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L’assessore alla Cultura del Comune di Firenze: “Servono rassicurazioni sui fondi straordinari correlati ai capitoli di bilancio e l’estensione dell’Art bonus a tutte le categorie possibili”
Foto Di Irene Santoni
Foto di Irene Santoni

Il governo aiuti i bilanci comunali e predisponga misure ad hoc per il mondo della cultura. Il settore, già fragile per definizione, rischia un default dalle pesanti conseguenze. E’ l’allarme lanciato da Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune di Firenze, che in un’intervista ad AgCult rilancia all’esecutivo l’appello rivolto nei giorni scorsi dai sindaci e dal presidente dell’Anci, Antonio Decaro.

“Oltre a una misura ‘cura città’ c’è bisogno di una misura ‘cura cultura’ – spiega Sacchi -. Se non avremo rassicurazioni dal governo su fondi straordinari correlati ai capitoli di bilancio del settore rischiamo davvero un default che potrebbe avere effetti per molti anni. Se invece, anche attraverso il supporto dell’Europa, il governo inietterà denaro nei bilanci del Comune, alcuni progetti ora sospesi potranno essere ripresi e portati avanti nella seconda parte dell’anno, contribuendo così alla ‘cura’ necessaria del nostro settore, così duramente colpito”.

IL CONFRONTO CON IL MIBACT

Sacchi, assieme alla rete degli assessori alla Cultura nata con la pandemia Covid-19, si è confrontato nelle scorse settimane con il ministro Dario Franceschini e i vertici della struttura tecnico-giuridica del Mibact. “Il ministro ci ha fornito alcune risposte e riservato un’attenzione non scontata e di questo lo voglio pubblicamente ringraziare – commenta l’assessore -. Sta lavorando, insieme al segretario generale Nastasi, su più livelli, dal supporto alle grandi istituzioni all'aiuto ai piccoli operatori, dai 600 euro di salario minimo garantito ai lavoratori della cultura, a un extra budget di 130 milioni a supporto del settore: sono misure che danno coraggio a un mondo che ha molto bisogno di essere supportato in questa crisi così dolorosa, che non fa sconti”.

Tra le proposte maturate nell’incontro con Franceschini, c’è anche quella riguardante le sponsorizzazioni e il supporto dei privati che prevede l’estensione dell’Art bonus a tutte le categorie possibili della cultura. “Un euro di un imprenditore privato investito in cultura in futuro dovrà costare, grazie a un regime fiscale agevolato, il 65% in meno – spiega Sacchi -. È l’unico modo per ridare denaro e ossigeno al nostro settore anche da parte del mondo di quella industria che ancora può contribuire”. 

Se sul fronte occupazionale “c’è stato un supporto utile a tamponare una ferita dolentissima, per quanto riguarda i bilanci comunali, invece – ribadisce Sacchi -, non possiamo che chiedere un aiuto al governo, mai come oggi necessario, attraverso l’impegno di fondi correlati alla spesa culturale dei nostri comuni”.

LA CULTURA AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Nel frattempo, la situazione d’emergenza ha portato alla ribalta nuovi modi di fruizione della cultura da parte delle persone ferme a casa. “In queste settimane la produzione di contenuti originali non si è arrestata e sui canali digitali, anche creati ex novo, il pubblico è stato da subito molto ricettivo – rileva Sacchi -. Penso per esempio alla nostra ‘Firenze Tv’, il canale Youtube creato dalla Fondazione Teatro della Toscana, che fin dai primi giorni di lockdown ha portato all’attenzione del pubblico performance, monologhi e approfondimenti culturali, intrecciando grandi nomi e nuovi talenti”.

“Niente che possa sopperire alla mancanza di una rappresentazione dal vivo, sia chiaro – precisa Sacchi -, ma è comunque un segnale che questo ‘bisogno’ di cultura c’è, non è affatto secondario e deve essere ascoltato e tutelato il più possibile, compreso il suo indotto spesso sconosciuto e poco valorizzato. Non sappiamo quando potremo assistere nuovamente a uno spettacolo dal vivo nelle forme alle quali siamo abituati, ma nel frattempo la cultura sopravvive in nuove modalità che, sono certo, attireranno nuovo pubblico trasversale dal punto di vista anagrafico e che sarà ben disposto, in un futuro, mi auguro non troppo lontano, a venire nelle sale”.

Impossibile azzardare cosa succederà in futuro. “Viviamo una fase delicata e senza precedenti – spiega Sacchi -. Nessuno ha la sfera di cristallo per sapere quando torneremo a godere di nuovo dello spettacolo dal vivo nelle forme alle quali eravamo abituati prima della pandemia. Atteniamoci alle misure sanitarie, indispensabili per limitare e spero presto eliminare definitivamente il vero nemico di questo momento, il virus. Non possiamo ora fare previsioni affrettate: dobbiamo agire in maniera prudente e oculata”. 

LE INIZIATIVE A FIRENZE

Per quanto riguarda la programmazione culturale di Firenze, “l’Estate Fiorentina – racconta Sacchi -, una delle nostre punte di diamante che in questi anni abbiamo fatto crescere in durata, investimenti, numero di associazioni coinvolte e festival, inevitabilmente uscirà come parte lesa di questa imprevedibile crisi insieme sanitaria, sociale ed economica, ma questo non vuol dire che non staremo al fianco degli operatori. Il lavoro fatto in questi anni è un lavoro solido – rimarca l’assessore -, basato sull'attenzione ai più piccoli, dalle micropartite Iva ai tecnici dello spettacolo, dai curatori d’arte agli organizzatori di eventi. A tutti loro io voglio dare un messaggio di grande riconoscenza, fiducia e attenzione. Se c’è un aspetto che ha connotato positivamente questi anni è la reciprocità: noi abbiamo dato fiducia e gli operatori hanno dato prova di essere all'altezza”. 

Sacchi assicura: “Troveremo la forza per sperimentare nuove forme di fruizione degli spettacoli, dei film, dei concerti, dei musei. Per un periodo non brevissimo frequentare arte e cultura non sarà più come lo intendevamo prima. Sto studiando alcune idee: dai concerti per piccoli gruppi nei cortili alla prenotazione delle visite nei musei civici, fino a un teatro della Pergola temporaneamente senza platea così da aumentare lo spazio di rappresentazione e contestualmente la sicurezza degli attori”. 

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