi temi ed è urgente che si riconosca al settore della cultura la sua valenza economica”. La base della risoluzione del problema, per la presidente del Sil, è “l’allargamento della base dei lettori, mettendo in campo tutte le azioni possibili, in un’interconnessione fra editori, librai, insegnanti e bibliotecari, arrivando il più presto possibile ad un provvedimento di legge complessivo ed organico, con l’adeguata disponibilità finanziaria che preveda la promozione della lettura attraverso tutti i canali possibili, incluso quello delle librerie”.
LA POSITIVA ESPERIENZA DELLA 18APP
Riguardo la 18App, “i buoni utilizzati sono aumentati in proporzione dell’aumento dei ragazzi registrati”, segnala Giussani che aggiunge: “La maggior parte degli acquisti dei ragazzi è rappresentata da libri” e “le vendite sono suddivise circa 50 per cento in libreria e 50 per cento on-line”. I numeri riportano il dato di “circa 225 milioni di libri venduti in due anni” che rappresentano “un segnale molto importante sia dal vista culturale, che dal punto di vista economico”.
“Il nostro sindacato – ha sottolineato la presidente del Sil – si è molto speso nell’aiutare a registrarsi sia i librai che i ragazzi, convinti che la 18App sia anche un’opportunità per gli esercenti e per i ragazzi ad avvicinarsi ad un mondo digitalizzato”. In particolare, “abbiamo potuto verificare che la registrazione degli esercenti è semplice e non richiede particolari attrezzature, né competenze. La fatturazione elettronica favorisce anche i pagamenti, che risultano puntuali e rapidi”.
Per Giussani l’esperienza della 18App “è dunque molto positiva e abbiamo visto davvero molti ragazzi in libreria, che prima non venivano”. La presidente del Sil non nasconde che si siano “verificate delle scorrettezze, quando non si trattava di illeciti, che noi stessi, appena a conoscenza, abbiamo provveduto a denunciare”. Ma, ha aggiunto, “crediamo che per la maggior parte dei ragazzi, la 18App sia vista come un ‘regalo’ che permette di avvicinarsi alla cultura gratuitamente”.
LE PROPOSTE SUL BONUS CULTURA
Il Sil, nel corso dell’audizione, ha avanzato alcune proposte per le future 18 App. “Potrebbe essere utile che le fatture emesse siano parlanti, ovvero siano indicati i titoli venduti – ha detto Giussani -. Oggi infatti, per come è stato strutturato il sistema, non vi è alcuna possibilità di sapere quali tipologie di libri sono state acquistate”. Questa innovazione, “potrebbe ridurre le scorrettezze e al tempo stesso permetterebbe di fotografare le richieste, fare una statistica fra i titoli di varia e quelli di scolastica o universitari realmente venduti, capire se si tratta o meno di acquisti aggiuntivi”. Per Giussani l’obiettivo da conseguire è portare i diciottenni “a continuare a frequentare librerie, musei e luoghi destinati ai consumi culturali una volta terminata la dotazione economica loro assegnata”.
La presidente del Sil si è detta critica, invece, riguardo l’ipotesi di vendita dei libri tramite Voucher 18App con uno sconto, in modo da “aumentare” il valore del buono. “Il tema della marginalità è centrale per la sopravvivenza dei librai -ha spiegato – e soprattutto riteniamo indispensabile far capire ai lettori il valore reale di un libro. Dietro al prezzo di copertina ci sono tante professionalità e svilire il valore di tutto questo lavoro, offrendo uno sconto sistematico, non ci sembra educativo”. Giussani si è detta contraria anche alla possibilità di aggiungere alla spesa “strumenti informatici, telefonini o tablet, perché allontanerebbero 18App dalla sua funzione originaria, cioè quella del consumo culturale”. Invece, ha evidenziato la presidente del Sil, “andrebbe incentivato l’utilizzo nei musei e nei teatri, sempre per quell’indicazione fornita dall’Istat che dove non si legge, non si va al museo, né a teatro o al cinema”.
LE ATTESE DEI LIBRAI
Per il sindacato dei librai, “resta cruciale il tema di una legge che fissi in maniera univoca il prezzo del libro, necessaria per fronteggiare numeri che oggi parlano di circa il 30 per cento di librerie indipendenti del territorio chiuse negli ultimi sette anni”. La categoria, ha affermato Giussani, vive una situazione “di estrema sofferenza” e il compito primario della politica è di evitare “che vada disperso quanto resta della rete diffusa dei presidi culturali e commerciali che rappresentiamo. Perché il successo del bonus è strettamente legato alla capillarità dei punti vendita presso i quali può essere utilizzato”.
Diciotto milioni di italiani vivono in comuni senza librerie. Per cui, ha sottolineato Giussani, “a fianco di politiche attive per la lettura, è ora necessario e prioritario ristabilire condizioni di competitività che oggi sono negate alle librerie indipendenti del territorio”. Il Sil chiede quindi “un veloce intervento di revisione della legge Levi del 2011, che nella sua formulazione attuale penalizza le librerie del territorio”. Serve “una legge sul prezzo fisso dei libri vera, non come l’attuale che fissa il tetto più alto d’Europa, un numero infinito di possibilità di aggiramento, l’impossibilità di qualsiasi controllo sul suo rispetto. Ed un ripensamento anche sui testi scolastici”.
Giussani, auspicando un veloce intervento del legislatore, ha ricordato come nel 2016 abbia chiuso il 6,7 per cento delle librerie italiane, mentre nello stesso periodo in Francia il numero di librerie è cresciuto di quasi il 3 per cento. “Senza librerie nei territori – ha concluso la presidente del Sil – anche il Bonus è destinato fatalmente a diventare meno efficace e strategico”.