Non più (o non solo) i grandi attrattori e le città d’arte, ma soprattutto i territori periferici e le aree interne rappresentano la vera ricchezza dell’Italia. È la parte del nostro Paese che, in questo momento storico, può dare una marcia in più al sistema culturale e turistico italiano. Prende le mosse da questa convinzione la Commissione Reti museali e Sistemi Territoriali attivata al Ministero dei Beni culturali dal ministro Alberto Bonisoli e consegnata alla guida della sua consigliera su questi temi, Daniela Tisi.
Pochi giorni fa si è tenuta la prima riunione della Commissione che raccoglie esperti di primo livello nel settore. Oltre alla Tisi (che è la presidente) ne fanno parte Ilaria Cavo, Assessore alla Cultura della Regione Liguria; Manuel Roberto Guido, esperto e già dirigente Mibac; Antonio Lampis, Direttore Generale Musei; Francesca Paola Leon, Assessore alla Cultura di Torino; Tiziana Maffei, Presidente di ICOM Italia; Virginia Villa, esperta.
Il lavoro è entrato subito nel vivo del tema. “Siamo molto operativi – assicura Daniela Tisi ad AgCult -. Abbiamo predisposto un programma con un calendario molto fitto di appuntamenti e di scadenze. Cominceremo con l’ascolto del territorio. A partire dalle audizioni dei soggetti coinvolti. Faremo la prima audizione a Roma – al Collegio Romano – poi andremo nei territori ad ascoltare direttamente le esperienze locali”. Si comincerà con soggetti istituzionali del calibro di Anci, della Conferenza Stato-Regioni, poi “ci sposteremo sulle associazioni di professionisti che gravitano intorno ai musei. E successivamente, la Commissione lavorerà su una check list di soggetti da audire”.
LA PRIMA RIUNIONE
La prima riunione è servita anche per conoscersi. “Un bel momento di confronto: a distanza, ognuno calato nella propria realtà, con le proprie esperienze e competenze – spiega Daniela Tisi -, ha centrato il senso di questa commissione: siamo in un momento storico in cui c’è bisogno di cambiare, di avere attenzione alla vera ricchezza dell’Italia rappresentata, non solo dalle città d’arte, ma soprattutto dai territori periferici e dalle aree interne. Possono dare una marcia in più alla ricchezza culturale e paesaggistica del nostro Paese. Nella Commissione, quindi, è il territorio che si presenta e non la singola grande istituzione museale”.
LE CALL PER I TERRITORI
Parallelamente all’ascolto dei soggetti istituzionali, saranno attivate delle call che dovranno ‘chiamare a raccolta’ tutti quelle esperienze che possono sfuggire o che non sono ancora note a tanti. Al momento, sono già arrivati all’attenzione della Commissione progetti che vengono dai territori, “alcuni molto interessanti e già avanti nel lavoro di sistema e di rete”. L’impegno della Commissione, per ora, è quello di programmare gli incontri e stabilire il criterio di come si svolgeranno le audizioni, divise per ambiti tematici.
La seconda fase, quella “più di sostanza”, partirà in un secondo momento, proprio perché necessita di un ascolto preliminare del territorio. Con i primi soggetti più istituzionali e rappresentativi sarà quindi attivata una rete di comunicazione con ‘la periferia’ per raggiungere tutti quei soggetti che possono sfuggire a uno sguardo che parte in questa fase inevitabilmente ‘dal centro’.
“È importante ascoltare i vari soggetti e le esperienze del territorio – aggiunge Tisi -. Per avere una visione reale e complessiva occorre, infatti, sviluppare più contatti possibili. Dobbiamo avere un’attenzione privilegiata a queste esperienze”.
IL RAPPORTO CON IL SISTEMA MUSEALE NAZIONALE
Una sinergia forte sarà attivata con la Commissione del Sistema Museale Nazionale (vista anche la condivisione di alcuni membri). “Il collegamento sarà proprio il sistema di rete. Nel SMN è già prevista l’attivazione di reti territoriali e museali, su questo lavoreremo rafforzandoci. Sono due Commissioni che si daranno vigore reciprocamente. Il Sistema Museale (con il suo bollino di qualità) consente anche di farne parte con una rete purché anch’essa sia di qualità. Per questo, stiamo pensando a una sorta di marchio territoriale”.
IL PUNTO DI VISTA DEI PROTAGONISTI
AgCult ha raccolto le prime impressioni dei protagonisti che nel prossimo anno lavoreranno per portare attenzione e interesse verso i territori. Un gruppo di esperti che si concentrerà sul riconoscere, salvaguardare, rigenerare i paesaggi culturali italiani lavorando concretamente con le comunità locali.
ANTONIO LAMPIS
Il direttore della Direzione generale Musei del Mibac, Antonio Lampis, è convinto che la Commissione RST rappresenti “un passo avanti molto importante per saldare la frattura tra le popolazioni delle città e dei distretti economicamente più sviluppati e le aree interne del Paese, le popolazioni rurali, la grandezza italiana dei piccoli borghi”.
MANUEL ROBERTO GUIDO
“L’analisi delle diverse esperienze sviluppate in Italia e all’estero – spiega Manuel Roberto Guido, dirigente del Mibac da poco in pensione che per conto del Ministero sta seguendo importanti dossier che riguardano in particolare i musei – ci consentirà di promuovere iniziative di partenariato pubblico/privato con l’obiettivo di stimolare uno sviluppo sostenibile dei territori basato sulla valorizzazione integrata del patrimonio culturale materiale ed immateriale e delle nuove risorse creative”.
ILARIA CAVO
Tra i partecipanti alla Commissione anche l’Assessore alla Cultura della Regione Liguria, Ilaria Cavo che giudica questo avvio dei lavori come “l’inizio di un percorso prezioso. Le nostre diverse provenienze, dal punto di vista geografico ma anche professionale, potranno essere un valore aggiunto per creare un sistema nuovo che funzioni per tutto il paese e che riduca le differenze di offerta culturale e museale. Dovremo saper valorizzazione le eccellenze, nelle reti e nei modelli pubblici e privati esistenti ,per accrescere la qualità e la funzionalità a livello generale. Sarà fondamentale l’ascolto nelle audizioni e la sintesi per elaborare entro un modello concreto e non un lavoro astratto. Questa sarà la nostra sfida”.
FRANCESCA LEON
Per l’assessore alla Cultura della Città di Torino, Francesca Paola Leon, questa commissione permetterà di “portare alla luce le migliori esperienze di reti e sistemi territoriali perché possano svilupparsi ed essere modello, facendo emergere il valore e la forza della collaborazione tra le istituzioni e tra queste e le forze economiche e sociali dei territori”.
TIZIANA MAFFEI
Anche la presidente di Icom Italia, Tiziana Maffei, (che partecipa – come il direttore Lampis, Manuel Guido e la stessa Tisi – anche alla Commissione per il Sistema Museale Nazionale) con la prima riunione della Commissione RST si apre “un tavolo per far emergere la vivacità culturale dei territori e sostenere lo sviluppo di sistemi di relazioni tra attori diversi. Riconoscere, salvaguardare, rigenerare i paesaggi culturali italiani è possibile a condizione di lavorare concretamente con le comunità locali. la commissione si è posta obiettivi impegnativi ma più che mai attuali”.
VIRGINIA VILLA
Infine, il lavoro che parte con l’insediamento della Commissione, per la direttrice della Fondazione Museo del Violino di Cremona, rappresenta “uno stimolo per lo sviluppo dei sistemi e delle reti dei territori alla ricerca di modelli applicabili anche alle piccole realtà. Scambio di buone pratiche che partono da identità e storia comune per arrivare a sostenere e sviluppare progetti innovativi. Dialogo virtuoso tra pubblico e privato per conoscere meglio il nostro patrimonio con un nuovo ruolo per i musei, luoghi di partecipazione attiva. Sicuramente una grande opportunità per il giovane Museo del Violino di Cremona che è nato sperimentando partendo da una storia antica, ma guardando al futuro”.
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