
Ampliare in Italia la produzione musicale e l’occupazione artistica favorendo la costituzione di orchestre sinfoniche nei Comuni con più di 100 mila abitanti, che siano sedi di Conservatorio o Istituto Superiore di Studi Musicali, che siano sede di Teatro di Tradizione con stagione lirica e concertistica e che non siano già sede di orchestre Sinfoniche o Fondazioni di Enti Lirici. E’ la proposta lanciata dal senatore di Forza Italia, Enrico Aimi, primo firmatario di un disegno di legge sottoscritto da una ventina di esponenti “azzurri”, che ora dovrà essere assegnato alle commissioni di Palazzo Madama.
“Siamo stati per millenni la Patria del bel canto e della musica, mentre oggi, per mancanza di un progetto politico culturale, l’Italia è entrata in una crisi profonda anche in questi settori. Molti talenti sono costretti ad andare all’estero per trovare una sistemazione perché nel nostro Paese mancano prospettive e mezzi. Questi ragazzi, ma è meglio dire giovani e pure meno giovani, diventano poi, sovente, autentiche stelle della musica, anche con indotti economici a molti zeri. È un peccato ed una vergogna che l’Italia si comporti da matrigna”. Così Aimi (FI) spiega ad AgCult le ragioni che lo hanno spinto a presentare il ddl che, sottolinea, “se venisse approvato ci farebbe tornare protagonisti di questo straordinario segmento della nostra cultura. Le eccellenze vanno sublimate e messe in sinergia. L’Italia ha potenzialità incredibili anche nell’economia ‘immateriale’. Essere ciechi e – aggiungo – pure sordi, è un delitto imperdonabile”.
Il provvedimento demanda a un decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali l'istituzione di un bando su base nazionale, rivolto ai Comuni che hanno i requisiti richiesti, per la costituzione di organici orchestrali sinfonici moderni, con un numero di professionisti non inferiore ai 60 elementi, coadiuvati dal necessario personale amministrativo e di archivio a garanzia della produzione, assunto a tempo determinato rinnovabile.
I nuovi organici orchestrali dovranno essere impegnati nella produzione lirica e concertistica nella sede istituzionale e in un periodo non inferiore a 9 mesi a partire dall'anno 2022, con possibilità di repliche delle medesime attività artistiche nel territorio provinciale. Presso il Mibact è istituita un'apposita Commissione di controllo composta da un presidente e cinque esperti in materia musicale ed orchestrale con il compito di vigilare sulla produzione concertistica.
L’articolo 3 del ddl dispone l'istituzione nello stato di previsione del Mibact di un fondo di 220 milioni per l'anno 2021 da erogare ai Comuni in possesso delle specificità richieste. Tale finanziamento è relativo al periodo di produzione artistica 2022–2027. L’articolo 4 stabilisce che il direttore del Teatro di Tradizione e il Consiglio di amministrazione sono responsabili delle procedure di selezione dei professori d'orchestra e della programmazione delle attività liriche e concertistiche dell'orchestra sinfonica.
“Le orchestre professionali in Italia – osserva Aimi – sono solamente 31, mentre la Germania ne annovera 129. Londra da sola presenta undici formazioni orchestrali, mentre Roma ne conta solo tre: l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Teatro dell’Opera e l’orchestra Roma Sinfonietta. Delle originarie quattro orchestre della Rai, una per ogni grande città lungo tutta la Penisola, Torino, Milano, Roma e Napoli, tre sono state chiuse per necessità di risparmio ed è rimasta solo quella con sede a Torino”.
“Dagli anni ‘70 ad oggi si è poi verificato che all’ampliamento dell’offerta formativa, con un incremento di Conservatori e Istituti Musicali Pareggiati, non è affatto corrisposto un ampliamento delle possibilità occupazionali per i giovani professori d’orchestra, che vedono ridursi il numero delle formazioni sinfoniche – sottolinea Aimi -. Ancora più grave è la situazione delle orchestre giovanili, come più volte ha segnalato il Maestro Riccardo Muti, che presentano un numero veramente esiguo rispetto alle altre città europee”. Per il senatore FI, “occorre incentivare assolutamente il numero delle formazioni sinfoniche secondo il criterio che, a seguito di un iniziale finanziamento, le sedi elette a seguito del bando previsto dal ddl, siano in grado di proseguire l’attività concertistica e lirica, anche grazie ad una stabilità d’incassi e sponsorizzazioni”.
“La cultura in genere, e specificatamente la musica, non è unicamente un costo, ma una risorsa economica: forse una delle possibilità migliori per la crescita del nostro Paese”, evidenzia Aimi che ricorda come nell’Aula del Senato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte abbia definito il 2021 “anno delle politiche attive del lavoro”, nell’ambito di un “Nuovo Umanesimo”. Ebbene, conclude l’esponente di Forza Italia, “l’istituzione di orchestre sinfoniche comunali, punto occupazionale di riferimento per i giovani musicisti e strumento indispensabile per la conoscenza e la diffusione della nostra cultura musicale, può essere considerato un primo passo verso questo cambiamento, che ricollochi l’Italia al posto che le compete per la sua storia gloriosa e riconduca in Patria coloro che oggi sono costretti a rivolgersi all’estero per offrire la propria arte”.