
“Sono lodevoli le iniziative promesse anche oggi dal ministro Dario Franceschini per il Dantedì del 25 marzo, istituito grazie alla campagna del Corriere della Sera. Quest’anno il Dantedì assume un significato particolare perché cade nel settimo centenario della morte di Dante Alighieri. Mi auguro allora che si possa anche realizzare il progetto portato avanti dal regista Pupi Avati, da oltre 10 anni, di un film sul genio di Dante per avvicinare le giovani generazioni di tutto il mondo a questo meraviglioso poeta e narratore della Divina, e umanissima, Commedia. Il film di Avati potrebbe replicare il successo internazionale del Marco Polo di Giuliano Montaldo del 1982”. Lo afferma il senatore Francesco Giro (FI), già sottosegretario al Mibact.
Nelle scorse settimane il maestro intervenendo a tourismA ha voluto rilanciare il progetto del suo film su Dante, fermo in cantiere dal lontano 2001. “Sono diventato un accattone, vado a bussare alle porte dei potenti e ricevo tante rassicurazioni. Poi non succede mai niente. Io sono ancora qui ad ascoltare le promesse. La Rai nel frattempo ha prodotto un film sulla vita della Ferragni… “.
Il film ha spiegato Avati parlerà della vita di Dante. “Per poterne parlare abbiamo una password fantastica che si chiama Giovanni Boccaccio. Voi sapete che quando Dante è stato esiliato a Firenze le case degli esiliati, degli sbandati come venivano definiti, venivano depredate, era permesso tutto. L'unica cosa che Gemma Donati, la moglie di Dante, riesce a salvare, mentre Dante ormai è in esilio, è una cassapanca e dentro c'è un quadernetto sul quale ci sono i primi cinque canti della divina commedia. Questa è una versione di Boccaccio. Perché non credere a lui quando è stato un contemporaneo di Dante?”.