Sono cominciate in commissione Cultura del Senato le prime audizioni relative all’indagine conoscitiva sul Fondo unico per lo spettacolo (Fus). Il programma della 7a commissione ne prevede al momento 32. Ad inaugurare il lungo elenco di audizioni sono stati la Federazione nazionale italiana delle associazioni regionali corali (Feniarco) e il movimento Facciamolaconta.
FENIARCO
“Feniarco è la più importante istituzione concertistica non professionistica in Italia che offre una media di 25 mila concerti a ingresso gratuito ogni anno da Nord a Sud”, ha dichiarato Ettore Galvani presidente della Federazione che opera dal 1984 su tutto il territorio nazionale tramite 21 Associazioni regionali corali con oltre 2.800 cori associati e 110 mila coristi. “Feniarco – ha aggiunto Galvani – si propone di valorizzare, incrementare, promuovere e diffondere la musica corale non professionistica nel mondo culturale, artistico, didattico e sociale con una particolare attenzione al mondo dei bambini, ragazzi e giovani, senza però trascurare le altre fasce d’età e le situazioni marginali”.
Per il 2018 il contributo Mibac a Feniarco è di 178 mila euro: 66 mila con il Fus e 112 mila con l’extra Fus (salvaguardia della musica tradizionale). Per il 2019 e il 2020, spiega Galvani, “potremo contare solo sui 66 mila euro del Fus. Nessun contributo al momento è previsto sui fondi extra Fus dato che si è esaurito il triennio di applicazione della legge”. Per questo, prosegue il presidente di Feniarco, “sarebbe quanto mai auspicabile una legge analoga anche per il triennio 2019-2021 da inserire come emendamento alla legge Finanziaria 2018”.
“Con soli 66 mila euro annui non è possibile sostenere l’intero sistema corale italiano e tutte le progettualità in corso e future – ha concluso Galvani -. Un movimento come quello corale meriterebbe un sostegno pari ad almeno 500 mila euro annui”.
FACCIAMOLACONTA
Nel corso della loro audizione, invece, i rappresentanti del movimento Facciamolaconta hanno invocato “un totale cambiamento di sistema e di visione” dei contributi Fus, perché allo stato attuale la situazione dei lavoratori “è allarmante, alla soglia della povertà”. Esiste, hanno sottolineato ai senatori della commissione Cultura, “un generale peggioramento delle condizioni di vita degli artisti, a fronte della promulgazione di leggi per il riordino del settore e a un apparente aumento del Fus”.
Per Facciamolaconta “non è possibile affrontare una seria riflessione se non comprendendo che è unica materia il Dm 1 luglio 2014, la riforma del Fus e il Codice dello spettacolo”. Spiegano i rappresentanti del movimento: “Se non si comprende la natura e la tipologia del lavoro degli attori, precario e intermittente per qualsiasi fascia d’età, se non si adotta una normativa che vada nella direzione della tutela del ruolo e della funzione culturale di questi lavoratori, non è possibile attuare nessuna efficace riforma che vada nella direzione di un rilancio del settore. Il Dm del 2014, i criteri di erogazione del Fus e il Codice dello spettacolo, insistono nel considerare l’industria ignorando i suoi principali lavoratori”.
Quattro sono i punti sui quali il movimento Facciamolaconta chiede un immediato intervento correttivo: “Riconoscimento giuridico della figura dell’attore; pari opportunità di lavoro rimuovendo i privilegi per gli under 35; che il tre per cento del Fus previsto per l’insegnamento del teatro nelle scuole sia destinato all’impiego di attori professionisti; perdita del Fus in caso di non rispetto del contratto collettivo nazionale di lavoro”.