La commissione Ambiente della Camera ha approvato l’emendamento al decreto terremoto proposto da Ermete Realacci che prevede che tutta la quota dello Stato dell’8×1000 sarà destinata, per 10 anni, alla ricostruzione e al restauro dei beni culturali distrutti o danneggiati dal sisma. Si tratta – ha spiegato su Facebook lo stesso presidente della commissione Ambiente – di circa 150/200 milioni l’anno che garantiranno una fonte certa e sicura di finanziamenti, due miliardi in dieci anni. Una proposta che sin dall’inizio ha incontrato il parere favorevole anche del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. “L’emendamento approvato ieri sera in commissione Ambiente, territorio e Lavori Pubblici della Camera proposto dal Presidente Ermete Realacci, che ringrazio, è un segnale importante sul quale il Governo ha dato fin da subito parere favorevole: tutta la quota dello Stato dell’8×1000 sarà destinata, per 10 anni, alla ricostruzione e al restauro dei beni culturali distrutti o danneggiati dalla lunga catena di eventi sismici cominciata il 24 agosto. Centri storici, musei, chiese, abazie di un’area in cui si è sviluppato l’embrione stesso della civiltà europea saranno recuperati con un’azione straordinaria mobilitando ingenti energie. Ritengo che le risorse statali dell’8 per mille – ha concluso il Ministro – non potevano avere destinazione migliore anche per un rilancio del settore turistico dell’intero territorio”.
Concentrare i fondi su un solo obiettivo renderà più efficace e trasparente il loro utilizzo, incentivando anche i cittadini a preferirlo nella dichiarazione dei redditi
Quello dei beni culturali, ha spiegato Realacci, “è uno dei settori più colpiti: solo le chiese distrutte o danneggiate sono oltre milleduecento. Parliamo di siti di alto valore artistico, storico, architettonico contenenti opere d’arte di pregio. Dalla necessità di ripristinare quei beni e quei luoghi, fondamentali per l’economia oltre che per la nostra identità, nasce un’opportunità per il lavoro, le imprese, le università. Un grande laboratorio di restauro, cultura e innovazione diffuso sul territorio; importante per l’Italia e l’Europa. La voce “beni culturali” è già presente nelle destinazioni della quota dello Stato dell’8×1000, ma attualmente si disperde fra le altre. Concentrare i fondi su un solo obiettivo renderà più efficace e trasparente il loro utilizzo, incentivando anche i cittadini a preferirlo nella dichiarazione dei redditi. Tutti potranno anche in questo modo contribuire al futuro delle comunità drammaticamente colpite. Un segnale di speranza e di fiducia per quelle comunità. Un’idea di Italia da far vivere proprio a partire dalle zone del sisma”.