La capitale italiana della cultura “spinge le comunità locali a mettersi attorno a un tavolo e ad elaborare un progetto che mette insieme privato e pubblico, iniziative permanenti e iniziative straordinarie”. Lo ha sottolineato il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, nel corso del suo intervento alla cerimonia dedicata a “Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017”. Il ministro ricorda come “il Piano strategico del turismo, che abbiamo approvato qualche settimana fa e che porta cultura e turismo nello stesso ministero permanentemente per una scelta legislativa, indica come pilastri dell’azione dei prossimi anni due punti di riferimento molto precisi: per prima cosa puntare a un turismo sostenibile e di eccellenza, un turismo non mordi e fuggi. E l’azione che abbiamo affidato alla nuova Enit di promozione all’estero punta ad andare a cercare quel tipo di turismo, di qualità. Il secondo punto è la valorizzazione dell’Italia come museo diffuso”. Sempre più spesso, ricorda infatti il ministro della Cultura, si assiste a un sovraffollamento in poche città d’arte, arrivando addirittua a parlare di un ticket d’ingresso. “Penso sia difficile mettere un ticket d’ingresso nelle città – ha puntualizzato Franceschini – ma esiste l’esigenza di regolamentare l’accesso ad alcune parti delle città, perché il Ponte di Rialto, il Ponte Vecchio il Pantheon, non possono sopportare un numero indefinito di persone”. La capitale italiana della cultura, ha spiegato, offre quindi l’occasione di portare un tursimo di qualità in altre città del Belpaese. “L’anno scorso Mantova ha avuto un grandissimo exploit di turisti, sia italiani che internazionali. E anche Pisatoia ha già avuto una crescita molto forte degli arrivi”, ha ricordato Franceschini, annunciando che “la prossima capitale italiana della cultura – che sarà nel 2020 dal momento che nel 2019 Matera sarà la capitale europea della cultura – verrà procalamata a inizio 2018 per consentire due anni di preparazione all’evento”.
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