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Nella prospettiva di favorire il confronto tra la situazione antecedente la designazione a “Capitale europea della cultura” e quella successiva alla conclusione degli eventi, sarebbe necessario “stimolare le città designate a fornire dati di riferimento sulle condizioni di partenza, sia al momento della candidatura che durante la preparazione, onde contribuire a valutare gli effetti dell’azione dopo l’anno”. Le città designate dovrebbero inoltre “puntare su attività a carattere continuativo, nonché su infrastrutture permanenti, fruibili da tutti i cittadini anche al di fuori della manifestazione annuale.” E’ quanto si legge nello schema di relazione sulla “valutazione ex post delle Capitali europee della cultura 2015 (Mons e Pilsen)”, illustrato in commissione Cultura del Senato da Franco Conte (Ap-Ncd).

Conte sottolinea che la designazione di Capitali europee delle cultura “ha consentito di attrarre risorse supplementari anche private, ha incentivato una maggiore copertura mediatica e ha incrementato il flusso turistico”. Sono stati inoltre coinvolti nelle iniziative svolte “gruppi sociali specifici, come anziani, giovani e gruppi svantaggiati, aumentando la partecipazione agli eventi culturali anche in relazione a contenuti nuovi rispetto al passato”.

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