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La Manovra correttiva ha ricevuto lunedì 29 maggio il via libera dalla commissione Bilancio della Camera che ha anche conferito il mandato al relatore Mauro Guerra di riferire favorevolmente in aula. Il provvedimento approderà nell’Assemblea di Montecitorio martedì alle 10,30 con votazioni previste non prima delle 16. Il testo dovrà ricevere il via libera della Camera entro il fine settimana. Per quanto riguarda il settore della cultura, l’ultimo giorno di trattazione in commissione ha visto l’approvazione di due nuovi emendamenti: il primo, tenta di “rimediare” alla situazione generata dalla sentenza del Tar della settimana scorsa che ha fatto decadere 5 direttori di musei autonomi; il secondo, nonostante il parere contrario del governo, aumenta i contributi al teatro Eliseo di Roma da 2 a 4 milioni di euro.

Ecco nel dettaglio tutte le misure contenute nella manovra che interessano il settore della cultura e del turismo.

Il salva-musei

L’emendamento “salva-musei” era stato accantonato in mattinata dopo che Lega Nord, Movimento 5 Stelle e Forza Italia avevano chiesto la presenza in Commissione del ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini al fine di chiarire il senso dell’emendamento: “La maggioranza intende risolvere – ha detto Barbara Saltamartini -, in una sede non adatta, il problema delle nomine dei direttori dei musei”. Intervenuto nella seduta della Bilancio, il ministro ha spiegato che la norma introdotta come emendamento alla manovrina è interpretativa e serve “come garanzia per il futuro, per dare certezza a chi partecipa”. “Se il legislatore avesse voluto scegliere la strada del normale concorso pubblico – ha detto Franceschini -, non ci sarebbe stato bisogno di una norma ad hoc, che invece è stata introdotta per consentire che ci fosse un criterio di selezione pubblica per adeguare l’Italia agli standard internazionali”.

Questa legge, ha quindi spiegato, “adegua l’Italia agli standard internazionali. Mi sembrava già chiara in ogni caso il Parlamento con questo intervento toglie ogni dubbio”. Si prevede infatti che “nella procedura di selezione pubblica internazionale” non si applichino i limiti di accesso previsti dalle norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione, che impediscono ai cittadini Ue di accedere a posti che implichino “esercizio diretto o indiretto dei poteri ovvero non attengono alla tutela dell’interesse nazionale”. Il ministro ha anche ricordato che “la norma non ha influenza sui ricorsi relativi ai dirigenti italiani, rispetto ai quali il motivo di impugnazione è un altro”. Ma ha certamente influenza sulle selezioni pubbliche in corso e future come, ad esempio, quella per il nuovo direttore del Parco Archeologico del Colosseo: su 90 candidati ammessi all’esame orale, 14 sono stranieri.

Nell’emendamento si legge che l’articolo 14, comma 2-bis, del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83 – che recita “Al fine di adeguare l’Italia agli standard internazionali in materia di musei e di migliorare la promozione dello sviluppo della cultura, anche sotto il profilo dell’innovazione tecnologica e digitale, sono individuati, i poli museali e gli istituti della cultura statali di rilevante interesse nazionale che costituiscono uffici di livello dirigenziale. I relativi incarichi possono essere conferiti, con procedure di selezione pubblica, per una durata da tre a cinque anni, a persone di particolare e comprovata qualificazione professionale in materia di tutela e valorizzazione dei beni culturali e in possesso di una documentata esperienza di elevato livello nella gestione di istituti e luoghi della cultura, anche in deroga ai contingenti di cui all’art. 19, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165”) – si interpreta nel senso “che alla procedura di selezione pubblica internazionale ivi prevista non si applicano i limiti di accesso di cui all’articolo 38 del decreto legislativo 31 marzo 2001, n. 165”.

Quest’ultimo articolo prevede, al comma 1, che “i cittadini degli Stati membri dell’Unione europea possono accedere ai posti di lavoro presso le amministrazioni pubbliche che non implicano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri, ovvero non attengono alla tutela dell’interesse nazionale”.

I contributi all’Eliseo

Sempre oggi è stato approvato anche l’emendamento bipartisan riformulato che prevede l’innalzamento del contributo erogato a favore del tetro Eliseo di Roma da 2 a 4 milioni di euro per il 2017 e il 2018. Il governo in corso di seduta è stato battuto avendo espresso parere contrario all’emendamento. Ecco il testo approvato: “Al comma 8 apportare le seguenti modificazioni: a) al primo periodo, sostituire le parole: 2 milioni di euro per l’anno 2017 con le seguenti: 4 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018; b) il secondo periodo è sostituito dal seguente: Al relativo onere si provvede, quanto a 2 milioni di euro per l’anno 2017, mediante versamento all’entrata del bilancio dello Stato di una corrispondente quota delle risorse di cui all’articolo 24, comma 1, della legge 12 novembre 2011, n. 183, che restano acquisite all’erario, e, quanto a 2 milioni di euro per l’anno 2017 e a 4 milioni di euro per l’anno 2018, mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all’articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307″.

No a vincoli di contenimento della spesa pubblica per mostre degli Enti locali

Nel corso della seduta è stato approvato anche un emendamento (22.230) riformulato dal relatore che lascia fuori dai vincoli di contenimento della spesa pubblica le spese destinate alla realizzazione di mostre effettuate dalle Regioni e dagli Enti locali o dagli istituti e luoghi di cultura di loro appartenenza. “Al fine di favorire lo svolgimento delle funzioni di promozione del territorio si legge nel testo dell’emendamento -, dello sviluppo economico e della cultura in ambito locale, i vincoli di contenimento della spesa pubblica di cui all’articolo 6, commi 8 e 11, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, non si applicano alle spese per la realizzazione di mostre effettuate da regioni ed enti locali o da istituti e luoghi della cultura di loro appartenenza”.

Più risorse per Matera

Sabato ha ricevuto il via libera un emendamento all’articolo 22 che prevede alcune modifiche alla Legge di stabilità 2016 per il comma che riguarda Matera capitale europea della cultura 2019. Tra l’altro, sono previsti maggiori fondi: si passa dai 500mila annui per gli anni dal 2016 al 2019 previsti dalla Legge di stabilità del 2016, ai “500mila euro per l’anno 2016 e 1.500.000 euro per ciascuno degli anni dal 2017 al 2019”. Agli oneri derivanti dalle disposizioni, pari a 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2017, 2018 e 2019, “si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica”.

Via libera a fondo per potenziare biblioteche locali

Approvato anche un emendamento a firma Narduolo (Pd) che, “al fine di potenziare il funzionamento dei sistemi bibliotecari locali”, prevede l’istituzione uno specifico Fondo con dotazione di un milione di euro annui a decorrere dal 2018, destinato “alla promozione della lettura, alla tutela e valorizzazione del patrimonio librario, alla riorganizzazione e all’efficientamento dei sistemi bibliotecari”.

Un nuovo dirigente per il Mibact per il post sisma

Un altro emendamento all’articolo 22 stabilisce che la dotazione organica del Mibact sarà incrementata di una unità dirigenziale di livello generale. L’obiettivo è accelerare le attività di ricostruzione nelle aree colpite dal sisma e rafforzare le interazioni con le amministrazioni locali interessate, nonché di potenziare le azioni di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale della Nazione. La spesa aggiuntiva sarà di 140mila euro per l’anno 2017 e a 214mila euro annui a decorrere dall’anno 2018.

Cinque milioni per il Mibact nel 2017

L’emendamento destina 5 milioni di euro nel 2017 per il ministero dei Beni culturali. Nel dettaglio, 3 milioni di euro per le esigenze di funzionamento delle Soprintendenze archeologia, belle arti e paesaggio del ministero dei Beni culturali; 1,5 milioni di euro per incrementare l’autorizzazione di spesa “al fine di consentire al ministero di far fronte, con interventi urgenti, al verificarsi di emergenze che possano pregiudicare la salvaguardia dei beni culturali e paesaggistici e di procedere alla realizzazione di progetti di gestione di modelli museali, archivistici e librari, di progetti di tutela paesaggistica e archeologico-monumentale nonché di progetti per la manutenzione, il restauro e la valorizzazione di beni culturali e paesaggistici”; 500 mila euro per le finalità previste dall’articolo 5, comma 1, primo periodo, della legge 1 dicembre 1997, n. 420 (risorse da destinare ai Comitati nazionali per le celebrazioni o manifestazioni culturali nonché per le Edizioni nazionali, ndr).

Via libera al “blocca risciò”

Un emendamento presentato dal relatore Mauro Guerra (Pd) prevede – al fine di assicurare la tutela del decoro del patrimonio culturale e la sicurezza pubblica – che il comune, d’intesa con la regione, sentito il competente soprintendente del Ministero dei beni e delle attività culturali, “può adottare deliberazioni volte a regolare l’accesso e la circolazione, nel proprio centro storico, di veicoli elettrici e di velocipedi, utilizzati a fini turistici, che abbiano più di due ruote o che comunque trasportino tre o più persone, incluso il conducente”.

Trecentomila euro per la Fondazione Real Sito di Carditello

Via libera anche all’emendamento a firma Coscia, Piccoli Nardelli, Bonaccorsi, Ghizzoni, Ascani, Manzi, Carocci, Rocchi, Blazina, Coccia, Crimì, Dallai, D’Ottavio, Iori, Malisani, Malpezzi, Narduolo, Pes, Rampi, Sgambato, Ventricelli. Quest’ultimo autorizza la spesa di 300mila euro annui, a partire dal 2018, per le spese di gestione e di funzionamento della Fondazione Real Sito di Carditello “al fine di consentire la prosecuzione e il rafforzamento degli interventi attuativi del piano strategico di sviluppo del percorso turistico-culturale integrato delle residenze borboniche”.

 

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Un solo rinnovo per i direttori dei musei di interesse nazionale

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