
La messa all’asta del volantino delle Brigate Rosse, con cui l’organizzazione terroristica rivendicava il rapimento di Aldo Moro, “rischia di determinare una banalizzazione delle vicende legate alla violenza e all’eversione terroristica nella storia della Repubblica, la cui memoria e contestualizzazione storica andrebbe invece attentamente preservata”. È quanto si legge in due interrogazioni del Partito democratico presentate al Senato, a prima firma di Dario Parrini e alla Camera, primo firmatario Enrico Borghi, al ministro della Cultura, Dario Franceschini. Il Pd chiede al Collegio Romano di “rafforzare e valorizzare la conservazione della memoria degli eventi e delle vicende legati alla violenza e all’eversione terroristica, anche in relazione alla possibilità di trarre da essi un profitto economico”. Diffuso durante i 55 giorni del sequestro di Aldo Moro, è il ‘Comunicato n. 1’ con cui i terroristi rivendicarono il rapimento dello statista democristiano e la strage della sua scorta in via Fani il 16 marzo 1978.
La notizia dell’asta da parte della casa Bertolami Fine Arts aveva suscitato numerose polemiche e lo stesso Collegio Romano aveva annunciato di aver disposto una verifica, specie al fine di valutare l’effettivo interesse storico-culturale del documento. Nelle interrogazioni il Pd spiega che “da notizie a mezzo stampa si è appreso che, negli ultimi giorni, la pre-offerta più alta – ossia l’intenzione di acquisto – si aggira già sui dodicimila euro e sembra destinata ad alzarsi ancora in vista del 18 gennaio”, data in cui è stata programmata l’asta. Il Pd chiede infine “quali ulteriori iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere per verificare l’effettivo rispetto delle prescrizioni contenute nel Codice dei beni culturali”, che contiene “precise condizioni per la commerciabilità di beni e documenti di interesse o rilievo culturale”.