
Sostenere i settori culturali e creativi fortemente colpiti dall’emergenza Coronavirus con almeno il 7% del Recovery Fund. A chiederlo alle istituzioni e agli Stati membri europei è Culture Action Europe. In vista del 6 maggio, quando la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen presenterà una proposta per il bilancio Ue e per il nuovo Fondo per la ripresa, il CAE torna a ribadire la necessità di porre la cultura al centro del quadro finanziario pluriennale raddoppiando i fondi per Europa Creativa e garantendo che almeno l’1% dell’intero bilancio a lungo termine sia destinato alla cultura. “È fondamentale che il futuro bilancio europeo contribuisca a trasformare l'attuale crisi in un’opportunità verso un futuro sostenibile e la cultura deve far parte di questa trasformazione”, sottolinea il network europeo. Il prossimo bilancio europeo (2021-2027) dovrà essere chiaramente collegato al Fondo per la Ripresa e secondo il CAE le istituzioni dell'UE e gli Stati membri devono “rendere tali pacchetti di emergenza disponibili anche per i settori culturali e creativi, pur mantenendo le specificità dei programmi già esistenti”.
LE RICHIESTE
Culture Action Europe invita quindi le istituzioni e gli Stati membri europei a porre la cultura al centro della proposta rivista del bilancio europeo raddoppiando il budget per Europa Creativa. Secondo il CAE “dovrebbero essere fornite nuove risorse per la cultura, come invocato nella posizione del Parlamento europeo, riconoscendo così il ruolo della cooperazione culturale europea per affrontare gli impatti socioeconomici dell'attuale crisi”. Necessario poi “destinare almeno l'1% dell'intero bilancio a lungo termine alla cultura” e “garantire l'integrità del programma Europa Creativa. Nel caso in cui altri programmi della voce ‘Coesione e valori’ abbiano un aumento dei loro bilanci, ciò non dovrebbe avvenire a spese di Europa Creativa. Inoltre – sottolinea il CAE – l'allineamento di Europa Creativa agli obiettivi del Green Deal dovrebbe essere finanziato da fonti esterne al programma stesso, al fine di evitare l'ulteriore erosione del bilancio estremamente ridotto della componente Cultura”.
Il network invita poi a “riconoscere la cultura come parte integrante del piano di ripresa economica, sociale e ambientale per l'Europa nell'ambito del nuovo bilancio e quindi a sostenere i settori culturali e creativi fortemente colpiti con almeno il 7% del Recovery Fund”. La richiesta è anche quella di “garantire che il nuovo programma Europa Creativa mantenga un equilibrio tra i meccanismi di finanziamento e adotti un approccio equo e su misura per tutti i settori culturali e creativi, considerando che gli strumenti finanziari quali garanzie e prestiti sono appropriati solo per progetti che generano profitto mentre le sovvenzioni sono fondamentali per sostenere la funzione sociale della cultura, pratiche artistiche e culturali innovative, anche da parte di micro e piccole organizzazioni, liberi professionisti, professionisti indipendenti”. E nel caso in cui un accordo sul bilancio europeo 2021-2027 non fosse raggiunto entro la fine dell’anno, “Europa Creativa dovrebbe essere pienamente inclusa nella proroga del bilancio fino al 2021”.
PERCHE’ E’ IMPORTANTE SOSTENERE LA CULTURA EUROPEA?
Culture Action Europe ricorda che i settori culturali e creativi comprendono almeno 8,4 milioni di lavoratori nell'UE, ma ne mobilitano altri milioni nell'intero ecosistema culturale. Ecco perché la cultura “dovrebbe avere un posto di rilievo nel bilancio 2021-2027. Il sostegno dell'UE alla cultura è oggi particolarmente cruciale, poiché rafforza la cooperazione e la solidarietà. Qualsiasi passo indietro in questa direzione può ostacolare il progetto comune europeo”. La crisi innescata dal coronavirus “dimostra ancora una volta il ruolo fondamentale che la cultura svolge nel forgiare società resilienti, sane ed eque. Allo stesso tempo il mondo delle arti, della cultura, del patrimonio e della creatività è tra i più colpiti dall'impatto socio-economico delle misure adottate per contenere la crisi sanitaria – prosegue il CAE -. Ciò si aggiunge a una situazione già precaria per i settori culturali e creativi sotto-finanziati in Europa, che per il 95% sono costituiti da liberi professionisti, micro organizzazioni e dai loro fragili ecosistemi”. Secondo il network europeo, infine, “un quadro finanziario pluriennale post-pandemia rivisto con maggiori risorse finanziarie deve offrire un approccio più integrato al piano di ripresa per l'Europa. Il ruolo della cultura e delle arti deve essere riconosciuto e tradotto in un sostegno significativo e sostenibile in tutti i settori”.