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Al via la discussione sulle linee generali della proposta di legge per il sostegno e la valorizzazione di Umbria Jazz oggi in Aula alla Camera. La relatrice Anna Ascani (Pd) ha ricordato innanzitutto l’impegno preso con gli “umbri e con tutti coloro che all’Umbria Jazz Festival nel tempo sono stati legati, anche se non necessariamente per ragioni di appartenenza territoriale” tanto che “tutti gli onorevoli che sono stati eletti in Umbria hanno sottoscritto questa proposta di legge. Proposta – ha aggiunto la Ascani – finalizzata al sostegno e alla valorizzazione dell’Umbria Jazz Festival” includendolo “tra le manifestazioni musicali e operistiche di assoluto rilievo internazionale ai sensi della legge n. 238 del 2012 e, di conseguenza, garantire l’erogazione di un contributo finanziario annuo a decorrere dal 2017 in favore della Fondazione di partecipazione Umbria Jazz per l’organizzazione del Festival stesso”. La Ascani ha evidenziato soprattutto il legame “indissolubile” con il territorio e il contributo dato in occasione del terremoto dell’Italia centrale. “Il 2017 sarà un anno importante per l’Umbria Jazz Festival e il riconoscimento che gli attribuiamo con l’approvazione di questa proposta di legge, se l’Aula vorrà, ne sarà la conferma. Il primo disco di musica jazz è stato registrato esattamente cento anni fa ed allora, anche grazie ad avvenimenti come questo, la musica jazz non ha smesso di fare innamorare il mondo – ha spiegato la relatrice –. L’importanza di queste celebrazioni viene confermata dai numeri altissimi di partecipazioni che hanno spinto gli organizzatori del Festival ad affiancare all’edizione estiva di dieci giorni, con eventi e spettacoli quotidiani, un’edizione invernale che contribuisce, insieme alla festa di fine anno, ad esercitare un’attrattiva turistica importante per la città di Orvieto, sede per l’appunto dell’edizione invernale. Abbiamo ritenuto, quindi, che il modo migliore per sostenere e valorizzare il Festival Umbria Jazz fosse supportare economicamente la Fondazione di partecipazione a Umbria Jazz, perché dall’anno della sua costituzione è appunto la Fondazione che assicura la continuità della manifestazione attraverso le iniziative necessarie per lo sviluppo in senso internazionale della manifestazione e la sua diffusione, provvedendo anche al reperimento dei mezzi finanziari e favorendo il coinvolgimento e la partecipazione di soggetti ed enti pubblici e privati”.

Sono diversi i fattori che rendono l’organizzazione dell’Umbria Jazz Festival più difficile, ha proseguito la Ascani: “Il perdurare degli effetti della crisi economica, le difficoltà finanziarie di alcuni comuni e anche gli eventi che abbiamo prima citato. Il riconoscimento di questa manifestazione, però, non dovrebbe avere colore politico e dovrebbe essere, invece, riconosciuto da tutti, appunto per le ragioni che ho prima enunciato. Questo quadro – ha ammesso l’esponente Pd – evidenzia il bisogno di una ricomposizione e di una forte riaffermazione sia del ruolo strategico di Umbria Jazz sia della visione istituzionale che l’ha sempre sostenuta. L’importo di un milione di euro, previsto dall’articolo 1 e unico di questa proposta di legge quale contributo annuale da erogare alla Fondazione, appare assolutamente proporzionato se pensiamo alla tradizione di questa manifestazione e al suo spessore internazionale. Credo proprio che l’Aula sarà d’accordo con me e con noi in forza del fatto che, appunto, questa proposta di legge è stata sottoscritta da tutti i gruppi politici e spero lo dimostrerà nel sostenere che Umbria Jazz Festival è una manifestazione ambasciatrice di crescita economica, sviluppo territoriale, valorizzazione del patrimonio culturale e attrazione turistica. Umbria Jazz rappresenta, insomma, quello che ci diciamo spesso qui dentro, cioè che con la cultura si mangia, si mangia eccome, perché quando la cultura diventa fattore di sviluppo e tiene insieme un territorio, ma anche la sua vocazione ad andare oltre i confini di una regione e oltre i confini di una città, allora si realizza quello che l’Italia deve e può essere: appunto un punto di riferimento mondiale per la cultura. Per questo io vi chiedo di dare una mano non soltanto a Orvieto, a Terni, che ospita l’Umbria Jazz Spring, a Perugia e all’Umbria tutta, ma di dare una mano a quel mondo della cultura che, nonostante le tante difficoltà di questi anni, ce l’ha fatta e ci chiede semplicemente di essere riconosciuto per il valore che ha. A quest’Aula, appunto, chiedo di riconoscere oggi il valore della cultura e della cultura della mia terra”.

Il sostegno di Forza Italia

Sostegno alla proposta è arrivato da un altro umbro, Pietro Laffranco (FI), intervenuto in Aula. “Si tratta di una manifestazione straordinaria perché porta migliaia di turisti a Perugia e in Umbria in generale. La mia regione vive di turismo e anche a livello internazionale come pensare di non sostenere una manifestazione del genere? Siamo alla 44esima edizione ma credo che l’evento sia un segnale di attenzione vera all’economia di una regione che ha affrontato anche il problema del terremoto. Penso sia un dovere morale aiutare questa regione – ha detto il forzista –. È uno straordinario evento di carattere culturale e musicale, è un evento peculiarissimo per il binomio cultura-territorio, ma anche perché si tratta di un momento di orgoglio. Penso siamo arrivati un po’ tardi” con il provvedimento “ma confidiamo che il Parlamento possa approvare questa proposta di legge e che poi il Senato rapidissimamente la approvi, se non in Aula, in sede legislativa; insomma, così come i gruppi si accorderanno. Credo che sarebbe un fatto estremamente positivo, che dimostrerebbe come a volte si riesca a collaborare tutti assieme, Governo, Parlamento, maggioranza, opposizione. Quando una cosa è chiara, limpida e oggettiva, si riescono a fare le cose insieme. Speriamo che nessuno mi smentisca”, ha concluso Laffranco.

Cosa prevede la proposta di legge

La proposta di legge ha come scopo quello di sostenere e valorizzare il festival Umbria Jazz, attraverso l’erogazione di un contributo annuale alla Fondazione di partecipazione Umbria Jazz – attualmente beneficiaria di contributi provenienti dal Fondo unico per lo spettacolo (Fus) – il cui scopo esclusivo, in base allo Statuto, è quello di assicurare la continuità della manifestazione. Più nel dettaglio, il provvedimento prevede un contributo per la Fondazione Umbria Jazz pari a 1 milione di euro dal 2017. L’intervento dal punto di vista normativo prevede una modifica all’articolo 2 comma 1 della legge 238/2012 che, al fine di sostenere e valorizzare i festival musicali e operistici italiani di assoluto prestigio internazionale, ha previsto l’assegnazione, a decorrere dal 2013, a valere su corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa relativa al Fus, di un contributo – qualificato come straordinario – pari a 1 milione di euro a favore di varie fondazioni (Fondazione Rossini Opera Festival, Fondazione Festival dei due Mondi, Fondazione Ravenna Manifestazioni e Fondazione Festival Pucciniano Torre del Lago. A questi si sono aggiunti Fondazione Teatro Regio di Parma e Fondazione Romaeuropa Arte e Cultura). Il contributo è “straordinario” in quanto si aggiunge ad altre tipologie di contributi. Anche per la Fondazione di partecipazione Umbria Jazz il contributo disposto si configura allo stesso modo. Infatti, l’istituto è già attualmente finanziato (art. 25 del DM 1 luglio 2014, recante i nuovi criteri per i contributi allo spettacolo dal vivo) con contributi a valere sul Fus in quanto kermesse di particolare rilievo nazionale e internazionale, che contribuisce alla diffusione e allo sviluppo della cultura musicale, all’integrazione della musica con il patrimonio artistico e alla promozione del turismo culturale, anche con riguardo alla musica popolare contemporanea di qualità. In particolare, in base al D.D. 950 del 31 luglio 2015 (Riparto FUS Musica/Festival), sono stati approvati, fra gli altri, i progetti artistici della Fondazione per il triennio 2015-2017, con un finanziamento per il 2015 pari a 215.362 euro. Per il 2016, il D.D. 1405 del 7 novembre 2016 ha attribuito alla Fondazione 227.730 euro. Lo stesso articolo 1 della proposta di legge dispone, peraltro, che al relativo onere si provvede mediante riduzione dell’autorizzazione di spesa relativa allo stesso Fondo unico per lo spettacolo. Il ministro dell’Economia e delle finanze è autorizzato, infine, ad apportare con propri decreti, le “occorrenti variazioni di bilancio”.

L’iter

La VII Commissione ha iniziato l’esame della proposta di legge – che vede come prima firmataria Marina Sereni (Pd) – il 9 febbraio 2017. Il 16 maggio 2017, recependo il parere espresso dalla V Commissione (parere favorevole con condizione l’11 maggio 2017 e prima ancora parere favorevole con osservazione il 5 aprile 2017 del Comitato permanente per i pareri della I Commissione), la stessa Commissione Cultura ha conferito mandato al relatore a riferire in Assemblea sul provvedimento, come modificato dai passaggi parlamentari.

Un po’ di storia

La prima edizione risale al 1973 e rappresenta l’unico festival italiano membro dell’International Jazz Festival Organization, che associa le sedici principali manifestazioni di settore nel mondo. Nel corso degli anni, inoltre, Umbria Jazz ha organizzato manifestazioni in tutto il mondo (Stati Uniti d’America, Australia, Brasile, Argentina, Giappone, Serbia, Sudafrica e Cina), in cui i musicisti italiani hanno avuto un ruolo da protagonisti che ha permesso loro di affermarsi ovunque come interpreti di una visione originale, legata alle tradizioni della musica italiana. “Era il 1973 quando l’Umbria Jazz Festival è stato costituito – ha ricordato la stessa relatrice nel corso della discussione sulle linee guida generali –. In quell’occasione non si sono calcate le scene, poi diventate famose, del Teatro del Pavone o dell’oratorio Santa Cecilia, né il palco dell’Arena Santa Giuliana. Il 23 agosto 1973 le scene dell’Umbria Jazz Festival erano il teatro naturale di Villalago a Piediluco e l’orchestra di Thad Jones e Mel Lewis, nelle cui file militava una giovanissima Dee Dee Bridgewater. Poi piazza IV Novembre a Perugia, dove si esibivano per la prima volta in Italia gli Weather Report. Un esordio che ha lasciato il segno, diciamo. Poi gli sforzi di Carlo Pagnotta, commerciante perugino appassionato di jazz al quale va il nostro ringraziamento oggi, hanno fatto il resto non senza difficoltà. Sembrano cartoline da un’altra Italia, eppure è la nostra storia. Umbria Jazz ha dovuto combattere nei suoi primi anni e nelle sue aspirazioni di crescita contro il clima degli anni di piombo, gli espropri proletari e i problemi di ordine pubblico che hanno portato all’interruzione di concerti come Chet Baker o Stan Getz, jazzisti bianchi, quindi borghesi. Alcuni anni di interruzione del Festival e infine l’addio al progetto di un festival itinerante per l’Umbria. Umbria Jazz negli anni Ottanta diventa quindi stanziale e trova casa -almeno nella sua versione più nota, quella estiva – e la sua casa diventa Perugia. Non credo ci sia un perugino che non abbia mai sentito la propria città apostrofata in perfetto italiano pronunciato da americani da un palco di Umbria Jazz, in un Corso Vannucci gremito di persone. Infatti Umbria Jazz gradualmente prende la propria forma definitiva: concerti gratuiti in giro per le piazze del centro storico, che diventa un fiume di gente per almeno dieci giorni all’anno, e concerti a pagamento in luoghi dedicati, dai teatri cittadini all’Arena Santa Giuliana, poco sotto il centro storico, dove sono passati veramente tutti i grandi del jazz. Non a caso Umbria Jazz è l’unico festival italiano membro dell’International Jazz Festival Organization. Nomi come Miles Davis, Ornette Coleman, Sarah Vaughan, Art Blakey, Gil Evans, Gerry Mulligan, Chet Baker, Cecil Taylor e via dicendo, solo per citarne alcuni, si sono esibiti sul palco di Umbria Jazz e ora anche i jazzisti italiani girano per il mondo grazie all’Umbria Jazz, come hanno fatto dal 18 al 23 ottobre dello scorso anno in cui si è svolta la prima edizione di Umbria Jazz in Cina, nella capitale della provincia di Sichuan”.

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