Rispondere alle raccomandazioni dell’Unesco sulla tutela dei siti patrimonio dell’umanità presenti in Italia e creare sinergie tra Governo ed enti locali per difenderlo al meglio. Lo chiede la deputata di Scelta Civica, Valentina Vezzali, in un’interrogazione a risposta scritta al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. La Vezzali sottolinea come “nella lista dei beni considerati dall’Unesco quale patrimonio dell’umanità, l’Italia conserva un primato mondiale, con ben 53 siti, posizionandosi prima della Cina che ne ha 52, della Germania che ne annovera 42 e la Spagna con 46, solo per citarne alcuni; l’Italia è ancora perciò il Paese con il più alto numero di riconoscimenti per l’organismo delle Nazioni Unite”. “Questo – prosegue la deputata di Sc – è certamente un grande onore, che comporta, però, una maggiore responsabilità a difendere, proteggere e non disperdere il tesoro culturale che è stato tramandato; già nel 2016 l’Italia è stata ‘avvertita’, perché adottasse per Venezia politiche di salvaguardia e di protezione dal turismo incontrollato, dai bivacchi e dal passaggio delle grandi navi nel Canal Grande, pena la cancellazione della città dalla lista; fino ad oggi si è evitato solo il peggio, senza risolvere di fatto i problemi segnalati che riguardano anche le città di Firenze e Roma; gli ultimi due riconoscimenti dell’Unesco ‘le opere di difesa veneziane tra il XVI e XVII secolo e dieci antiche faggete’ non possono e non debbono convincere che la supremazia italiana sia comunque scontata ed esente da pericoli”. La Vezzali quindi chiede al Ministro Franceschini “quali iniziative abbia già assunto o intenda assumere per rispondere efficacemente alle raccomandazioni dell’Unesco e intensificare la cura e la manutenzione costante e intelligente del patrimonio italiano rispetto ai pericoli sopra citati” e “se non intenda promuovere sinergie fra Governo e amministrazioni locali per unire le forze e studiare il modo più efficace per difendere al meglio il patrimonio culturale nazionale che, comunque, adesso appartiene all’intera umanità”.
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