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“Negli ultimi anni è stato avviato un programma” che ha permesso di reperire “risorse ulteriori rispetto a quelle ordinarie per la manutenzione e il contenimento del degrado del patrimonio culturale che esiste in Italia”. In alcuni casi “si è operato con strumenti di finanziamento straordinari per riqualificare progetti di respiro notevole soprattutto per i grandi attrattori culturali del nostro paese in particolare al sud”. Lo ha detto Antonia Pasqua Recchia, segretario generale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, nel corso dell’audizione in commissione Cultura alla Camera nell’ambito dell’esame dello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri riguardante la ripartizione della rimanente quota del Fondo sul finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, previsto dalla Manovra 2017 (all’articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232). Pasqua Recchia ha ricordato che la questione delle prospettive di finanziamenti aggiuntivi garantiti dal “comma 140” è in parte deragliata per “la questione emergenziale dei terremoti” che hanno “dimostrato la fragilità dell’edilizia dei nostri centri storici ma anche del patrimonio culturale. Proprio in relazione a questo fatto – ha aggiunto il segretario generale del Mibact –, abbiamo sollecitato una progettualità interna raccolta su 4 linee: nell’ambito edilizia pubblica gli interventi per la sicurezza del patrimonio, la prevenzione rischio sismico non solo con verifiche ma anche con l’applicazione di prime misure, riqualificazione urbana e delle periferie ed eliminazione barriere architettoniche”.

Gli interventi richiesti

Il primo punto, ha sottolineato Pasqua Recchia, “è collegato al miglioramento della funzionalità impiantistica dei luoghi della cultura” come musei, aree archeologiche e biblioteche: “Vogliamo migliorare la sicurezza soprattutto rispetto ai pericoli di natura antropica che negli ultimi 2 anni sono cresciuti in misura esponenziale. Infine, vogliamo assicurare un abbattimento dei rischi per incendio e per altre tipologie non legate all’uomo. Abbiamo già attivato con le risorse disponibili interventi soprattutto per la videosorveglianza e il controllo degli accessi con metal detector. Ma le risorse attuali non riescono ad affrontare totalmente tali interventi per i quali pensiamo occorrano 156 milioni di euro”. Sul secondo punto la richiesta del Mibact è di “371 milioni di euro destinati al miglioramento sismico di 45 musei nelle aree a maggior rischio”.

Terza linea riqualificazione periferie. “Per quanto riguarda noi si tratta di una riqualificazione culturale anche degli elementi esistenti quando ci sono, recuperando le memorie devastate di quei posti. Cito per esempio il recupero della ex Cerimont sulla Prenestina dove è in atto un investimento che riqualifica l’immobile e ne fa un centro di produzione artistica in cui intendiamo trasferire anche parte dell’archivio di Roma. Si tratta di una fertilizzazione delle periferie sotto vari punti di vista. Poi ricordo il Waterfront di Genova e il porto di Trieste. In questo chiediamo di concorrere attraverso la ‘140’ con 25 milioni di euro”.

 

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