“Tatarella è stata una figura di svolta, rappresenta quel momento in cui si prova a superare la fase di conflitto tra il centrodestra e il centrosinistra, con il riconoscimento reciproco dell’avversario”. Lo pensa Roberto Rampi, relatore in Commissione Cultura della Camera della proposta di legge Distaso sull’Istituzione del ’Premio biennale Giuseppe Tatarella’. Una pdl che contiene pure disposizioni in favore della biblioteca e dell’archivio storico della Fondazione Tatarella, in memoria del deputato scomparso l’8 febbraio 1999. Tatarella, quindi, come figura chiave di un modo di fare politica. È per questo, dice Rampi ad AgCult, che, in una fase negativa del confronto politico, “è giusto mettere in campo strumenti di approfondimento che aiutino a uscirne”. Una fase buia, oggi come allora, “contrassegnata dall’idea di criminalizzare chi la pensa diversamente da te”. Come esistono tante strutture che lavorano sulla sinistra, sul mondo moderato e sul mondo cattolico – è convinto Rampi -, “è utile averne una che lavora in maniera libera e scientifica sul pensiero della destra”.
Le audizioni in commissione Cultura
In commissione sono cominciate le audizioni di politici ed esperti per fornire supporto alle decisioni che dovranno prendere i deputati su un provvedimento che, si legge nel dossier dell’Ufficio studi della Camera, “intende valorizzare la figura di Giuseppe Tatarella – esponente di rilevo della destra italiana –, in particolare istituendo un Premio biennale a lui intitolato, e recando disposizioni per il potenziamento della biblioteca e dell’archivio storico della Fondazione Giuseppe Tatarella”. L’ammontare del Premio è fissato in 50mila euro ad anni alterni a decorrere dal 2019 più una contribuzione una tantum nel 2017 pari a centomila euro. Oggi è stata la volta di Peppino Caldarola e Pietrangelo Buttafuoco. Il programma delle audizioni della Commissione proseguirà la prossima settimana con i probabili interventi del deputato di Forza Italia Rocco Palese e di Franco Cassano, deputato Pd, sociologo e filosofo meridionalista.
Caldarola ricorda Tatarella
Nel corso della sua audizione Calderola ha sottolineato come, con la scomparsa di Tatarella, la destra italiana abbia perso una rete di protezione. Quella parte politica aveva fatto un passo avanti e oggi, a giudizio di Caldarola, rischia di fare un passo indietro. In Italia ci sono state fasi alterne con momenti molto bui come quello del terrorismo e momenti in cui si è cercato di uscire da questa contrapposizione violenta. Tatarella è stato, per l’ex direttore dell’Unità, un protagonista di questa fase di ricucitura. Tatarella non è stato comunque l’unico: ci sono stati infatti anche altri episodi, ricordati da Caldarola. Come, ad esempio, quando Almirante chiese di andare a visitare il feretro di Berlinguer a Botteghe Oscure.
Il pensiero di Tatarella nasce molto dal lavoro sul Meridione, in particolare sulla Puglia. Calderola nella sua audizione ha, infatti, raccontato un altro aneddoto. “Quando diventa direttore dell’Unità – ricorda Rampi – una delle prime telefonate che riceve è proprio quella di Tatarella che gli dice: sono contento che uno di noi diriga l’Unità. Un noi, ovviamente, di natura regionale e non politica”.
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