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Si è tenuta a Roma la tavola rotonda “Il diritto alla speranza nell’esecuzione penale”. Silvia Costa: "Quello della dignità della persona oggi si sta rivelando un valore spartiacque, ideale e culturale"

Ha preso il via con la tavola rotonda “Il diritto alla speranza nell’esecuzione penale” la fase operativa della convenzione siglata tra l’Università di Roma Tre e l’Università Lumsa per implementare percorsi di studio, ricerca e formazione nell’ambito delle aree disciplinari di comune interesse, tesi al recupero e alla valorizzazione dell’ex carcere borbonico dell’isola di Santo Stefano in Ventotene. L’evento è stato aperto dai saluti iniziali del prof. Francesco Bonini, rettore dell’Università LUMSA, e ha visto tra i partecipanti al dibattito Mauro Palma, Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Silvia Costa, Commissario straordinario del governo per il recupero e valorizzazione dell’ex carcere borbonico dell’isola di Santo Stefano a Ventotene, Marco Ruotolo (Prorettore per i rapporti con scuole, società e istituzioni, Università Roma Tre), Carmelo Cantone (Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria Lazio- Abruzzo-Molise) e Gerardo Santomauro (ex sindaco di Ventotene).

“Sono molto felice che insieme a Roma Tre abbiamo dato vita al Centro internazionale di studi sulla pena e che a questo bellissimo progetto ora collabori in modo molto autorevole la Lumsa, su tematiche importanti come la criminologia clinica, la psicologia, le scienze umane”, ha dichiarato la Commissaria Costa nel suo intervento, ricordando che “quello della dignità della persona oggi si sta rivelando un valore spartiacque, ideale e culturale” ed evidenziando la necessità di “costruire un nuovo umanesimo a partire da questo” e di “bilanciare tutti i diritti che sono in gioco: quello della pena, che è un atto di recupero della persona, ma anche quello della scommessa sulla speranza. Quindi il no al fine pena mai, che ci ha ispirato”. Nel progetto di recupero dell’ex carcere, ha aggiunto, “questo tema verrà certamente sviluppato, così come l’altro grande tema: la sostenibilità ambientale. C’è poi la parte creativa e artistica”. Su questo, ha ricordato, “abbiamo messo in piedi un Comitato tecnico scientifico che ha concluso adesso i suoi lavori per il progetto espositivo: una visita che attraversa il tempo, con una forte dimensione europea e internazionale. Credo che la grande sfida dell’ex carcere sia proprio questa, ossia quella di essere da un lato un luogo fisico, specifico, con una sua identità molto forte e con una sua relazione con la comunità locale che abbiamo sempre cercato di valorizzare e di ascoltare; dall’altro, quella di potere essere anche glocal e quindi aprirsi al mondo e diventare un centro dove si ragiona, si riflette sulle grandi questioni che oggi abbiamo di fronte, come la guerra che sfiora l’Europa, la pandemia. Penso sia arrivato il momento di fare una riflessione a tutto campo che riprenda in mano il senso del futuro”, ha concluso la Commissaria.

“Questo progetto – ha detto invece Francesco Bonini, rettore dell’Università Lumsa – può rappresentare un luogo in cui diverse energie convergono. Un luogo in qualche modo anche testimoniale. Una testimonianza non fine a se stessa, ma che aggiorna continuamente questo tema fondamentale della speranza e della pena”.

All’incontro ha partecipato anche l’ex sindaco di Ventotene, Gerardo Santomauro. “È un piacere parlare di un tema così importante come la speranza – ha detto -. Io che ho seguito dall’inizio la vicenda della riqualificazione del carcere, ho vissuto i due opposti sentimenti: la disperazione e la speranza. Perché a un certo punto, nel 2017/2018 non speravamo più di portare a termine la riqualificazione del carcere. Poi, improvvisamente si è riaccesa la speranza di vedere realizzato questo progetto. Questa speranza porta anche un nome, quello di Silvia Costa. È a lei che dobbiamo la relazione creata con Roma Tre e con la Lumsa. È andata ben oltre quello che era il suo mandato. Ha creduto fortemente nella necessità di far procedere in parallelo i due progetti, quello del contenitore, ossia la ristrutturazione del carcere come luogo fisico, e quello del contenuto, ossia l’avvio delle relazioni con le università del Lazio e della Campania. È quindi una speranza che si è compiuta, che ci ha permesso di riappropriarci di un patrimonio nostro, che dobbiamo custodire e conservare”.

Anche Marco Ruotolo nel suo intervento ha evidenziato come Silvia Costa “sia stata il motore di questa convenzione” e ha ricordato che dal 20 al 23 aprile si terrà a Ventotene la prima Spring School del Centro “Diritto penitenziario e Costituzione – European penological center” in tema di pena e nuove tecnologie. A organizzare il corso è il Centro diritto penitenziario e Costituzione – European Penological Center che promuove la formazione su temi connessi all’esecuzione penale, contribuendo alla valorizzazione dei luoghi della memoria carceraria. Il tema scelto per la prima edizione della Spring School è “Pena e nuove tecnologie tra ‘trattamento’ e ‘sicurezza’”.

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