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Proseguono in commissione Cultura del Senato i lavori sul Codice dello Spettacolo. Nel corso dell’ultima seduta l’esame si è concentrato sulle proposte di modifica all’articolo 1 del provvedimento. In apertura il sottosegretario ai Beni culturali, Dorina Bianchi, ha rettificato il parere espresso nella precedente seduta su un emendamento – l’1.153 (testo 2) – riguardante le attività circensi e utilizzo degli animali, dichiarandosi contraria dopo la presa di posizione dell’esecutivo che ha preferito la formulazione del disegno di legge originario che prevede “la graduale eliminazione dell’utilizzo degli animali nello svolgimento” di tali attività. La relatrice Rosa Maria Di Giorgi (Pd), dopo averne preso atto, ha quindi preannunciato l’intenzione di rimettersi al giudizio della Commissione. Il presidente Andrea Marcucci (Pd) invece ha reso nota la richiesta della stessa relatrice di un ulteriore margine temporale per riformulare le proposte emendative sugli articoli aggiuntivi dopo il primo, “onde superare il parere contrario espresso dalla Commissione bilancio ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione”.

Le modifiche

Via libera alla nuova formulazione sul riparto del Fondo unico per lo spettacolo (Fus) per le fondazioni lirico-sinfoniche – 1.101 (testo 2) integrato dai subemendamenti approvati la scorsa settimana –. In sostanza il riparto dei Fus dovrà tenere conto, tra le altre cose, “dell’esame comparativo di appositi programmi di attività pluriennale”, della “definizione di categorie tipologiche dei soggetti ammessi a presentare domanda, per ciascuno dei settori delle attività di danza, delle attività musicali, delle attività teatrali, delle attività circensi, dello spettacolo viaggiante, dei carnevali storici e delle rievocazioni storiche”, dell’“adozione di misure per favorire la mobilità artistica e la circolazione delle opere a livello europeo e internazionale” dell’“attivazione di piani straordinari” pluriennali “per la ristrutturazione e l’aggiornamento tecnologico” di teatri o strutture destinati allo spettacolo e del “sostegno ad azioni di riequilibrio territoriale”.

L’assegnazione delle risorse dovrà avvenire inoltre anche “sulla base dei seguenti ulteriori parametri: a) rafforzamento della responsabilizzazione del sovrintendente sulla gestione economico-finanziaria delle singole fondazioni; b) realizzazione di coproduzioni nazionali e internazionali; c) promozione e diffusione della cultura lirica, con particolare riguardo alle aree disagiate; d) risultati artistici e gestionali del triennio precedente”.

Nel riparto dei Fus occorrerà inoltre prendere in considerazione anche la “valorizzazione della qualità delle produzioni”, dare particolare attenzione ai teatri e alle strutture quelli ubicate “nei comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti”.

Settore delle attività musicali

Per quanto riguarda il settore delle attività musicali, la revisione e il riassetto della disciplina dovrà invece tenere conto dell’interazione tra i diversi organismi operanti nel settore, “con particolare riguardo alle fondazioni lirico-sinfoniche, ai teatri di tradizione, alle istituzioni concertistico-orchestrali e ai complessi strumentali” ed estendere le misure di sostegno “alle attività contemporanee popolari dal vivo quali componenti fondamentali del patrimonio culturale, artistico, sociale ed economico del Paese, nonché elemento di coesione sociale e di aggregazione e strumento centrale per lo sviluppo dell’attività turistico-culturale”. Senza dimenticare “la valorizzazione delle musiche della tradizione popolare italiana, anche in chiave contemporanea con progetti artistico-culturali di valenza regionale e locale”.

Infine nel settore della danza si precede una “revisione della normativa” in materia di promozione che preveda “l’introduzione di disposizioni finalizzate a dare impulso alle opere di ricostruzione del repertorio coreutico classico e contemporaneo, alla produzione artistica e alla ricerca della danza nello spettacolo dal vivo”.

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